Duro attacco del Cidec Campania al sistema delle Camere di Commercio italiano.
"Quanto sta accadendo in svariate Camere di Commercio - ha affermato il presidente, Milena Petrucciani (foto) - è sbalorditivo.
Altro che Casa delle Imprese!
Con un simile atteggiamento, le Camere di Commercio dimostrano solo una sempre maggiore distanza dalle imprese che, comunque, le continueranno a sostenere finanziariamente.
Sebbene nel mese di agosto, grazie all'intervento della nostra organizzazione, la Direzione Centrale Normativa dell'Agenzia delle Entrate ha dato risposta all'interpello teso a rendere inapplicabile il pagamento di 168 euro sul conto corrente 8003 per la tassa Concessioni Governative all'atto delle comunicazioni in Camera di Commercio per le attività di commercio all'ingrosso, di impiantistica, autoriparazione, impresa di pulizie e facchinaggio (soppresso Ria) e di agente di commercio, immobiliarista e nonostante anche il Ministero dello Sviluppo Economico abbia provveduto a fornire chiarimenti nel merito, alcune Camere stanno preferendo non attenersi alle decisioni assunte dall'unico soggetto attivo del rapporto tributario tra impresa (soggetto passivo) ed Amministrazione finanziaria, avendo dichiarato l'inapplicabilità e la non debenza della Tassa di Concessione Governativa.
Le Camere producono intralci alle attività delle imprese o, addirittura, continuano a richiedere il pagamento di un tributo neanche loro.
Con una nota del 26 ottobre scorso al Mise ed a Unioncamere, abbiamo richiesto l'esercizio dell'istituto del potere sostitutivo nelle circostanze ed in tutti gli Enti camerali dove sussiste il mancato rispetto della conclusione dei procedimenti amministrativi causati dall'illegittima richiesta di pagamento, contestualmente ad un'attenta vigilanza in merito.
E' stato anche richiesto all'Agenzia delle Entrate di Roma di valutare l'opportunità d'inserire l'espresso parere nel Servizio di documentazione tributaria e, comunque, alla sua divulgazione attraverso le Direzioni Regionali nonché a mezzo di Circolare costituente l'ordinario strumento di orientamento dell'attività degli uffici tributari al fine di scongiurare l'ipotesi di indebito arricchimento indotto da talune Camere di Commercio italiane.
Una così importante vittoria delle imprese, resa possibile grazie alla nostra azione di rappresentanza, viene ostacolata proprio da quel sistema statale che dovrebbe innanzitutto difendere gli interessi delle imprese.
E' da tempo che abbiamo espresso preoccupazioni ed interrogativi per l'atteggiamento che le Camere di Commercio hanno nei confronti delle imprese che, oltre a non favorire gli operatori già alle prese con la grave crisi economica in atto, esaspera ulteriormente gli animi.
Molti imprenditori, ci hanno chiesto un intervento che finalmente metta fine a questo atteggiamento scivolato ormai nel persecutorio da parte delle Camere di Commercio che, finanche dinanzi a disposizioni legislative, preferiscono ostacolare le imprese.
E' davvero giunto il momento di rimodulare i rapporti tra imprese e Camere di Commercio in modo da far rinascere la giusta reciproca fiducia.
La querelle piuttosto che essere di carattere amministrativo ha assunto ormai caratteri prettamente politici per cui occorre ora dare contezza dell'atteggiamento camerale in merito.
Gli Enti camerali, quali "casa delle imprese", vengono valutati dall'intera classe imprenditoriale per le azioni che svolgono che, coerenti con le norme, devono produrre sperati risultati che, sebbene puntualmente promessi, sono quasi sempre disattesi".
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