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Benevento, 26-01-2015 07:20 ____
All'alba operazione anticamorra dei Carabinieri che eseguono quattro ordinanze di custodia cautelare in Carcere
I provvedimenti restrittivi si riferiscono alle indagini nei confronti del Clan Sparandeo che portò all'arresto di 26 componenti del sodalizio criminoso. A giugno un atto estorsivo contro una pizzeria di Ceppaloni
Redazione
  

Questa  mattina, all'alba, all'esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Benevento hanno svolto un'operazione anticamorra, denominata "Tabula Rasa 2", dando esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal  gip del Tribunale di Napoli - Sezione XXIII nei confronti di quattro indagati affiliati al Clan  Sparandeo ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di estorsione con l'aggravante delle finalità mafiose.
A finire in manette sono stati: Corrado Sparandeo, 28 anni, già detenuto nel carcere di Opera; Italo Di Pietro, 32 anni, sorvegliato speciale con obbligo di dimora a Benevento; Giuseppina Piscopo, 31enne di Benevento; Silvio Sparandeo, 25enne di Benevento.
Il provvedimento del giudice di Napoli, accogliendo l'impostazione dell'Ufficio, stabilisce che gli indagati hanno compiuto, nello scorso mese di giugno, un atto estorsivo nei confronti del titolare di una pizzeria sita a Ceppaloni, costringendolo a consegnare loro la somma di 800 euro. 
Le indagini, sia tecniche che dinamiche oltre a riscontri di natura documentale, hanno consentito di raccogliere concreti elementi probatori sui quattro destinatari dei provvedimenti, acclarandosi che Corrado Sparandeo, sebbene detenuto, continuava attraverso familiari a gestire il clan ed a dirigerne le attività illecite, soprattutto quelle di natura estorsiva tanto che, nello scorso mese di ottobre, era stato sottoposto allo speciale regime detentivo di cui all'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario.
L'esecuzione degli odierni provvedimenti cautelari è il risultato del proseguimento delle indagini che i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Benevento hanno condotto sull'organizzazione criminale, già colpita, lo scorso marzo, dall'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, sempre su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nell'ambito dell'Operazione "Tabula Rasa" nei confronti di 26 tra esponenti apicali ed affiliati al clan per il reato di associazione per delinquere finalizzato ad estorsioni, usura, traffico e spaccio di stupefacenti.
"L'episodio criminoso contestato oggi agli indagati - scrive nella nota inviata alla Stampa la Direzione Distrettuale Antimafia - dimostra che il Clan Sparandeo continua ad essere egemone in città e nei centri vicini ed è tuttora temuto per gli atteggiamenti che caratterizzano le associazioni camorristiche, instaurando un clima di omertà, evidenziato anche nel corso dell'escussione dalla parte offesa, che non ha avuto il coraggio, per timore di eventuali ritorsioni, di denunciare gli autori delle richieste estorsive".
In mattinata, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, c'è stata una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il comandante provinciale, collonello Pasquale Vasaturo, insieme con il capitano Vincenzo Pappalardo, a capo del Nucleo Investigativo del Reparto, ed il capitano Giuseppe Izzo
"I cittadini - ha sottolineato Vasaturo - devono recarsi presso il Comando per uscire da questo gioco che non porta ad una fine gloriosa.
Le attività commerciali sono strangolate da questa presenza criminale". 
Il capitano Pappalardo ha spiegato che il passaggio di denaro era destinato a soddisfare una singola rata: "I contatti erano quelli classici con la solita metologia criminale".
Durante la conferenza, Pappalardo ha illustrato i particolari e, quindi, che Corrado Sparandeo, nonostante fosse detenuto, continuava, attraverso i suoi familiari, a gestire il clan ed a comandare le attività illecite, soprattutto quelle di natura estorsiva.
Sparandeo, lo scorso mese di ottobre, era stato anche sottoposto allo speciale regime detentivo del 41 bis.
Vasaturo ha rimarcato come il fenomeno dell'usura sia ancora sottotraccia: "Quest'operazione è un suggello a quella svolta data negli mesi scorsi che ci ha portato a verificare un episodio estorsivo ai danni di un commerciante di Ceppaloni.
Così abbiamo potuto acclarare la continuità dell'azione pressante da parte degli esponenti del clan". 
Il colonnello ha rimarcato come la forza intimidatrice fosse comunque alta: "La vittima non ha voluto denunciare nulla.
Siamo stati noi che sabbiamo scoperto queste minacce ed intimidazioni attraverso il monitoraggio delle attività del clan".

Le foto in basso sono del Comando Provinciale del Carabinieri di Benevento.

 

 

                                       

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comunicato n.77440




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