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Benevento, 02-11-2014 08:10 ____
L'INTERVISTA DELLA DOMENICA. Gennaro Santamaria, un popolare volto politico dal carattere compagnone e dal sorriso malandrino e sornione...
Da ragazzo ha fatto teatro e perfino il dj. Poi due lauree ed una lunga carriera politica cominciata con la Democrazia Cristiana dei grandi personaggi
di Erica Di Santo
  

E' Gennaro Santamaria, l'ospite del quinto appuntamento de "L'Intervista della Domenica", edizione 2014.
Funzionario amministrativo ed, attualmente, consigliere d'amministrazione della Società Regionale per la Sanità, Soresa, Santamaria è anche un popolare "volto politico" della città di Benevento.
Da quasi 25 anni a questa parte, infatti, grazie al suo continuo impegno in partiti, sempre di area centrista, ha conquistato un prestigioso cursus honorum non solo a livello locale ma anche nazionale.
Cinquantunenne, ragioniere e perito commerciale, con due lauree e sposato con due figli, dal carattere "compagnone" e dal sorriso malandrino e "sornione", Gennaro Santamaria nel suo passato, prima di entrare in politica, ha fatto teatro e perfino il dj (nella foto di apertura è in stile Rambo, 1983).
Non ci credete?
Neanche noi, fin quando non l'abbiamo messo alle strette e ci ha "confessato" tutto il suo passato un po'... "rock"!
Oggi, dall'aspetto più "serio ed impettito" (come quando sale sul palco a parlare nei comizi e nei convegni elettorali), Santamaria è un esperto ed abile politico, sempre attento e presente nel dibattito pubblico cittadino ed interessato a risolvere le problematiche che affliggono la città e le persone.
Buona lettura a tutti! 

Dottore Santamaria, innanzitutto, ci permetta di farle i complimenti: Infatti, non ci è mai capitato di entrare in uno studio (l'intervista è stata registrata presso la sede della segreteria politica dell'Udc sannita, in via Cocchia ndr) e vedere sia le pareti della stanza che quelle dell'ingresso, interamente "tappezzate" da centinaia di fotografie.
Tra l'altro, notiamo che alcune sono, anche in bianco e nero; quindi, ci sembra di capire che il suo impegno in politica affondi le radici, andando per esagerazione, quasi nella notte dei tempi o sbagliamo?
Beh, in effetti, ho iniziato a far politica sin da giovanissimo... quasi tra i banchi di scuola.
Dapprima con tanti e tanti anni alle spalle di azione cattolica; in seguito come militante del movimento studentesco ed, infine, subito dopo il diploma all'Istituto "Alberti", come membro del partito della Democrazia Cristiana. 

E come mai scelse la Dc?
Diciamo pure che era quasi un'evoluzione ed un "percorso naturale", proprio perché venivo da una lunga esperienza cattolica.
Poi, a quell'epoca (inizio anni '80) ero maggiormente attratto da quel partito (che aveva come segretario nazionale Ciriaco De Mita) in quanto aveva come slogan quello del rinnovamento e, mai come in quel periodo, al suo interno si parlava tanto di coinvolgere i giovani, di proporre una nuova classe dirigente...
Insomma, tutte cose che mi affascinarono e mi "convinsero". 

Quindi, "scese in campo"...
Sì, dapprima come militante, insieme all'attuale presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci (che, allora, ricopriva l'incarico di commissario del Movimento Giovanile); al suo vice, Luigi Coppola ed a tanti altri amici che poi hanno continuato a far politica "attiva", come l'attuale assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Benevento, Cosimo Lepore.
Sempre a quell'epoca, l'ex-parlamentare del Pd, Mario Pepe ricopriva l'incarico di segretario provinciale della Dc sannita. 

La sua prima candidatura, invece, quando arrivò?
Nel 1985, avevo soli 22 anni e ricordo che venni "catapultato" in campagna elettorale come un "giovane promettente".
Ed, infatti, non delusi le aspettative; presi ben 1400 preferenze..., anche se non venni eletto solo per 19 voti! 

Supponiamo che ci rimase davvero malissimo, vero?
Sì, ma devo dire che, proprio grazie a quella esperienza, in seguito mi si aprì una carriera brillante all'interno del partito.
Infatti, poco dopo assunsi l'incarico di delegato provinciale del Movimento Giovanile Dc (fino al 1991).
Pensi che, in quegli anni, avevamo ben 10mila giovani tesserati nel solo Sannio! 

