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Benevento, 21-12-2014 08:06 ____
L'INTERVISTA DELLA DOMENICA. Paola Galeone, un alto rappresentante dello Stato che avvicina l'algida figura prefettizia alla gente comune
Giovane, di bell'aspetto, intelligente, il prefetto Galeone in pochi mesi è riuscita a farsi amare dai cittadini sanniti che vedono in lei una persona dal volto umano con la quale poter colloquiare
di Erica Di Santo
  

Questa settimana, "L'Intervista della Domenica" ha il piacere ed il grande onore di ospitare un personaggio d'eccezione: il prefetto di Benevento, Paola Galeone.
Una donna ed un alto rappresentante delle Istituzioni che, grazie al suo elegante savoir-faire ed ai suoi modi gentili e delicati, è riuscita ad "avvicinare" l'algida figura prefettizia alla gente comune.
Giovane, di bell'aspetto, intelligente, il neo-prefetto Galeone, in pochi mesi, è riuscita a farsi amare dai cittadini sanniti che vedono in lei una persona dal volto umano con la quale poter parlare e non una mera "autorità". Una dote, questa, d'inestimabile valore per chi vuole davvero rappresentare i cittadini e non "appuntarsi" sul bavero l'ennesima medaglia per appagare il proprio ego.
Ma prima di arrivare a ricoprire un così prestigioso incarico istituzionale, qual è stata la gavetta della dottoressa Galeone?
Ebbene, nel suo curriculum, oltre a ben due lauree, brilla anche una lunga carriera nell'Amministrazione dell'Interno (dal 1987 al 2008, presso la Prefettura di Taranto, sua città natìa).
Inoltre, in questo lungo arco di tempo, Galeone ha assunto incarichi di: capo di Gabinetto, responsabile Ufficio Stampa e Ufficio Pubbliche Relazioni, funzionario alla Sicurezza, coordinatore dell'Ufficio Affari Sociali nonché dirigente dell'Ufficio Not.
A seguire, nel 2008, venne trasferita a Cosenza con l'incarico di vicario del prefetto (dal 31 marzo 2008 al 26 luglio 2009, ha ricoperto l'incarico di dirigente reggente dell'Area I - Ordine e sicurezza pubblica - e, dal 29 luglio 2010, quello di reggente dell'Area II, Raccordo con gli Enti Locali e consultazioni elettorali).
Assegnata dal 6 settembre 2010 alla Prefettura di Campobasso, ha disimpegnato le funzioni di viceprefetto vicario fino al 29 dicembre 2013.
Poi, tra il 2011 ed il 2013 è stata responsabile dell'Ufficio Provinciale di Censimento; Reggente il Servizio II - Amministrazione, Servizi Generali e Attività Contrattuali - e prefetto con incarico di vice commissario del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Infine, dall'8 maggio 2014 è prefetto della provincia di Benevento.
Per quanto concerne la sua formazione professionale, Galeone è abilitata all'esercizio della professione forense e all'insegnamento delle "Discipline giuridiche ed economiche" (è iscritta all'Albo dei Docenti della Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno) ed all'Ordine dei Giornalisti della Regione Puglia.
Ha altresì conseguito il Diploma in Diritto Comparato presso l'Università di Urbino ed i Master annuali in "Economia del Settore Pubblico; in "Cittadinanza Europea e Amministrazioni Pubbliche" ed in "Comunicazione, informazione e rapporti con i media".
Inoltre, ha svolto le funzioni di commissario straordinario nei Comuni di Crispiano, Statte, Fragagnano, Manduria, Castellaneta, Corigliano Calabro e Cerzeto ed ha presieduto le Commissioni Straordinarie per la gestione provvisoria dei Comuni di Platì e di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria, di Casapesenna in provincia di Caserta, sciolti per ingerenze della criminalità organizzata. 
E' insignita dell'Onorificenza di Ufficiale dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana" e dell'Onorificenza di Dama dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Buona lettura a tutti!
 
Signor prefetto, quando ha saputo di dover ricoprire il suo prestigioso incarico istituzionale presso la Prefettura di Benevento, cos'ha provato?
Beh, sono rimasta sicuramente molto colpita da questa nomina.
In quel periodo ero vice commissario del Governo in Friuli Venezia Giulia e, quindi, lavoravo a Trieste.
Ovviamente, quando ebbi la notizia, rimasi molto contenta che l'Amministrazione avesse pensato a me, soprattutto in un momento in cui la città di Benevento stava attraversando un periodo abbastanza particolare a livello prefettizio.

