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Benevento, 26-03-2015 12:15 ____
Giuseppe De Lorenzo esprime tutto il suo rammarico per il rilievo negativo dato alla nostra citta' a livello nazionale per il servizio mensa
Non e' tollerabile che tanti genitori siano stati, loro malgrado, posti nel dubbio che ai loro piccoli, ogni giorno, potessero essere forniti cibi non rispondenti alle piu' elementari norme di sicurezza
Nostro servizio
  

Giuseppe De Lorenzo (foto), responsabile del servizio di Psichiatria dell'Asl presso l'Ospedale "Rummo" di Benevento, ha commentato quanto avvenuto, in queste, ore a proposito della mensa scolastica e delle problematiche che tutta la vicenda si è portata appresso.
Ci pare di capire che siamo però solo agli inizi di una situazione difficile e che non sarà superata agevolmente.
Di seguito ecco quanto scrive.
"L'intera nostra comunità, per oltre tre mesi, a cadenza quotidiana, è stata resa edotta di notizie allarmanti sulla genuinità o meno degli alimenti forniti ai bambini di varie scuole cittadine.
Non è affatto, sarebbe invero risibile, ritornare, ancora una volta, ad elencare, l'una dopo l'altra, le tappe incresciose e spiacevoli che si sono succedute nel corso di questi mesi.
Nè abbiamo l'autorità onde stabilire da quale parte stia la ragione.
Non è questo un compito che ci appartiene.
E' solo intenzione soffermarci, volutamente, è ovvio dal nostro modesto angolo visuale, sullo spettacolo che ne è derivato affidando, ancora una volta, la nostra città alle cronache nazionali per problematiche, di certo, non edificanti.
Non è, infatti, tollerabile che tanti genitori siano stati, loro malgrado, posti nel dubbio che ai loro piccoli, ogni giorno, potessero essere forniti cibi non rispondenti alle più elementari norme di sicurezza.
Il che è di una gravità senza limiti.
Con i bambini, almeno con loro, non è ammesso scherzare pur considerando il momento difficile che si attraversa.
Almeno le anime innocenti debbono, doverosamente, essere risparmiate dal ciclone che ha messo l'intero paese in ginocchio.
I genitori sono apparsi, ad un tratto, frastornati non essendo più in grado di distinguere il vero dal falso. In sostanza, una grande confusione senza che alcuno, intendiamo riferirci agli organi istituzionali che ne hanno l'autorità, ponessero, da subito, un freno al dilagare di questo tormentone impegnandosi, senza indugi, ad appurare se la reale situazione fosse quella denunciata a gran voce da una nota associazione cittadina.
Solo un tira e molla che, in ultimo, di fronte ad accuse da codice penale, si è cozzati contro quello stesso muro di gomma, sino ad oggi, azionato secondo le circostanze.
Il sindaco ha indugiato molto, veramente molto, prima di almeno emanare disposizioni cautelative.
Ha permesso che intere famiglie, di quella stessa comunità che lui rappresenta, vivessero nella tema che ai propri figliuoli venissero dati cibi contaminati.
Nè può passare inosservata la posizione del comandante Moschella che, da esperto dirigente per anni della Squadra Mobile, come il più ingenuo dei cittadini, è caduto nella trappola del giornalista del Corriere della Sera.
Uno spettacolo, quest'ultimo, che appare inverosimile.
Moschella, ci sia concessa la sincerità, è una persona squisita, disponibile, sicuro del suo agire negli anni in cui ha svolto la sua attività in Questura, ma il ruolo politico non gli si addice, nè, ed è naturale che cosi fosse, può essere imparato in età non più giovane.
In ogni occasione, dimenticando che la sua funzione sia mutata, assume la funzione di sceriffo, ma tale comportamento si addice ad un funzionario della forza pubblica come lui è stato, ma non già ad un dirigente comunale che deve avere un compito politico.
In questa vicenda è proprio lui ad uscirne sconfitto più di tutti.
Quanto si è verificato, nel suo complesso, ci insegna che sia un tempo strano quello in cui viviamo, con i giorni che si succedono tra vaghe angosce ed incerto benessere, fra una miriade di immagini che non lasciano il segno.
Siamo, è vero, passati per tempi ancora peggiori, ma questo limite fa nascere il sospetto che potrebbero ritornare con maggiore crudezza.
Ma dove sono stati, in questi mesi, gli organi giudiziari?
Qualcuno dirà che stanno indagando.
Sarà, di certo, vero.
Il dubbio, però, ci assale anche perché, segnatamente, in questi ultimi tempi, in tante situazioni, dopo il clamore mediatico iniziale, pian piano, tutto, poi, viene coperto dalla cortina del silenzio.
Fra i tanti, basta ricordare la vicenda dell'Asl.
Fu mobilitata una nazione intera ed un ministro della Repubblica fu costretto alle dimissioni.
In ultimo, il silenzio. Un silenzio tombale.
Il nostro è un paese ormai incancrenito, assopito, immobile, quasi adeguato alle nefandezze.
Non c'è speranza, siamo senza speranza di giustizia.
Ed in un mondo stracolmo di ingiustizie, la speranza cerca di divenire un bene alla portata di pochi.
Un quadro avvilente ne scaturisce da tutta questa vicenda che dimostra, qualora ce ne sia bisogno, che ogni azione sia libera ed incontrollata.
In definitiva, se i rappresentanti dell'associazione che ha denunciato il fatto si fossero fermati dinanzi alle assicurazioni del sindaco e, segnatamente, di Moschella, tutto sarebbe rimasto immutato.
C'è voluta una buona dose di cocciutaggine per almeno smuovere le acque.
Il che non fa onore alle istituzioni di un paese civile nei tempi di auspicata democrazia".

comunicato n.79348




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