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Benevento, 27-01-2015 20:14 ____
La Corte si è pronunciata: Eichmann è stato condannato. Al Museo del Sannio reso attuale ciò che è stato, per evitare che possa accadere ancora
Il gerarca nazista fu accusato di atroci delitti commessi all’epoca del Terzo Reich, processato in Israele e condannato alla pena di morte. Ricostruito il suo processo
di Claudio De Minico
  

La Corte si è pronunciata: Eichmann è stato condannato.
L'impianto accusatorio ha retto alla confutazione della difesa, pure bene costruita e carica di forza persuasiva.
Ne parliamo al presente, perché è questo, forse, il senso della giornata della memoria: rendere attuale ciò che è stato, per evitare che possa essere ancora.
Con questo intento, trasformatosi l'Auditorium "Gianni Vergineo" del Museo del Sannio in un'Aula di Tribunale, è stato rievocato quello che accadde, dopo quindici anni dal processo di Norimberga, ad Otto Adolf Eichmann: accusato di atroci delitti commessi all'epoca del Terzo Reich, processato in Israele e condannato alla pena di morte.
Il processo, riprodotto con il massimo del realismo possibile, tale da affascinare il nutrito pubblico accorso, ha visto impegnati Antonio D'Amato, sostituto procuratore della Dda di Napoli; Antonio Lepre, consigliere della Corte d'Appello di Napoli; Edmondo Cacace, magistrato di Santa Maria Capua Vetere; Manlio Lubrano, docente dell'Università degli Studi del Sannio; Ester Molinaro, avvocato del Foro di Roma.
Innanzi alla Corte, composta da Lepre, Cacace e Lubrano, hanno discusso D'Amato, per l’accusa, e Molinaro, per la Difesa.
"Il processo ad Eichmann - ha esordito l'accusa - non si fonda solo su documenti a sua firma, ma soprattutto sulle testimonianze degli ebrei sopravvissuti.
Questa è la grande novità: il coraggio degli ebrei di testimoniare non solo nel processo. ma innanzi alla comunità internazionale quello che è stato, vincendo lo stato psicologico cui erano stati indotti dai nazisti.
Oggi, bisogna giudicare un uomo non perché ha ucciso direttamente, ma perché, dalla sua scrivania, ha organizzato una vera e propria strategia di sterminio".
"L'imputato - ha ribattuto la difesa - è estraneo ad ogni reato che gli viene attribuito. 
E' innocente.
Bisogna guardare ai fatti, Eichmann non ha commesso reato: il mio assistito ha agito secondo la legge del suo Paese, la legge del Fuhrer.
Dietro la sua scrivania era solo un mero funzionario che doveva eseguire degli ordini.
Non lo si può processare per questo venti anni dopo".
"Eichamann - ha replicato l'accusa - abbiamo dimostrato che non è stato un mero esecutore.
Se anche lo fosse stato, egli era nelle condizioni di rifiutarsi di dare seguito agli ordini, perché è nella tradizione giuridica di ogni Stato la possibilità di sottrarsi ad ordini illegittimi".
"Il regime in cui viveva Eichmann - ha aggiunto la difesa, prima che la Corte decidesse - era un regime totalitario ed in esso non si poteva distinguere l'ordine legittimo da quello illegittimo, il bene dal male.
Anche l'uomo più deplorevole ha diritto ad una difesa".
Questo accadde nel 1961, quando Eichmann, passato alla storia anche come "architetto dell'Olocausto", venne condannato alla pena più dura possibile.
Il processo, come sopra raccontato, è stato portato in scena, a distanza di molti anni, per ricordare soprattutto ai giovani quello che è stato.
Presenti all'evento, infatti, insieme ai loro docenti Gaetano Panella e Maria Zarro, sono stati gli studenti del Liceo Scientifico "Rummo".
Sergio Casale, Sergio Fanelli, Aldo Bassi a Alessandro Bravo, al termine del riprodotto processo, hanno suonato musiche della tradizione ebraica e brani scritti da musicisti ebrei deportati, alcuni dei quali racchiusi ne "Il pentagramma della Memoria", progetto storico-culturale di Enza Nunziato, organizzatrice dell'evento di cui parliamo, cui hanno aderito il Circolo Manfredi di Benevento, il Rotary Club di Benevento, l'Università degli Studi del Sannio, con la collaborazione del Conservatorio "Nicola Sala".
Hanno presenziato all'evento, manifestandone apprezzamento, il prefetto di Benevento, Paola Galeone, il questore, Antonio Borrelli, e, in rappresentanza del Comune, l'assessore Cosimo Lepore.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

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