Una cittadina di Benevento, Carmela Caruso, ha inviato alla Stampa una lettera per segnalare un disagio riscontrato al cimitero comunale di Benevento, chiedendo, per questo, spiegazioni e chiarimenti al dirigente al ramo, Giuseppe Moschella.
Di seguito ecco il testo della missiva.
"Martedì 20 gennaio scorso è deceduto mio padre.
Insieme ai miei congiunti ci siamo attivati, come d'uso in queste circostanze, per contattare una locale impresa di pompe funebri.
Dovendo attendere dei nostri congiunti nella mattinata di mercoledì che venivamo da lontano, abbiamo cercato di far tenere il funerale il pomeriggio di quel giorno.
Il titolare dell'impresa di pompe funebri, però, ci ha spiegato che questo desiderio non poteva essere esaudito in quanto il cimitero, da qualche mese, è chiuso il mercoledì pomeriggio.
Per questo, nostro malgrado, senza attendere l'arrivo dei nostri parenti, abbiamo dovuto, comunque, celebrale il funerale mercoledì mattino.
A questo punto, mi sorge spontanea una domanda e, con precisione, se sia d'obbligo che noi persone comuni dobbiamo stabilire, per forza di cose, un filo diretto con il paradiso al fine di non subire la beffa anche nel momento dell'ultimo viaggio da parte del burocrate di turno.
A Moschella, pubblicamente, è mia intenzione chiedere quale sarebbe il suo stato d'animo qualora, suo malgrado, si venisse a trovare nella stessa situazione in cui ci siamo trovati noi e, purtroppo, si stanno trovando, in questo periodo, tanti concittadini.
O, forse, lui, dall'alto della sua autorità , non avrà mai problemi di questo tipo?
Sono situazioni gravi che il comune mortale non è ammesso che provi nel momento del dolore.
La burocrazia non può offendere sino a tanto la sofferenza della gente comune ed inerme.
Chiudo questo mio sfogo dando a Moschella un consiglio tanto amichevole.
Vada a leggere, se non lo ha fatto sino ad oggi, la poesia del grande Totò, la ben nota "A livella" e, forse, solo così capirà , in un solo attimo, quanto ho inteso dire".
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