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Benevento, 28-01-2015 08:55 ____
La Società Storica e l'Associazione Isidea tornano a chiedere il ripristino per Santa Sofia dello status di prima Sala del Museo del Sannio
Oramai è utilizzata solo per matrimoni, anche tra persone non della parrocchia, per la sua cornice monumentale
Redazione
  

La Società Storica del Sannio, con Giacomo De Antonellis,  e  l'Associazione Isidea, con Rito Martignetti, sono tornati a chiedere il ripristino, per la chiesa di Santa Sofia, dello status di prima Sala del Museo del Sannio.
La richiesta è contenuta in una lettera inviata alla Stampa in cui sono denunciate  le  condizioni in cui versano la chiesa ed il campanile della stessa.
La zona è stata inserita nella tutela alle aree di pregio protette dall'Unesco, ma, secondo gli esponenti dei due sodalizi, essa viene poco protetta e sorvegliata dal Comune, dalla Provincia dalla Prefettura, dalla Soprintendenza al ramo e dalla Curia Arcivescovile, ciascuno per le proprie competenze.
Di seguito eccone il testo.
"A seguito del recente increscioso episodio con la chiesa lasciata aperta durante la notte con l'intervento della Polizia che si è sostituita ai curatori, si ripropone il problema della corretta gestione di questo sito Unesco.
Sollecitiamo nuovamente le autorità civili ed ecclesiastiche a prendere in esame la reale tutela del complesso artistico, che coinvolge anche il chiostro e il campanile.
In proposito, si ricorda che la chiesa di Santa Sofia, concessa in uso all'Archidiocesi, è soggetta con il suo campanile al Fec (Fondo Edifici di Culto) gestito dal Ministero dell'Interno-Prefettura di Benevento.
Per anni è stata anche prima sala del Museo del Sannio, con accesso diretto al Chiostro di Santa Sofia curato dai custodi provinciali, all'attualità capaci di assicurare quell'apertura continuativa, dalle 9.00 alle 19.00, che chiediamo di riattivare.
Avendo qualifica di parrocchia, Santa Sofia oggi assolve in modo riduttivo alle funzioni sociali e religiose, a causa della minuscola sede rispetto al vasto territorio che ad essa fa capo, esprimendo il proprio ruolo sui riti sacramentali più essenziali (spesso a favore di persone estranee ai confini parrocchiali, specialmente per i matrimoni, molto richiesti grazie alla sua cornice monumentale).
Qui conviene anche osservare che alcune vicine e magnifiche chiese come il Santissimo Salvatore, San Domenico e l'Annunziata sono praticamente inutilizzate per il culto.
Inoltre, la Prefettura e la stessa parrocchia di Santa Sofia sembrano disinteressati alla conservazione del campanile, che al suo interno nasconde un degrado spaventoso.
Chiediamo, pertanto, ai diretti responsabili (Prefettura, Archidiocesi, Comune, Provincia e Soprintendenza) di uscire dal silenzio, assumendosi gli obblighi dei rispettivi ruoli.
Non si può sollecitare ed ottenere un riconoscimento dall'Unesco per una prestigiosa vestigia beneventana senza poi garantire la sua assoluta fruibilità per i visitatori e la sua continua e decorosa tutela".

comunicato n.77508




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