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Benevento, 26-03-2015 21:40 ____
Bisogna restituire al corso Garibaldi di Benevento il suo nome storico: Deve tornare ad essere la Via Magistrale...
La provocazione e' stata lanciata da Mariano Bocchini nel corso della presentazione del suo libro: "Il riscatto del Sud. La parabola del Mezzogiorno" edito da Realta' Sannita
di Diego De Lucia
  

"Bisogna restituire al corso Garibaldi di Benevento il suo nome storico: Deve tornare ad essere la Via Magistrale.
Questa la forte provocazione lanciata, questa sera, nell’Auditorium del Museo del Sannio da Mariano Bocchini nel corso della presentazione della sua ultima fatica editoriale, apparsa nella Collana di Storia delle Edizioni Realtà Sannita con il titolo: "Il riscatto del Sud. La parabola del Mezzogiorno".
Il volume, che si avvale della consueta e molto professionale cura tipografica della Auxiliatrix di Benevento, ripercorre le vicende più rilevanti della storia meridionale e vuole approfondire i temi del divario Nord-Sud e la speranza di un possibile riscatto.
La proposta di restituire il vecchio nome alla principale strada cittadina, secondo Bocchini, non solo sarebbe in sintonia con scelte già operate altrove, ad esempio a Caserta, ma consentirebbe alla città di riappropriarsi di un pezzo importante della storia e della identità locale.
Non che ovviamente Giuseppe Garibaldi non abbia avuto il suo formidabile rilievo nella storia italiana, a parte la considerazione sul suo operato, ma il problema vero di Benevento è quello di ritrovare la consapevolezza di sé.
Non c’è dubbio che la Via Magistrale abbia costituito, è proprio il caso di dirlo, il crocevia su cui si è venuta determinando l'evoluzione storica cittadina.
La presentazione del volume è stata moderata dal direttore di Realtà Sannita, Giovanni Fuccio, e si è svolta nella Sala Vergineo del Museo del Sannio con la partecipazione al dibattito di due note figure del giornalismo sannita: Giancristiano Desiderio e Mario Pedicini.
Bocchini scrive nel suo libro con molta nettezza e molta enfasi, “fuori da ogni legittimo dubbio” che il divario tra le due macro aree del paese, il Nord e il Sud, sia "insanabile" ed "impossibile", naturalmente, "se si continua con l'attuale andazzo".
Tutti gli indicatori economici e sociali condanno il Sud rispetto al Nord, che è più avanzato in qualità della vita, servizi, industria e quant'altro, al punto che, annota Bocchini, in quella macro-area si sentono parte integrante dell'Europa avanzata, mentre il Sud è percepito come una vera e propria palla al piede.
Ovviamente, su questo dato di fondo occorre lavorare per cercare di avviare il riscatto del Sud, sempreché sia possibile.
Ebbene non è possibile, dice Bocchini, rinunciare alla sfida ed alla speranza di riscatto.
L'incontro è stato aperto da Fuccio che ha parlato di un volume molto attuale: "Il sud sta ancora soffrendo molto oggi e da sempre è in una condizione di forte disagio".
Inoltre ha rimarcato l'utilità di questi incontri per dibattere e confrontarsi sulla marginalità del meridione.
Infine, Fuccio ha lanciato un avvertimento alle classi dirigenti della città e della provincia per quanto riguarda l'ex provveditore agli studi e oggi relatore Pedicini: “Noi ci auguriamo che Pedicini non ci abbandoni.
Ogni volta che si avvicinano le elezioni c'è qualcuno che propende per il suo nome nella qualità di sindaco.
Noi ce lo vogliamo tenere stretto".
A parte questo "avvertimento" è stato proprio Pedicini a prendere la parola: "E' un volume molto interessante, ben fatto per la parte storica e non subisce le idee degli altri e scritto da un non addetto ai lavori.
Bocchini non è uno storico, ma ha effettuato una proposta quasi disperata rispetto al qualunquismo e al menefreghismo della popolazione ponendosi delle domande.
Ricordo come Montanelli scrisse un volume storico e fu criticato e attaccato per lesa maestà".
Pedicini ha poi raccontato come, secondo l'autore, il Risorgimento rappresenti un momento storico infelice: "Un territorio che non si è difeso dalla spregiudicatezza di Garibaldi".
Per Pedicini il mancato sviluppo del sud è una co-responsabilizzazione d'indifferenza di una situazione culturale che si è vissuta nel Regno delle due Sicilie".
Poi una critica all’autore: "Non penso che in quel regno ci sia stata la piena occupazione. Io ricordo solo miseria..."
L'ex provveditore ha ricordato come in tutto il Meridione fosse presente solo un'Università, quella napoletana.
Ha poi ricordato il periodo del fascismo seppur non definendosi un ex missino ha sottolineato come la riforma sulla scuola di Gentile sia stata l'unica seria sul mondo scolastico: "E' stata la creazione della scuola italiana".
Poi ha aggiunto: "L'era fascista può essere tranquillamente collocata nel Regno d'Italia".
L'ex provveditore ha concluso parlato poi di un'Italia e una Europa in decadenza.
La parola è poi passata a Desiderio.
Secondo il giornalista il volume non solo si sofferma su un riscatto per il meridione, ma anche di uno scatto nuovo: "Racconta dei conflitti di guerre non dichiarate.
Racconta di un amore che si sente tradito e parla del divario tra il settentrione ed il Mezzogiorno. Racconta di un fallimento e quindi l’appello ai valori".
Poi ha aggiunto: "Il volume parla di una fine ingloriosa per il Regno delle due Sicilie con un decadimento per il Mezzogiorno e questa marginalità continua ad esserci oggi.
L'unica possibilità è un sud autonomo anche se penso che parlare di riscatto del sud equivale ad etichettarci come nuovi Salvini.
Sarebbe una posizione sudista che si alterna al leghismo del nord".
Desiderio ha raccontato "di un'Italia che in quel preciso periodo storico non ha combattuto e che è stata a guardare: una Sicilia che vuole separarsi, Palermo che non accettava Napoli.”
Sul Risorgimento la posizione del giornalista è stata netta: "Quel periodo storico ha rappresentato una rivoluzione politica con il chiaro intento di creare uno stato unito.
Nessuno ci credeva in quel contesto".
Infine, Bocchini ha aspramente criticato l'Inghilterra che non voleva in nessun senso la democrazia: "Si appropriarono anche dell'isola di Malta, mentre con l'Unità d'Italia siamo diventati una vera e propria colonia".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

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