Cifre davvero pazzesche sia per allora che per i nostri tempi (ma non dimentichiamo che Benevento era definita la "Balena bianca"...)!
Sicuramente, così come enormi erano le cifre economiche che mi ritrovai a gestire subito dopo, quando a Roma venni eletto componente della Direzione Nazionale del Movimento Giovanile e segretario nazionale amministrativo (dal 1987 al 1991).
Ogni mese mi toccava gestire cifre che superavano i 150 milioni di lire! 

Cosa ricorda ancora degli "anni romani"?
Sicuramente, per me quelli sono stati gli anni più belli e che hanno rappresentato un'esperienza politica davvero esaltante, contraddistinta da un grosso confronto con i vertici più importanti del partito a livello nazionale, oltre al fatto che sono stati una validissima scuola di alta formazione. Insieme a me, c'erano anche Matteo Renzi, Saverio Romano, Enrico Letta, Totò Cuffaro, Dario Franceschini, Lapo Pistelli e tanti, tanti altri "personaggi" che, col tempo, hanno avuto successo a livello internazionale.
Infatti, un mio piccolissimo rammarico è proprio quello di non esser riuscito a fare una scalata ed una carriera istituzionale come la loro. 

E vabbè, mai dire mai nella vita!
Sono d'accordo!
Comunque, mi ritengo molto soddisfatto di tutto quello che sono riuscito a fare da solo e senza aiuto alcuno. 

E al livello locale, invece, come evolse la sua carriera politica?
Nel 1990, mi ricandidai come consigliere comunale e questa volta venni eletto.
Così, fino al 2002, ho ricoperto l'incarico di capogruppo ed anche quello di presidente della Commissione Consiliare. A soli 27 anni, mi consideravano un po' tutti come la "mascotte" del gruppo.
Devo dire che, per me, anche quell'esperienza fu molto importante e formativa in quanto, avevo a che fare con una classe politica di grande prestigio e con a capo il sindaco di allora, Antonio Pietrantonio che è stato uno dei pochi sindaci ad avere un preciso disegno strategico ed un'idea completa dell'evoluzione futura di questa città.
A quei tempi, era l'unico ad essere davvero capace di animare un forte dibattito politico... cosa che oggi, invece, non c'è.
Anche il semplice partecipare alle riunioni del comitato direttivo del partito, per me che ero così tanto giovane, mi consentì di avere un quadro più complesso e dettagliato di tutti i problemi della città, delle questioni che riguardavano le contrade eccetera.
Insomma, sicuramente, ampliò di molto la mia "coscienza civica" e mi insegnò anche ad avere una visione più completa di ciò che significasse "fare politica" per e tra la gente. 

A livello nazionale, invece, con chi ebbe modo di confrontarsi?
Ho partecipato a varie riunioni con esponenti del calibro di Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Ciriaco De Mita, Benigno Zaccagnini eccetera.
Tappe molto significative ed anche lusinghiere per chi, come me, arrivava da "zero" ai vertici della politica nazionale italiana. 

Tra tutti questi importanti personaggi politici che ha appena citato, qual è quello di cui le è rimasto più vivo e caro il ricordo?
Mi ha sempre affascinato la figura di Giulio Andreotti, soprattutto per il senso dello Stato e delle Istituzioni che trasmetteva quando gli stavi accanto.
In questo senso, una volta, la politica era più "autorevole" e lui era sicuramente un personaggio di tutto rispetto. Emanava una certa "aurea"... e possedeva una personalità ed una cultura straordinaria con competenze eccezionali. Era un personaggio di grande prestigio con cui era piacevole colloquiare, ammirandone, al contempo, la sua personalità eclettica.
C'è anche da dire che, dall'esterno, sembrava austero ma, nella realtà, era molto gioviale.
Del resto, la sua ironia ed auto-ironia hanno fatto scuola!
Per me, che ero un ragazzo di provincia, in assenza di "padri nobili" è stato un grandissimo onore confrontarmi con lui così come con tutte le altre grandi personalità che ho citato prima.

Poi, dopo gli anni giovanili, ha più rivisto Andreotti?
Sì, nel 2001, quando mi candidai a sindaco e lui era già senatore a vita, venne a Benevento per sostenere la mia campagna elettorale. Mi rivide "cresciuto" e ben formato politicamente.
Per me fu una bella soddisfazione ed emozione ed anche lui rimase altrettanto entusiasta della mia carriera.

