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Benevento, 25-03-2015 12:35 ____
L'Ordine del Giorno sull'Agricoltura e' approvato all'unanimita' dal Consiglio Comunale
E' stato presentato da Giovanni Zarro in nome della Commissione Finanze che presiede
Redazione
  

Il Consiglio Comunale di ieri, ha approvato all'unanimità, un ordine del giorno presentato da Giovanni Zarro, a nome della Commissione Finanze che presiede, un ordine del giorno sull’Agricoltura frutto del lavoro svolto nella Commissione medesima e di cui è stato artefice anche Gennaro Iarossi (nella foto è a destra proprio con Zarro in Consiglio comunale), componente del comitato di Contrade Benevento Nord-Est.
L'ordine del giorno parte dalla premessa relativa "all'annosa, difficile, insostenibile condizione economica del mondo della produzione agricola operante nel Comune di Benevento e nell’intero territorio provinciale".
Poi dice "considerato che il mercato dei prodotti agricoli è fermo anche per effetto di una azione martellante dei processi di Globalizzazione economica; che in conseguenza, uno, le varie aziende non producono redditi tali da ripagare il duro lavoro della gente dei campi, se non in misura irrisoria; due, che non godono di liquidità in quantità utile per finanziare le attività di sola manutenzione del capitale fisso e logistico impiegato nelle produzioni agricole e rischiano addirittura la conservazione dello stesso diritto di proprietà per via di una probabile insolvenza fiscale; tre, che si registra la ripresa della fuga dalle campagne per difficoltà produttive e per la scarsa azione di sostegno ed incentivazione ad una vita di periferia.
Inoltre che da qualche tempo sono visibili i segni del cambiamento climatico: le bombe d’acqua, la crescita esponenziale del dissesto idrogeologico, la desertificazione del territorio; fattori che mettono a repentaglio, con "sistematicità", il ciclo di produzione agricola e talvolta insidiano la stessa salute degli addetti agricoli facendo pagare loro, addirittura, con la vita il loro amore per i campi; che le varie filiere agricole vengono gestite con "mentalità monopolistica"; concentrano nelle mani degli intermediari e dei venditori finali l'intero valore aggiunto che viceversa dovrebbe "scendere" lungo la filiera fino a recare un qualche vantaggio anche al produttore; cioè a chi rende possibile il commercializzare, o lungo la filiera o direttamente al consumatore,  i prodotti agricoli; che occorre favorire i distretti rurali, l’aggregazione tra produttori  per favorire il loro protagonismo sociale ed economico nelle filiere, i contratti di impresa; che occorre incentivare iniziative di prodotti a km zero; che, in sede di impostazione della programmazione agricola, urge dare spazio, per fini economici ed ambientali,  alla dell’Agricoltura di precisione e sulla scorta di paradigmi collaudati in opera negli Usa ed in Australia".
Ed ancora "che le manovre fiscali, a rilevanza locale, (Iuc con parametri tendenzialmente verso i valori massimi) hanno pesato ed, oggi, ancora di più gravano sulla già precaria  condizione economica degli operatori agricoli; le imposte componenti come l'Imu, agricola e l'Imu, per i fabbricati strumentali diversi da quelli assimilabili a prima casa, l'Imu per le aree fabbricabili, insediate nelle zone a prevalente carattere rurale, che non sono destinatarie di investimenti esterni alle aree rurali  né provocano quelli interni, la Tasi che prende più di quanto dà in riferimento al pieno godimento dei servizi urbani, e la Tari per la produzione di Rsu, vengono vissute come una vera e propria "rapina".
Rilevato che è in atto, un obbligo di legge che pone in capo alle aziende agricole la revisione previo adeguamento del parco dei mezzi agricoli (provvedimento giusto perché tende ad incrementare le condizioni di sicurezza del lavoro agricolo); obbligo intervenuto, però,  a carico di aziende agricole, micro e piccole in un tempo economico difficile; cioè di aziende gestite da piccoli imprenditori che esercitano la loro attività in maniera ridotta e limitata a lavorazioni funzionali alla propria azienda e come tali esplicantesi all'interno dei propri fondi; esplicantesi, in autonomia, cioè senza utilizzo di forza lavoro esterna all'azienda stessa; che occorre per queste realtà marginali creare una fascia di salvaguardia cui riconoscere una forma di incentivazione appropriata".
Il documento chiude, quindi, chiedendo che "il governo nazionale vari misure urgenti a sostegno delle attività agricole sia di tipo economico per il rilancio degli investimenti sia di natura amministrativa; misure quest’ultime di razionalizzazione delle procedure di intervento e di piena sburocratizzazione dell’apparato amministrativo che regge il settore; che venga sollecitata una rapida definizione degli interventi e delle relative procedure di attuazione della Pac; che la Regione Campania riveda e razionalizzi i vari strumenti di intervento in agricoltura taluni inefficaci ed altri insufficienti; che preveda nella, imminente, definizione del Psr a favore degli operatori agricoli in difficoltà, un sussidio equilibrato, in materia  di revisione previo adeguamento dei mezzi agricoli".

comunicato n.79315




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