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Benevento, 26-01-2015 13:55 ____
Attacco di tutto rispetto portato alla governance della Camera di Commercio con sette sigle sindacali che sparano a zero sulla gestione Campese
C'è tanto grano nel granaio ma la gente muore di fame... Non si possono spendere il 50% degli incassi solo per mantenere l'Ente. Bisogna allargare gli orizzonti ed andare a recuperare soldi lì dove ci sono
Nostro servizio
  

L'attacco portato all'attuale gestione della Camera di Commercio è di tutto rispetto.
Sette sigle di rappresentanza sindacale si unisono per dire: Così non si può andare avanti, si va a sbattere.
Esse ritengono di essere oramai quasi la maggioranza se non addirittura la maggioranza delle imprese che rappresentano l'Ente di piazza IV Novembre.
Cosa fare per cambiare ed invertire la tendenza, al di là della denuncia, non è stato descritto nei particolari.
E' stato solo riferito di una richiesta, inviata lo scorso fine settimana al Ministero ed alla Regione Campania (si ritiene che questi siano i due organismi in grado di poter sottrarre lo scettro del comando all'attuale presidente Antonio Campese, legittimamente eletto), con l'intento di raggiungere il commissariamento della Camera.
Al tavolo della presidenza Nicola Romano, per Confcommercio; Ignazio Catauro per Unimpresa; Giuseppe Salvati, per Cidec;  Carmine Giangregorio per Fapi; Annamaria Formicola per Aicast ed Angelo Cipriano per Casartigiani. Assente il rappresentante di Confazienda, ma che ha lasciato la sua adesione all'iniziativa ha detto Catauro.
Presente, invece, Massimo Cosenza, avvocato e rappresentante della società di servizi di Confcommercio, Cat.
Ad aprire il "fuoco" è stato il presidente di Confcommercio Nicola Romano, il quale ha sottolineato essere stata questa la prima volta di una denuncia unitaria da parte di tante sigle di rappresentanza: Mi augurio sia solo l'inizio di una lunga e fattiva collaborazione. Insieme siamo la maggioranza delle imprese iscritte ad associazioni sindacali, siamo più di 5mila a cui se ne aggiungono circa 2mila provenienti dal mondo agricolo, fatto questo che è una novità degli ultimi giorni.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare gli Enti preposti relativamente al degrado che non siamo riusciti a rimuovere relativamente alla governance della Camera di Commercio di Benevento.
Si parte da un dato, ha detto Romano, e cioè che non è più rinnovabile il blocco relativo a questo modo di fare.
Che dire: La nostra Camera di Commercio mi riporta alla mente la Sierra Leone, un paese poverissimo ma allo stesso tempo con i più importanti giacimenti di diamanti del mondo.
Così anche da noi le nostre eccellenze non vengono valorizzate, sia nel settore dell'agro-alimentare che in quello della piccola e media industria e ci sentiamo e siamo poveri.
Negli ultimi venti anni la Camera ha incassato circa 160milioni di euro dei quali più della metà sono stati spesi solo per pagare gli stipendi e per la gestione dell'Ente.
Ovviamente è tornato il motivo della doglianza, in questo j'accuse, nei confronti del segretario generale della Camera ed al suo compenso annuo che, ha detto Romano, è di 250mila euro.
Nessuno pensa di avere la bacchetta magica, ma con un operato diverso potevamo dare un minimo di assistenza alle strutture produttive.
La verità è che siamo carenti in maniera assoluta relativamente alla progettualità.
Tutto è stato affidato a Valisannio, l'Azienda Speciale della Camera di Commercio, ma questa non ha lasciato traccia alcuna del suo operato.
Ora si parla della nascita di una Fondazione: Perché? Per farne cosa, per moltiplicare incarichi?
Bisogna, viceversa, intervenire subito per arrestare questo stato di cose ed è per questo che abbiamo chiesto il commissariamento dell'Ente con la speranza di andare subito ad una nuova governance e ad una gestione più oculata.
Se bisogna solo sopravvivere ancora per un po', allora è anche il caso di fare in modo che questa storia nata male finisca al più presto.
Riguardo il presidente Campese, Nicola Romano, pur sottolineando che la sua critica non è alla persona, ha contestato le dichiarazioni rese prendendo a prestito la favola di Esopo: Quella della volpe e dell'uva.
Noi non ci sentiamo essere rappresentati da questa descrizione fantastica ma forse lui, Campese, sì.
A quell'uva a cui agognava da tempo, ora è arrivato, ma noi a queste volpi, che prendono il posto degli operai  che devono invece lavorare l'uva per vinificarla e non per mangiarla, daremo un calcio lì dove non spunta il sole...