In seguito, ha militato nella Democrazia Cristiana fino al...?
Fino al 1994, quando la Dc si spaccò e si scisse tra Ccd (con Mastella, Casini ed altri) ed il Partito Popolare Italiano (con Mino Martinazzoli, Rocco Buttiglione, Franco Marini eccetera).
All'epoca "diedi scandalo" in quanto venivo considerato un "delfino" di Mastella e tutti pensavano che, proprio in virtù di questo fatto, lo seguissi.
Invece, poiché mi sono sempre considerato un "fondamentalista di centro", scelsi il Ppi ed infatti, a livello locale, ricoprii subito gli incarichi di vicesegretario provinciale (dal 1994 al 1998) del partito e, poi, anche quello di capogruppo in Consiglio comunale.

Poi?
A seguire, nel 2001, mi feci convincere dall'allora ministro dell'Istruzione, Ortensio Zecchino, dal sindacalista Sergio D'Antoni ed anche ed ovviamente, da Giulio Andreotti ad entrare nel partito della Democrazia Europea.
Così fu e, a livello locale, dal 2000 al 2003, ne sono stato il coordinatore provinciale.
Purtroppo, però, quel partito non ebbe molta "fortuna" e così, nel 2002, partecipai alla fondazione del partito dell'Udc (sotto la guida di Ferdinando Casini).
Dalla sua fase costituente ad oggi, è la mia "casa politica".

Ripercorriamo insieme le tappe principali all'interno dell'Udc?
Sì. Dal 2003 al 2007 ne sono stato il componente della Direzione provinciale e regionale; dal 2007 ad oggi, segretario provinciale e, da quest'anno, ricopro anche l'incarico di componente del Consiglio Nazionale, nonché membro della Direzione Nazionale.

Prima ha accennato al pieno decadimento dell'attuale politica italiana.
A suo giudizio, com'è cambiata in tutti questi anni?

E' cambiata sicuramente in peggio, ovviamente!
L'attuale classe dirigente, infatti, è di basso profilo perché i partiti non svolgono più la funzione che svolgevano in passato.
Oggi, le persone vengono scelte all'ultimo momento dai partiti solo per riempire le liste o perché possono assicurare un tot di bacino di voti.
Purtroppo, sono selezionate senza possedere alcuna competenza ed, infatti, non hanno senza senso civico.
Tutto ciò avviene sia a livello nazionale che locale.
Per non parlare, poi, di quello che è successo con i cosiddetti "nominati"! Ormai, siamo in decadenza totale!

Lei è uno dei più noti volti politici della città ed anche della provincia sannita.
Ci ricorda le tappe fondamentali del suo grande successo politico?

Ne cito solo alcune: dal 2003 al 2006, ho ricoperto l'incarico di assessore alle Risorse Umane della città di Benevento; dal 2006 al 2011, quella di vicepresidente del Consiglio Comunale; dal 2006 al 2009, sono stato eletto componente del Direttivo Regionale dell'Anci Campania e, poi, dal 2009 al 2011, anche componente del Consiglio Nazionale dell'Anci.

Dopo la candidatura del 2001, ha mai pensato più di ricandidarsi a sindaco della Città di Benevento?
In sincerità, diciamo pure che non ho mai avuto e né tanto meno dato un approccio carrieristico al mio impegno politico.
Per quanto mi riguarda, infatti, ho lavorato e mi sono impegnato in politica non solo perché mi piace ma anche perché sono molto curioso.
Infatti, sento proprio la necessità di sapere ciò che si muove ed avviene attorno a me; sono felice di potermi impegnare nel sociale e, poi... non posso fare a meno di vedere, sapere, conoscere, approfondire...
In tutti i modi è ovvio che: Se si fa politica, delle ambizioni è pure giusto che ci siano ma lo ripeto, al momento, candidarmi alla poltrona di primo cittadino non è il mio obiettivo principale.

Ok, ora soffermiamoci a parlare di un altro argomento.
La famiglia Santamaria, in città, è molto conosciuta per le sue diverse attività commerciali...
Sì, ed infatti anche mio padre Salvatore era un commerciante.
Egli, insieme ai suoi tre fratelli: Angelo, Giovanni e Cosimo era proprietario del chiosco di fiori in piazza Commestibili.

