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Benevento, 02-03-2015 19:58 ____
Giovanni Zarro non demorde e nonostante la scarso pubblico che lo segue insiste nel disegnare ipotesi di sviluppo per la città ed il Sannio
A Palazzo Mosti con Giuseppe Marotta dell'Università del Sannio è stata riproposta l'idea di un manifesto di proposte il più possibile condiviso
di Diego De Lucia
  

"Per un Mezzogiorno a rischio desertificazione, l'unica soluzione è puntare sulle risorse non delocalizzate".
Un attivissimo capogruppo del Pd, Giovanni Zarro, ha organizzato un altro incontro-riflessione sul tema: "Opzione di Sviluppo della Città di Benevento e del Sannio e Agenda Comunitaria 2014-2020", e siamo al secondo nell'arco di una giornata, nella Sala consiliare di Palazzo Mosti.
L'iniziativa non ha riscontrato successo e consenso quanto a presenze di amministratori, iscritti oppure simpatizzanti al Pd o di semplici cittadini visto che era aperto a tutti.
Stasera c'erano solo una ventina di persone.
Il capogruppo, però, fa finta di nulla e tira dritto tanto che ha così commentato: "La storia la fanno le avanguardie. Siamo pochi oggi, ma per me va bene così".
Insieme a Zarro è stato presente Giuseppe Marotta, docente dell'Università del Sannio.
Un Mezzogiorno in grave e carente difficoltà con dati imbarazzanti che sono stati snocciolati questo pomeriggio, ma per Marotta l'obiettivo è concentrarsi sulle risorse locali e valorizzarle.  
Ad introdurre i lavori, è stato lo stesso Zarro che ha riproposto l'idea di un manifesto di proposte, ma che deve essere il più possibile condiviso.
"Benevento - ha concluso Zarro - può e deve avere la stessa funzione di Bologna che è la porta per raggiungere il Nord, mentre noi dobbiamo essere quella per l'accesso al Sud.
Immaginiamo un'autostrada per collegare Benevento a Caserta e Caserta a Campobasso con la nostra citta cerniera di queste economie di sviluppo: Sarebbe ottimo".
Zarro ha anche parlato del ruolo della Pubblica Amministrazione: "Quest'organo non deve segnare i processi, ma li deve anticipare, deve essere un cavallo di traino insieme alla propria classe dirigente".
Per il capogruppo saranno 20 le linee d'intervento da dover effettuare ed operare.
Giuseppe Marotta, economista, ha sottolineato come il Mezzogiorno sia sempre più lontano dalle logiche di sviluppo: "Dal 2008 sino al 2013 abbiamo avuto una riduzione del Pil del 13%.
E' un Mezzogiorno che arranca e perde i colpi.
Ora siamo nuovamente al punto di partenza in quanto abbiamo perso occupazione, perso lavoratori, c'è un apparato industriale che è in crisi ed a sua volta sono stati ridotti gli investimenti".
Il docente ha rimarcato come questi temi fossero complessi e, quindi, lui non aveva nesuna intenzione di proporre ricette: "Piuttosto costruiamo percorsi.
Bisognerrebbe, invece, ammodernare una fase produttiva, e puntare alla ricerca ed  alla produzione.
La crisi economica è drammatica ed ha distrutto un modello d'economia anche sociale, oltre che culturale".
Per anni, ha proseguito Marotta, siano stati abituati ad uno sviluppo imitativo con spostamento cioè di capitali verso il Sud.
"Avevamo dei distretti industriali ed artigianali molto floridi, ma poi abbiamo accettato la globalizzazione dell'economia che andava sì fatta, ma in maniera diversa, mentre andando velocemente e senza gradualità siamo caduti in una trappola infernale che ci ha resi svantaggiati e penalizzati dai nostri stessi diritti che noi pratichiamo ed altri no".
Marotta ha anche criticato le nuove norme del Governo Renzi sul mercato del lavoro: "Hai voglia a renderlo flessibile il mercato del lavoro, ma a che serve se la domanda non c'è? 
Occorre piuttosto intervenire sull'economia reale e tornare a valorizzare il Made in Italy, bisogna ancorare lo sviluppo a quelle risorse che non sono delocalizzabili, se questo è lo scenario.
E' su questo, quindi, che bisogna investire: Beni culturali, agroalimentare, energie rinnovabili, sicurezza del territorio e sulle piccole e medie imprese artigianali".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

comunicato n.78581




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