Conosceva già la città di Benevento?
No. Non la conoscevo e non c'ero mai stata prima.

Quando arrivò nel nostro capoluogo di provincia, si è sentita ben accolta?
Certo e devo anche dire che ho trovato un grandissimo entusiasmo ed ho subito ricevuto, così come oggi, molto calore da parte dei cittadini sanniti.

Per lei, è senz'altro un grande onore essere il massimo rappresentante del Governo sul territorio; però, siamo altresì convinti che questo le costi dei sacrifici. Sbagliamo?
Beh, da un certo punto di vista è proprio così.
Infatti, svolgendo questa professione, la vita pubblica e quella privata non sono distinte e parallele, ma vanno ad intersecarsi una con l'altra.
Il mio è sicuramente un incarico di prestigio ed, ovviamente, è intuibile che tutto ciò comporti anche delle rinunce. Del resto, se si decide di lavorare bene e di operare una profonda e capillare conoscenza del territorio, è ovvio che la vita privata debba calibrarsi su quella professionale e viceversa.
D'altronde, ogni giorno, ho diversi impegni dalla mattina alla sera e, nonostante tutto, cerco di essere sempre presente in tutte le manifestazioni, riunioni e così via. 
Proprio per questi motivi è naturale che i momenti della vita privata si restringano.

Indicativamente, come si svolge la sua routine giornaliera?

Di norma, non amo molto la "programmazione" e la routine non mi piace e non mi appartiene.
Però cerco di fissare tutte le riunioni importanti, anche per compatibilità con altri uffici pubblici, soprattutto di mattina; idem per gli appuntamenti istituzionali.
In questo modo dedico il pomeriggio allo studio delle carte, oppure giro per i vari paesi della provincia.
Come ho detto prima, infatti, mi piace essere sempre molto presente sul territorio e vicina a tutta la comunità sannita.

Dal suo lungo curriculum si evince che ha già ricoperto diversi ruoli istituzionali.
Ebbene, quali tra essi è stato l'incarico che le ha dato maggiore soddisfazione e quello di cui ne va maggiormente fiera per i risultati raggiunti sul territorio in cui ha operato?
Sicuramente quello che, poi, si è rivelato anche il più "difficile": essere presidente della Commissione Straordinaria del Comune di Platì, in Calabria che, in precedenza, era stato sciolto per ingerenze della criminalità organizzata. Ebbene, in quel territorio ho trascorso 24 mesi durante i quali ho potuto operare molto bene e ricevere, di conseguenza, una grande soddisfazione tant'è vero che, ancora oggi, sono in tanti quelli che mi telefonano e mi ricordano come una persona che ha tentato, provato e cercato in tutti i modi di apportare una vero cambiamento positivo su quel territorio. E di tutto ciò ne vado certamente fiera.

Ne va fiera anche in quanto donna?
Come no!
Del resto, Platì è una zona della Calabria dove le donne non vivono ancora in maniera del tutto emancipata; non di rado, avvengono ancora matrimoni "prestabiliti" dalle famiglie e perciò il fatto di essere un prefetto-donna, in un territorio così, certamente non è stata una cosa semplice e facile. 

Quindi, è stato anche un "segnale" che lo Stato ha voluto mandare, non le pare?
Sì, esattamente e le dirò di più: In quel paese e nelle zone ad esso limitrofe, donne al bar non se ne vedono.
Non a caso, una volta, mentre stavo prendendo un caffè, chiesi a degli uomini: Scusate ma qui le donne non vengono mai a prendere il caffè?
E loro, di contro, mi risposero: Il caffè è più buono a casa.
Stiamo parlando del 2008 e, quindi, non di tantissimi anni fa! Pensi un po'!

C'è stata qualche donna che le si è avvicinata per chiederle aiuto o qualche consiglio mentre operava a Platì?
Sì e devo dire che, anche grazie alla mia presenza, in un certo qual modo si sono sentite "più forti".
Ricordo una bella iniziativa che portai avanti con un gruppo di ragazze che lavoravano al ricamo in una maniera eccelsa.
In pratica, mi chiesero come poterle dare un mano per emanciparsi attraverso il loro lavoro e così feci in modo di organizzare un vero e proprio laboratorio per poi vendere tutte le loro opere hand-made.
Le feci etichettare con un marchio speciale che attestava l'originalità e l'altissima qualità dei manufatti e alla fine organizzai pure un pullman per portarle a Taranto, la mia città, per farle visitare il Museo delle Arti e dei Mestieri. Ovviamente i loro mariti "acconsentirono", salvo il fatto di farle ritornare entro la mezzanotte!