Avendo introdotto l'argomento, continuiamo a parlare della sua famiglia di origine. E' composta?
Da mio padre Salvatore che è stato dapprima commerciante di fiori e, poi, dipendente dell'Amts e da mia madre, Lucia Ciullo, prima coiffeur e, poi, anch'ella commerciante.
Dalla loro unione sono nato io (l'11 gennaio del 1963) ed i miei tre fratelli: Annalisa, più giovane di un anno; Vincenzo che ha 2 anni in meno di meno e Monica che sta a Milano, la più piccola di tutti, con la quale mi porto ben 15 anni di differenza.

E della sua infanzia cosa ci dice?
E' intuibile che ho vissuto quasi "in simbiosi" con i miei fratelli anche se, poi, gran parte dell'infanzia e della prima gioventù, l'ho passata in maniera un po' più "autonoma" in quanto andai ad abitare con la mia cara ed amatissima nonna paterna Teresa.

E come mai?
Perché io ero il nipote più grande e, quindi, toccava a me il compito di tenerle compagnia dopo che ella era rimasta vedova e sola.
Perciò, fui "costretto" a spostarmi dal Rione Libertà, dove abitavo insieme alla mia famiglia e trasferirmi in pieno centro storico, nei pressi di piazza Mazzini.

Com'era il rapporto con sua nonna Teresa?
Era davvero bellissimo! Nonna Teresa, per me, è stata una grande insegnante.
Vivevamo in una sola stanza e sono rimasto lì fino all'età di 17 anni.
Era una signora che si "ammazzava" di lavoro (vendeva i carboni) e la ricordo anche come una donna molto modesta ed anche austera, che mi ha trasmesso grandi valori.
Poi, essendo molto parsimoniosa, mi ha anche insegnato a non sciupare e buttare via i soldi, a badare a me stesso, ad utilizzare bene gli indumenti eccetera. Non a caso, sono molto ordinato.

La zona di piazza Mazzini è anche molto vicina a quella in cui la sua famiglia gestiva l'attività commerciale... Ci passi la battuta ma... si direbbe quasi che facesse "casa&bottega!".
Sì, infatti, stavo sempre lì. Inoltre, a quell'epoca, piazza Commestibili era il centro non solo della città ma anche dell'intera provincia. Ogni giorno era una fiera!
C'era il mercato ortofrutticolo; vicino c'era il terminal e passava gente che arrivava da ogni dove...
Inoltre, una volta a settimana si faceva anche il mercato ambulante, poi c'erano i miei zii che possedevano diversi negozi in zona così come i cugini di papà...
In quella piazza e nei suoi vicoli limitrofi ho trascorso gran parte della mia gioventù, in compagnia dei miei 55 cugini di primo grado!

Cosa? Abbiamo capito bene?
Sì, ho 55 cugini di primo grado e, del resto, basti pensare che solo un mio zio aveva 9 figli e mio padre era l'ultimo di 10 figli!
Ai nostri matrimoni, non eravamo mai meno di 4-500 persone! Per non parlare, poi, dei pranzi di Natale e Pasqua.

Per l'appunto, dove vi riunivate? In qualche mensa?
Ehh.... ehh....!
No... ci riunivamo tutti a casa di mio nonno Gennaro (che di professione vendeva le pietrine da mettere negli accendini delle sigarette e scambiava anche i dollari con le lire, un'attività molto "in voga" nel dopoguerra).
Ebbene, durante i nostri mega-pranzi familiari, tutte le donne si mettevano in una stanza, gli uomini in un'altra e noi, che eravamo più piccoli, in un'altra ancora.
Per la verità, devo dire che è sempre stata una famiglia molto, molto unita. Ogni volta era una festa ed è rimasta una tradizione che si è conservata nel tempo.

Osservazione un po' "cattivella": Forse, gran parte del suo successo elettorale, anche in termini di voti, lo deve anche al gran numero di componenti della sua famiglia?
Sicuramente. Gran parte della mia fortuna è dovuta anche a questo così come al fatto che, quando mi candidai per la prima volta, a 22 anni, mi conosceva l'intero mercato e tutti i commercianti del centro ed, infatti, ricordo con affetto che mi diedero tutti una mano.
Poi, a parte i 55 cugini, c'erano anche gli zii, i cugini di secondo, terzo e quarto grado... Insomma, arrivavamo davvero a numeri stratosferici!

