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Benevento, 26-01-2015 14:18 ____
I rifiuti vanno trasformati in loco, senza sborsare ulteriori soldi per farla raccogliere prima, imballarla poi ed, infine, mandarla all'estero
E' la "nuova" frontiera delineata nel corso del convegno svoltosi all'Università degli Studi del Sannio. Solo negli ultimi 20 anni l'immondizia ha cominciato ad essere utilizzata come una risorsa e ad esser gestita in maniera intelligente
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Un interessante convegno sul tema: "La gestione dei rifiuti urbani. Stato dell'arte, tendenze e prospettive tra nuova disciplina europea e realtà territoriale" si è tenuto, questa mattina, presso l'Università degli Studi del Sannio.
Hanno relazionato: Carlo Lupoli, direttore dell'Asia di Napoli; Daniele Fortini, presidente ed amministratore delegato Ama Roma, e Francesco Pepe, professore associato di Ingegneria chimica dell'Università degli Studi del Sannio.
A moderare la tavola rotonda, invece, è stato Daniele Cutolo, presidente dell'Adisu (ente che ha promosso l'iniziativa insieme all'Ateneo sannita).
I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del rettore, Filippo de Rossi, il quale ha sottolineato l'ampia quantità di problematiche relative alla materia in esame "nel cui settore, ci sono tanti orecchianti ed apprendisti stregoni: categorie che fanno entrambe danni".
In pratica, l'invito del rettore alla platea degli studenti è stato quello di restare sempre vigili ed attenti, facendo massa critica attorno alle possibili soluzioni per porre fine al tema dell'emergenza rifiuti, studiando al contempo la possibile introduzione di tecnologie all'avanguardia da impiegare proprio nel sistema di gestione dell'immondizia.
A seguire, molto dettagliata è stata la relazione di Daniele Fortini il quale ha ricordato che, solo dalla metà dell'800 in poi, i rifiuti sono stati rivalutati come un bene da riutilizzare e non solo come un qualcosa da eliminare, incenerire o interrare.
Analizzando le varie legislazioni sul tema dello smaltimento dei rifiuti, succedutesi nel corso dei secoli, il professore si è soffermato sul fatto che "solo negli ultimi 20 anni l'immondizia ha cominciato ad esser utilizzata come una risorsa e ad esser gestita in maniera intelligente, anche ai fini della produzione energetica".
Fortini ha altresì ricordato che dei 1.500 kg di peso medio per ogni automobile, solo il 30% è riutilizzabile, così come il solo 3% per ogni singolo Iphone.
Esempi lampanti per capire come le gomme, le plastiche, gli addensanti eccetera, che compongono oggetti e beni di uso quotidiano, non sono scomponibili e riciclabili e, quindi, altamente inquinanti.
Insomma, il monito è quello di seguire le ultime direttive europee che evitano di creare ulteriori danni all'ambiente in cui viviamo, privilegiando, dunque, l'eco-design, il riciclo dei prodotti e la riduzione della produzione dei rifiuti.
In questo senso, per Fortini, sarebbe auspicabile che il Sud Italia si rapporti agli stessi standard del Nord, facendo nascere sul proprio territorio degli impianti di smaltimento dei rifiuti che, tra le altre cose, gioverebbero anche allo sviluppo economico dell'intero meridione.
Concorde su questo aspetto, si è detto anche Carlo Lupoli che ha aggiunto: "Chi inquina, è giusto che paghi!
E, poi, è fondamentale la prevenzione".
Lupoli ha anche illustrato i dati relativi all'Asia per quanto concerne la gestione dei rifiuti nel 2014 nella città di Napoli, ovvero: su una popolazione di 1.300.000 abitanti, 300 sono le strade servite (117 km); 29 le sedi sul territorio comunale; 525.753 le tonnellate di rifiuti solido-urbani conferiti e 139.147 tonnellate di Rsu destinati alla raccolta differenziata.
Invece, il ricavo della vendita dei rifiuti alle aziende specializzate è pari a 4 milioni di euro.
Una cifra non da poco!
L'optimum sarebbe quello di vendere l'immondizia o trasformarla in loco, senza sborsare ulteriori soldi per farla raccogliere prima, imballarla poi ed, infine, mandarla all’estero per farla lavorare.
L'ideale, perciò, sarebbe creare degli impianti di smaltimento e trasformazione dei rifiuti sul territorio, anche per creare un notevole indotto economico e lavorativo.
Proprio per questo motivo, Francesco Pepe ha illustrato il processo di estrusione: una pratica che la Provincia di Benevento intende adottare attraverso uno studio di fattibilità sviluppato dal Dipartimento d'Ingegneria di Unisannio. 
"Un processo che, recuperando la plastica dai rifiuti solidi urbani prodotti dallo Stir di Casalduni, mediante una selezione ottica che utilizza sensori all'infrarosso vicino, produce lunghi pezzi a sezione costante".
Le plastiche derivate potrebbero essere utilizzate per la creazione di sabbie sintetiche.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

comunicato n.77448




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