Della sua città di origine ne parleremo dopo. Ora, però, cambiamo letteralmente argomento.
A suo giudizio, com'è lo stato della Sicurezza nella provincia di Benevento?
Beh, in quanto a "percezione della sicurezza" bisogna fare un distinguo tra Benevento città e provincia.
Il capoluogo è molto più tranquillo rispetto alle zone che sono limitrofe alla provincia casertana, che è un territorio più "problematico" e che risente maggiormente dell'influsso della malavita organizzata.
Magari, in certi paesi, anche un banale litigio può degenerare in violenza.
Non a caso, durante l'ultima riunione del Comitato Sicurezza, è stato sollevato proprio questo problema e sono state altresì marcate e denotate le diverse "connotazioni" territoriali.

Secondo lei, cosa manca a questa città per operare quel "fatidico" salto di qualità tale da trasbordarla verso un maggiore sviluppo non solo economico?
A volte, tra me e me, penso che esista per davvero la "Dormiente nel Sannio" nel senso che, molto probabilmente, Benevento si adagia un po' troppo su se stessa pur avendo delle grandi potenzialità da esprimere.
Le gioverebbe una bella carica di adrenalina!
Noto che sia la Provincia che il Comune stanno cercando di potenziare e mettere in atto diverse belle iniziative ma ritengo che, più di tutto, bisognerebbe puntare sul settore turistico.
Benevento ha bisogno di un forte "impulso", per esser conosciuta meglio sia in Italia che all'estero.

Nell'ambito della Protezione Civile che lei sovraintende, facendo gli scongiuri, in caso di calamità naturale e soprattutto di terremoti, Benevento è pronta per affrontare tempestivamente eventuali emergenze o no?
Lo è ed anzi, proprio in quest'ultimo periodo, stiamo ulteriormente lavorando e procedendo a mappare e monitorare ulteriormente alcuni territori insieme all'apporto dell'Anas, della Regione eccetera. Il fine è quello di migliorare ulteriormente, controllare e supportare tutte le iniziative atte a prevenire i rischi ed anche ad essere preparati anzitempo.

Poiché lei è anche garante dei Servizi Pubblici Essenziali e svolge attività di mediazione nelle vertenze di lavoro, allorquando si verificano manifestazioni di protesta sotto il Palazzo del Governo, come cittadina prima e poi come massimo rappresentante dello Stato, quale risposta vorrebbe dare agli operai licenziati dalle fabbriche, a chi è senza lavoro e a chi non ha casa?
L'augurio che posso formulare ai cittadini è quello della serenità che, ora più che mai, significa avere un posto di lavoro.
Non augurerei mai a nessuno di fare una vertenza sindacale per la perdita di un posto di lavoro; ma è pur vero che, purtroppo, la crisi c'è.
In questo senso, la Prefettura serve anche per trovare degli ammortizzatori sociali, a modificare dei contratti di lavoro atti alla riduzione delle ore e non al licenziamento tout-court eccetera.
In tutti i modi, non avendo la bacchetta magica, che dire? Speriamo, almeno, di contenere e di evitare ulteriori danni.

In più di qualche occasione, le abbiamo sentito pronunciare queste parole: La Prefettura deve essere aperta ai cittadini; la devono sentire come la propria casa.
Questa è un'affermazione che ci fa capire quanto le stiano a cuore i problemi della gente. Ma, in che modo intende continuare quest'azione di avvicinamento dell'Istituzione prefettizia al cittadino?

Quando dico a qualcuno: Vienimi a trovare in Prefettura... mi guardano tutti straniti ed un po' "diffidenti".
Alcuni si spingono oltre e, addirittura, mi dicono: "No, spero proprio di non venirci mai!"
Purtroppo, la Prefettura è ancora vista come l'ente che ti ritira la patente o altro ancora; fa un po' "paura" ed incute una "certa impressione".
Ma non è assolutamente così! Noi lavoriamo per la risoluzione dei problemi.
Tra l'altro, la Prefettura di Benevento è ubicata in uno splendido ed antico palazzo che è giusto far conoscere, mettendolo a disposizione di tutte quelle associazioni, ovviamente senza scopo di lucro, che hanno bisogno di una location qualificata per avere una bella vetrina dove organizzare manifestazioni culturali e sociali votate alla beneficenza ed alla solidarietà.