Ritornando alla sua famiglia "allargata", cosa ricorda con più nostalgia?
I bei tempi spensierati, quando c'era davvero tanta, tanta allegria... ed anche quella simpatica banda di nipoti di nome Giuseppe... come tutti i primogeniti di casa Santamaria.

Scusi, ma suo nonno, non si chiamava Gennaro? Che c'entra Giuseppe?
Bisogna narrare una piccola leggenda a riguardo.
Mio nonno, all'anagrafe era registrato come Gennaro ma, da alcuni documenti, risultava Giuseppe.
In pratica, aveva assunto questa specie di "doppio nome" ed era diventata così un'abitudine che, quando nacqui io, poiché ero l'ultimo nipote, mia nonna disse a papà: "Salvatore, almeno tu, fammi una cortesia: Tuo figlio chiamalo Gennaro che è il nome di mio marito che mi piace di più." E così fu.

Parlando sempre di quand'era piccolo, a proposito della sua carriera scolastica, cosa ci dice?
Che scuole ha frequentato?
Ho frequentato le scuole elementari alla Silvio Pellico; le scuole medie alla Giovanni Pascoli e, poi, mi sono iscritto all'Istituto "Alberti" per ragionieri. Ma è delle scuole elementari che serbo qualche ricordo un po' più "particolare".

Del tipo?
All'epoca, quella scuola soffriva un po' lo stesso disagio che accumunava l'intero quartiere.
Eravamo in pieno boom demografico.
Le famiglie avevano un tenore di vita abbastanza "modesto" e la scuola, così com'era organizzata, era "caotica". Non era assolutamente possibile contenere quel gran numero di studenti in un edificio che, evidentemente, era fin troppo piccolo.
C'erano classi numerose, ubicate in garage che sembravano dei "ricoveri provvisori".
Poi, ogni anno si assisteva ad una "crescita tumultuosa" delle classi e, spesso si cambiava maestra.
Pensi che ne avrò cambiate addirittura 7, durante tutta la durata dell'intero ciclo scolastico!

Ma, come tutti i bambini, ricorderà almeno una maestra in particolare, o no?
Sì, ed era la mamma dei fratelli Carlo (medico) e Gino (ingegnere) Iannace.
D'altro canto, anche loro, ogni volta che mi incontrano, mi ricordano che la loro mamma, fino a tempi più recenti, mi ricordava sempre come: "Quel fanciullino tutto bellino e preparato".
In effetti, c'è da riportare che mia madre ci teneva a vestirmi bene.
Penso di esser stato l'unico bambino che, a 7 anni, indossava la cravatta e la giacca!

Bei ricordi... Ma il suo rendimento scolastico com'era?
Abbiamo l'impressione che ci stia girando attorno per nascondere qualcosa...!
Eh... Diciamo pure che mio padre ci teneva tantissimo che il mio rendimento scolastico fosse perfetto ma... la mia classe era abbastanza "discola"...

In pratica, ci sta dicendo che...?
Che non ero "una cima"!

Eh, per l'appunto, qualcosa l'avevamo intuito!
Sì, ma non era una cosa semplice studiare in quelle condizioni!
A questo proposito, ricordo bene che un giorno papà venne a scuola perché si rese conto che, evidentemente, non studiavo abbastanza.
La maestra, di contro gli rispose: "Signor Santamaria, non si preoccupi: Se per caso, dovessimo bocciare suo figlio, dovremmo bocciare pure tutta la sua classe. Pensi che il suo Gennaro è il migliore!"

Caspita! Ci scusi, ma alla fine dal suo curriculum brillano ben due lauree!
Il "sorpasso", allora, quand'è avvenuto?
Alle scuole medie quando mi misi a studiare immensamente.
Feci una grossa ed immensa fatica per recuperare, ma ebbi davvero un'ottima formazione e preparazione.
Ero abbastanza portato per la matematica e per la contabilità ed, infatti, poi, mi iscrissi alla Ragioneria ed, in seguito, alla Facoltà di Economia e Commercio... che, però, dopo 8 esami, abbandonai.

