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Benevento, 26-03-2015 18:15 ____
Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare i pasti della mensa
Non altrettanto e' stato fatto per i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dall'Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale scrive Serena Romano
Redazione
  

Sempre sulla vicenda del servizio mensa offerto dalla ditta Ristorò è intervenuta Serena Romano (foto) presidente de "La Rete Sociale".
In particolare, la stessa ha sottolineato come i pasti siano stati bloccati per gli scolari, ma che essi vengono ancora somministrati per i malati mentali, gli anziani, i disabili ed i minori ospiti di strutture che dipendono dall'Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale.
"Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare ciò che viene prodotto della ditta Ristorò- scrive Romano - ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm).
Oggi, infatti, il sindaco di Benevento e il commissario della Asl si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni di "Altrabenevento" sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa o ad avviare controlli più puntuali.
Non solo: nessun provvedimento riguarda i "deboli" come i malati mentali, addirittura obbligati a servirsi della ditta Ristorò con una determina di appena due giorni fa, firmata da dirigenti della Asl e del Dsm.
Per capire la gravità di questa decisione ed il "falso stupore" di oggi dei vertici sanitari e del Comune bisogna fare un salto a un paio di anni fa ed alla denuncia apparsa sul nostro blog (www.ilenzuolibianchi.com).
Ma al di là degli attuali sospetti c'era già chi ha agito di conseguenza per rispetto dei diritti del malato: si tratta dei responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone che elaborano un progetto di "laboratorio di cucina" da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro, utilizzando prodotti a chilometro zero.
E' il progetto "Cotto e Mangiato" che cambia non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perché fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata è una terapia riabilitativa straordinaria, incentivata anche dalle direttive sulla Salute Mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro "solidali".
Di qui la gravità della determina datata 24 marzo scorso che, senza alcuna consultazione prevista per legge, definisce "terminato" questo progetto; invita lo psichiatra responsabile di Morcone a “prendere atto che il servizio di ristorazione sarà garantito dalla “Ristorò affidataria del servizio" e scarica con una pilatesca lavata di mani su quest'ultimo "l'accertamento che i pasti siano sufficienti e soddisfino il fabbisogno giornaliero".
Insomma, il Dsm e la Asl, pur avendo avuto tutto il tempo per adottare quel progetto a vantaggio dei propri assistiti, oggi preferisco dire  "No, al progetto "Cotto e mangiato".
Una decisione che non ha bisogno di commenti, ma solo di atti conseguenti.
Per quanto ci riguarda, il nostro sarà avviare una richiesta formale di ispezione sul Dipartimento di Salute Mentale e sui "mancati atti di controllo" da parte della Asl".

comunicato n.79366




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