C'è ancora molto tempo, ma prima della conclusione del suo mandato, cosa si augura di realizzare?
Mi auguro di riuscire, anche grazie all'apporto delle altre Istituzioni, a far compiere quel salto di qualità che merita questa città.
Spero anche che la popolazione sannita possa conservare un bel ricordo di me!

E per il suo futuro professionale, cosa auspica?
Innanzitutto di fare del bene e, poi, continuerò ad andare dove l'Amministrazione vorrà mandarmi, magari in qualche altra città di provincia.

A livello di carriera, ha delle ulteriori ambizioni?
C'è chi ama la "vita da Ministero" e chi "di periferia". Io preferisco la seconda: Amo stare sul territorio.

Ora passiamo alla sua vita privata e partiamo dalle sue origini. Quand'è nata?
Il 5 agosto del 1963, da papà Antonio e da mamma Carmela.
Sono figlia unica (nella foto d'apertura, è il 1966, con papà e mamma).

Che scuole ha frequentato e dove?
Tutte a Taranto, dall'asilo al Liceo Scientifico.

Perché ha scelto quel tipo di Liceo?
In effetti, i miei genitori avrebbero preferito che io frequentassi il Liceo Classico ma, ad essere sinceri, mi piaceva molto la matematica.

Però, poi, non ha seguito una carriera all'insegna dei numeri...
Questo è vero in parte. Infatti, dopo la prima laurea in Giurisprudenza (conseguita presso l'Università degli Studi di Bari) ne ho preso anche un'altra in Scienze Politiche, proprio ad indirizzo economico.
Come si vede, il "pallino dell'economia" non l'ho mai abbandonato!

Perchè si è iscritta a Giurisprudenza?
Svelo un segreto: Da piccola ho sempre desiderato fare l'avvocato penalista ed, infatti, poi ci sono effettivamente riuscita.

La carriera prefettizia, invece, quand'è iniziata?
Il 31 dicembre del 1987. A quell'epoca ero già avvocato.

E che tipo di avvocato era?
Abbastanza aggressiva ed avevo uno studio che andava anche abbastanza bene.
In quegli anni, avevo superato gli esami da procuratore; quello da avvocato; avevo vinto diversi concorsi (nelle Poste, nella scuola, con una cattedra poi rifiutata a Cles, in provincia di Trento) eccetera.
Alla fine, però, decisi di accettare l'incarico in Prefettura e, con il senno di poi, mi sento di lanciare questo messaggio ai giovani: Se amate davvero la vostra professione e ci credete, prima o poi, il merito vi premierà sempre. Personalmente, infatti, non credo tanto a chi dice che, per sfondare, servono le raccomandazioni eccetera.

Quando accettò di entrare in Prefettura, avrebbe mai pensato che, un giorno, sarebbe diventata prefetto?
No, assolutamente mai anche perché, all'epoca in cui entrai in amministrazione, donne-prefetto non ce n'erano; al massimo c'era qualche vice-prefetto.
Era una cosa del tutto impensabile! Però, dentro di me... ci speravo!

Arrivando in tempi più recenti, poiché è abituata a presenziare a tante manifestazioni ufficiali e cerimonie pubbliche, si è mai sentita o l'hanno mai messa in imbarazzo?
Onestamente no.
Certo, ci possono essere delle situazioni più o meno congeniali in cui ti senti più o meno a tuo agio... ma: No, non mi sono mai sentita a disagio.
E poi tenga anche conto che, prima di diventare prefetto, per 5 anni sono stata vicario del prefetto e, quindi, ero già abituata a partecipare a manifestazioni di rappresentanza.
Certe volte, comunque, il parlare in pubblico incute ancora un certo timore ma devo esser sincera, con il tempo, questa "paura" è stata superata.

Quando non lavora, cosa fa per rilassarsi?
Amo leggere libri, ascoltare musica, fare shopping ed anche viaggiare.
Però, devo dire che mi rilasso soprattutto quando sto a casa; spesso navigo su internet.
Infatti, nonostante non sia più una giovanissima, internet mi attrae moltissimo e credo che, se usato bene, possa davvero rappresentare una finestra sul mondo.