E, perché?
Quelli erano gli anni che avevo appena iniziato a fare politica e, poi, ebbi la fortuna di partecipare ed anche di vincere l'unico concorso che ho fatto in tutta la mia vita: Quello per essere assunto nelle Poste Italiane.
Così, a soli 21 anni, partii per Milano e, dal 1984 al 1985, mi impiegai nella Direzione Provinciale del Ministero delle Poste e Comunicazioni del capoluogo lombardo.

Da quel momento in poi entrò nel mondo del lavoro. E l'Università?
Mi iscrissi ad un corso più "leggero": Sociologia (laurea conseguita nel 1999 presso la Facoltà degli Studi di Urbino); invece, la seconda, quella in Giurisprudenza, risale al 2008 (presso l'Università degli Studi del Molise).

Perché si iscrisse a Giurisprudenza?
Perché sentivo l'esigenza di essere e sentirmi più preparato non solo per il mio impegno in politica ma anche perché mi sentivo "incompleto" per ciò che concerneva la mia preparazione a livello amministrativo e giuridico.

Complimenti! Intanto, stavamo discutendo del suo lavoro.
Com'è proseguita la sua carriera (a grandi linee, ovviamente)?
Dal 1985 al 1997, sono stato impiegato del Ministero del Tesoro presso la Direzione Provinciale di Benevento; dal 1997 al 2005, alla Direzione Provinciale di Benevento dell'Inpdap; dal 2005 al 2006, in posizione di comando presso il Consiglio Regionale della Campania (Gruppo Consiliare Regionale Udc); dal 2007 al 2008, sempre in posizione di comando presso il Consiglio regionale del Molise (presidenza del Consiglio regionale) e, dal 2009 al 2013, nel Gruppo Parlamentare Udc alla Camera dei Deputati.
Oggi, invece, sono consigliere di Amministrazione della Società Regionale per la Sanità.

Voltiamo pagina e cerchiamo di conoscere com'è Gennaro Santamaria nella vita privata.
Sono sposato, dal 1991, con Maria Rosaria Simaldone (funzionario Inps) ed ho due figli: Alessio di 20 anni e Matteo di 16 anni.

Come e dove ha conosciuto sua moglie?
Tra i banchi di scuola; lei era un po' più grande di me... anzi, a questo proposito, devo dire che ero "gettonatissimo" tra le ragazze più grandi!

Ed è stato lei o sua moglie a "puntarla"?
Era lei ad essere più "appassionata"... anche se evidentemente, c'era già un interesse comune.
Il nostro è stato un fidanzamento lunghissimo e che è durato fino al giorno del matrimonio.
In questo senso, ho avuto una lunga "carriera sentimentale" sempre e solo accanto a mia moglie!

Ha un hobby preferito?
Sì... e, a questo proposito, devo svelare una cosa che non tutti sanno: In gioventù, ho fatto l'attore.

Ma davvero?
Certo! Avevo perfino un gruppo!

E, come vi chiamavate?
Eravamo il trio cabarettistico de: "Gli Incompresi" ed imitavamo un po' il celebre trio "La Smorfia" di Massimo Troisi.

E i suoi soci chi erano?
Umberto Viola, oggi commercialista e mio cognato, Fausto Simaldone, impiegato di banca.
Insieme a loro, ci sedevamo a tavolino e scrivevamo i testi degli sketch comici che, poi, mettevamo in scena nei teatri non solo della nostra provincia ma anche dell'intera regione.

Quindi eravate piuttosto bravi?
Diciamo pure che facevamo ridere!
Anzi, eravamo richiesti al tal punto che la cosa si fece pure abbastanza "seria".
Infatti, dopo alcune esibizioni su televisioni regionali, venimmo ingaggiati da alcuni importanti impresari che volevano che ci trasferissimo a Roma e a Milano.
Addirittura, in cantiere, c'era perfino l'ipotesi di partecipare ad una trasmissione televisiva con Maurizio Costanzo su Rete 4.
Però, poiché già lavoravamo tutti e tre ed avremmo dovuto dedicarci completamente al trio ed al teatro, abbandonando i nostri lavori ed i nostri affetti, lasciammo perdere e non se ne fece più nulla.

Che peccato! Ma, poi, non vi siete più riuniti?
Sì, ogni tanto, ma in privato ed "amichevolmente"..., magari, in estate, in qualche villaggio turistico, ci esibivamo ancora in qualche "siparietto" divertente.
E, poi, ritornando a parlare di hobby, c'è da aggiungere che, sempre in gioventù, mi sono dedicato moltissimo anche a fare il dj.