Dopo Romano ha preso la parola Giuseppe Salvati, presidente regionale di Cidec, il quale ha rimarcatio che un certo tipo di tensione è in verità comune a tutte le Camere di Commercio, ma qui si consuma un primo grande passo con l'unione di tante sigle sindacali che denunciano una gestione per certi versi privata dell'Ente e questo non va bene anche se i fondi per larga parte non sono pubblici ma provenienti da contributi di privati.
Carmine Giangregorio di Fapi ha parlato di un inutile governance della Camera di Commercio.
Si guarda solo al peggio sena intravedere nulla di positivo ed invece sul territorio avremmo bisogno di sostegno alle imprese.
In questo momento, la Camera di Commercio di Benevento, ha detto Giangregorio, è un Ente estremamente inutile e non propositivo.
Non basta promuovere un prosciutto oppure una bottiglia di vino per ritenere di aver adempiuto al proprio mandato.
Ignazio Catauro di Unimpresa, ha dato conto di un trend nazionale che impone alle Camera di Commercio di abbassare la contribuzione delle imprese e quindi di ridurre le entrate del 30% per quest'anno, del 40% per il prossimo anno e del 50% da qui a due anni.
Questo comporta necessariamente la revisione anche della gestione ordinaria.
Da qui la necessità, indicata dal Governo Renzi (ma ora pare che su questa manovra ci sia un certo raffreddamento) di un accorpamento tra piccoli Enti.
Tra le province di Benevento ed Avellino ci sarà una platea di almeno 80 imprese.
Le uscite, si è chiesto Catauro, possono rimanere le stesse con le entrate così ridotte?
Bisogna allora muoversi ed invertire la rotta e dico subito che noi imprenditori siamo favorevoli all'accorpamento per ridurre le spese.
A novembre si attiverà già la procedura per il rinnovo degli organi statutari di questa Camera di Commercio.
Siamo il 50% delle imprese e rappresentiamo l'80% del Consiglio generale i cui componenti, in parte, sono messi in discussione dalle loro stesse organizzazioni di appartenenza.
Annamaria Formicola, di Aicast ha parlato della sua Associazione che si affaccia da nuovo ingresso sul territorio e tuttavia appoggia il progetto predisposto affinché si possa crescere.
Angelo Cipriano, di Casartigiani di Avellino ha sottolineato di essere oramai tutti insieme una grande famiglia coesa al suo interno. Oggettivamente, ha detto, devo confermare che la Camera di Commercio di Avellino è più attiva.
Ma noi siamo qui per contribuire ad una svolta anche a Benevento ed affinché anche qui qualcosa cambi.
Nicola Romano, rientrando nella discussione ha detto che sui circa 7milioni di incasso annuo, 1.560.000 vengono spesi annualmente solo per il personale e circa 1.700.000 per le spese ordinarie.
Quello che rimane, circa 3 milioni di euro, una parte viene accantonata ed infine una parte va sul territorio.
Ora lo Stato dice: Vuoi confermare queste spese?
Trovati gli introiti mancanti sul territorio.
In altre Camere, ha proseguito Romano, hanno dato spazio alle eccellenze locali portando in tal modo sia benessere alle aziende che all'Ente.
Addirittura sono stati aperti uffici e contatti con altri Paesi lontanissimi e su questo segmento è stato spostato il personale. In questo modo è aumentato il 19% delle entrate.
Se c'è progettualità, ha detto Romano rispondendo peraltro ad una nostra specifica domanda, non c'è bisogno di licenziare nessuno ma addirittura si potrebbe assumere.
Qui da noi invece tutto si è retto solo sui versamenti del mondo produttivo restituendo poco al territorio.
Così si va a sbattere.
In un anno sono scomparse 483 imprese di Confcommercio.
In totale, sono state chiuse 2.450 imprese in meno di tre anni con un fatturato in calo del 51%.
C'è bisogno urgentemente di non avere più una "camera oscura" ma di una governance che si apra ai programmi ed alle idee.
Continuare a pesare solo con la gestione per il 50% della spesa non è più possibile, è esagerato.
La Camera di Commercio di Benevento nonostante sia tra le ultime 5 come dato economico in percentuale è tra le prime dieci più virtuose con 20 milioni di depositi.
C'è tanto grano nel granaio, ma la gente muore di fame...
Sin qui la lunga conferenza stampa di queste sigle sindacali che ora confidano di fare altri passi insieme per raggiungere lo scopo di abbattere l'attuale governance della Camera di Commercio.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.


 

 

 

comunicato n.77447




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