Pratica qualche sport?
No, dovrei farlo in quanto ho messo su qualche kiletto ma... sono troppo pigra.

Prima ha detto che le piace fare shopping ed, infatti, abbiamo notato che è una donna sempre molto elegante e di gran classe. Ebbene, ci svela qual è la sua boutique preferita?
No, non ho uno stilista preferito o un negozio fisso.
Poiché mi piace viaggiare, spesso mi capita di fare acquisti sia a Napoli che a Roma o altrove.

Ama la moda, quindi?
Sì, molto. Però ritengo che bisogna sempre "rivederla", interpretandola su se stessi.

Ha appena detto che adora viaggiare. Dov'è stata finora?
Ho già girato tutta l'Europa, sono stata in America dove ho fatto il classico "Coast to Coast", a Dubai...
Insomma appena posso, anche durante le vacanze sia estive che invernali, parto sempre.

Ha qualche altra passione?
Ebbene, qui bisogna fare io confesso: Sono un'amante del Burraco ed, infatti, gioco a livello agonistico, faccio pure parte della Fibur e sono giudice di gara.
Nel Burraco, così come per il gioco del Calcio, esistono i Campionati di serie A, B, C ed anche la Nazionale. Ebbene, io gioco nella Nazionale del Burraco.

Complimenti! Quando ha iniziato a giocare la prima volta?
Una ventina di anni fa. Ormai, quasi tutti i weekend sto in giro per l'Italia per partecipare ai vari tornei.
E poi, è un gioco che allena la mente... e, cosa non da poco, ti "impedisce" di pensare ad altro.

Una curiosità: Quando cammina per le strade della città o magari sta al ristornante, capita che qualcuno dica: C'è il prefetto... Quella signora è il prefetto...?
Ovviamente, la gente la riconosce, non le dà fastidio non avere un po' di privacy?
Ormai, non ci faccio più caso.
In tutte le cose ci sono sia i pro che i contro e, per quel che mi riguarda, mi fermo sempre a salutare, colloquiare con le persone.
A volte, capita pure che qualcuno mi fermi per strada e mi chieda: Scusi, ma lei è il prefetto?
Altre volte, invece, c'è chi mi elenca tutti i suoi problemi ed, ovviamente, mi fa sentire anche un po' in imbarazzo perché se non gli dai ascolto, sembri scostumata e poco sensibile.
Il fatto è che, a volte, anch'io ho bisogno di una mezz'ora per uscire a fare quattro passi in tranquillità!
In tutti i modi, con le buone maniere, si riesce sempre a mediare tutto.

Com'era da bambina?
Fino all'adolescenza sono stata una bambina un po' introversa.
A scuola, sono sempre andata bene e pensi che, già a 5 anni ed un mese, frequentavo la primina.
Ero la più piccola della classe.
Poi, devo dire un'altra cosa: Da bambina ero molto fragile; ogni tanto cadevo e mi facevo male e, proprio per questo motivo ed anche perché ero figlia unica, da lì in poi è iniziato una specie di circolo vizioso che portava i miei genitori ad aver paura se andavo sui pattini, in bicicletta e così via. 
Così, preferivo restare a casa e leggere un libro.

Nel suo ufficio (questa intervista è stata registrata presso la Prefettura di Benevento ndr) sono affissi diversi quadri votivi sia alla Madonna che a Padre Pio ed anche una sua bellissima fotografia accanto a Papa Wojtyla. E' cattolica?
Sì, sono stata sempre molto vicina alla Chiesa e dallo scorso mese di novembre, nel Santuario di Pompei, sono ufficialmente entrata a far parte dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Da dove è nata la sua Fede così forte?
Probabilmente lo devo a mia nonna materna Antonia che è stata una figura davvero molto, molto importante per la mia crescita.
Poiché aveva perso suo figlio, mio zio Antonio, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel tragico affondamento del peschereccio Orion (dove morirono 4mila soldati italiani!) venne ad abitare con noi; ma non si riprese mai più da quel lutto.
Pensi che, già a quell'epoca, mio zio era laureato in Lettere.
Partì come sottotenente del Genio e morì come telefonista sulla nave. Mia nonna era una sarta e per farlo studiare a Napoli fece davvero tantissimi sacrifici.
Quando egli morì, ebbe un vero e proprio shock; in questo senso, la Fede l'ha aiutata notevolmente.
Infatti, era molto cattolica ed è stata proprio la preghiera a farle superare la morte del figlio ed andare avanti. Probabilmente, vivendo insieme a noi, in me ha visto una specie di reincarnazione del figlio ed, infatti, mi è sempre stata molto vicina.
Tra me e lei c'è stato sempre un forte attaccamento ed anche l'amore per la Fede lo devo a nonna.