Insomma, era un personaggio abbastanza eclettico! Ed, allora, ci dica anche in quale radio mixava i suo dischi?
Ho iniziato a fare il dj all'età di 14 anni, prima a Radio Freccia; poi, a Radio Benevento Centrale ed, infine, a Radio Gamma.
Tra gli amici di allora ricordo che, con me, c'erano anche Mario Del Grosso, Lino Trotta e Francesco Vitulano (che era anche mio compango di scuola).

E, fino a che anno si è divertito a fare il disk jockey?
Fino agli inizi degli anni '90.
Comunque, mi permetta di dire che, anche grazie all'esperienza della radio e a quella nel teatro, quando in seguito mi sono dedicato alla politica, non avevo alcun problema a parlare e ad "esibirmi" in pubblico.

Oltre al teatro, però, immaginiamo che abbia anche la passione per lo sport.
Infatti, spesso, la vediamo fare jogging sulle strade del quartiere Pacevecchia...
Sì, pratico sport da sempre!
Addirittura, quando ero piccolino, giocavo perfino a rugby al Rione Libertà.
Poi, dovetti lasciarlo perché, manco a farlo apposta, durante l'unica partita che papà venne a vedere, ebbi un incidente e mi feci male.
A seguire, già più grandicello, ho giocato a basket; poi, a 17-18 anni ho ripreso col rugby con una squadra di Paduli (giocando diversi campionati) e, poi, insieme ad altri 4 amici-soci, aprii la palestra Sportman che ho tenuto dal 1986 al 1992.
Nel frattempo, mi sono dedicato anche al windsurf.
Con il tempo e per colpa degli impegni di lavoro e di quelli politici sempre più pressanti, ho dovuto lasciare tutto. Però, tornando alla sua domanda:
Sì, pratico jogging (dal 2000) a livello amatoriale e devo dire che ho già vinto diverse gare.

Quante volte si allena?
Se riesco tutti i giorni. In tutti i modi, almeno tre uscite settimanali da 10/15 km. le faccio sempre.
Di domenica, arrivo a percorrere anche 20 km!
Correre mi piace molto e, a parte l'aspetto fisico, praticare sport fa bene anche alla mente oltre che al corpo.

Concordiamo in pieno.
Ringraziamo Gennaro Santamaria per averci concesso questa intervista e gli auguriamo di continuare a correre sempre più in alto, verso ambiti traguardi non solo sportivi ma anche professionali, familiari ed anche istituzionali.
Con voi, invece, cari lettori, l'appuntamento è per la prossima settimana!

     1964. Gennaro Santamaria già pronto a... comunicare                                       1966. Ritratto di famiglia

 

      1972. A scuola. Santamaria è il primo in alto a sinistra           1973. Prima comunione con nonna Teresa e nonna Luisa

 

               1982. Eccolo con il trio "Gli incompresi"                              1983. Qui è con il ministro Giovanni Goria a destra

 

                 1987. Qui è con Mastella, Tanga e Falato                              1988. Ad un convegno con Ortensio Zecchino

 

          1988. Santamaria incontra Roberto Formigoni                                  1989. Qui è con il leader Ciriaco De Mita

 

    1989. Ancora un momento politico con Mancino e Zarro           1990. Elezioni. Lo sostengono Paolo Valenti e Mario Pepe

 

                      1993. La sua passione per il rugby                                               1999. Qui è in Sardegna con i figli

 

                            1999. La laurea in Sociologia                               2001. Giulio Andreotti a sostegno della sua candidatura

 

         2002. Sergio D'Antoni è con Gennaro Santamaria                                        2004. E' a Londra con i figli

 

              2008. Consegue la laurea in Giurisprudenza                   2009. Qui con il suo leader di oggi Pierferdinando Casini

 

                 2013. Arrivano i suoi primi cinquant'anni                                          2013. Qui è con tutta la famiglia

 

                       2013. Corre la maratona di Pisa                                2014. Qui è con Erica Di Santo nel corso dell'intervista

 

                                              1963. E' con mamma Lucia                      1964. Siamo al primo compleanno

                           

                               
  1965. Santamaria a due anni                            1981. In versione capelluto

                            

                            
2004. In abiti tirolesi all'Oktoberfest            2014. Qui è suo fratello e le sue sorelle

                           

comunicato n.74788




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