La foto con Papa Wojtyla, invece, a quando risale?
Al 1989, quando venne a Taranto per la beatificazione di Sant'Egidio Maria.
All'epoca ero commissario in un paese del tarantino e quella foto è molto particolare perché è raro trovare qualcuno che "metta le mani addosso al Papa" come feci io in quell'occasione!

Oltre ad essere molto religiosa, è...?
Caratterialmente sono molto impulsiva: Direi quasi "sanguigna"!
Poi, è ovvio che, per motivi di lavoro, tutto ciò è stato "smorzato" ed infatti sono più moderata. Sono anche molto spontanea e questo non so se sia un bene o un male.
Fondamentalmente, so di non passare inosservata, per cui le persone o mi amano o mi odiano.

Comunque, dall'esterno appare come una persona sensibile e molto "alla mano".
Forse, anche per questo motivo, le persone si aprono e si confidano con lei, al di là del ruolo che ricopre. E' d'accordo?
Personalmente, ritengo che quando una persona denota una certa sensibilità sia sempre un valore aggiunto!

E' sposata?
No, ma da 7 anni ho un compagno. E' di Napoli ed è un medico.

Ha qualche rimpianto? Magari, come il fatto di non avere figli?
Mi mancano i figli, ma sia chiaro che non è stata una scelta voluta ma dovuta.
Accettiamo la volontà del Signore anche se, in sincerità, ritengo che i legami più importanti non siano solo e necessariamente quelli di sangue.

Torna spesso a Taranto?
Purtroppo sono rimasti pochi parenti ma, al contempo, ho tantissimi amici.
Poi, ci sono dei figli di cugini che ho cresimato e, pur non avendo nipoti diretti, mi chiamano egualmente zia. Una cosa che mi fa molto piacere!

Per lei, cos'è l'amore?
E' sicuramente anche quello per i miei tre cani: Due maltesi ed un chihuahua: Fiocco, Oliver e Sissi.
Ogni tanto, scendo ed insieme a loro faccio una bella passeggiata lungo il Corso.
Ho sempre amato gli animali. Pensi che accarezzo perfino le iguane, prendo le lucertole in mano...

Ed, invece, per lei, l'odio cos'è?
Le cose che odio di più? La violenza sulle donne, sui bambini e sugli animali.
E, forse deriva anche dal fatto che i miei genitori non mi hanno mai dato uno schiaffo.
Quando sento che avvengono certi episodi di violenza, mi si scatena una rabbia indicibile!
La violenza gratuita è aberrante!

Condividiamo in pieno. Siamo a pochi giorni dal Santo Natale, qual è il suo personale augurio per i nostri lettori?
Innanzitutto mi permetta di rivolgere un augurio particolare a tutte le persone che soffrono.
La salute, è banale dirlo, ma è davvero fondamentale.
E, poi, colgo l'occasione per dire a tutti i cittadini beneventani che continueremo sempre a lavorare insieme per dare un futuro migliore soprattutto alle nuove generazioni! 

Unendoci all'auspicio del prefetto Galeone, che ringraziamo per averci concesso questa intervista, auguriamo anche noi a tutti i lettori un sereno e felice Buon Natale ed un indimenticabile Anno Nuovo!
L'appuntamento con "L'Intervista della Domenica", infatti, ritorna dopo le festività natalizie.
Auguri, auguri, auguri a tutti voi!

                 1964. Paola Galeone è con papà Antonio                                          1964.  E qui è con mamma Carmela

 

    1964. Paola Galeone è a Bari a divertirsi su un cammello                                  1981. A diciannove anni

 

      1985. Una bella immagine di Paola Galeone a 23 anni             1989. E' con papa Giovanni Paolo II in visita a Taranto

 

                         2014. E' prefetto di Benevento                             2014. Uno dei suoi primi impegni: la Festa della Repubblica

 

                                        1942. Lo zio Antonio                                   1958. Mamma Carmela

                          

                               1960. Il ritratto di papà Antonio                   1963. Paola Galeone ad un anno

                          

                                     1964. La nonna materna                     1971. Il 2 giugno la Prima Comunione

                           

comunicato n.76519




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