Luigi De Nigris (foto), consigliere comunale d'opposizione a Palazzo Mosti, riapre l'argomento dei concorsi per dirigente che il Comune di Benevento sta portando avanti.
Lo fa riprendendo una nota inviata al giornale dall'ingegnere Francesco Saverio Letizia a cui, sempre tramite il nostro giornale, ha dato risposta l'avvocato del Comune, Vincenzo Catalano.
"Egregio direttore - scrive De Nigris - l'argomento "dirigenti" è spesso fonte di polemiche e discussioni, sia per gli aspetti di carattere strettamente politici ed amministrativi, che per i numerosi riflessi giudiziari che talvolta lo contraddistinguono.
Alcuni definiscono la figura del dirigente bicefala: da un lato deve essere indipendente e imparziale (soprattutto dai condizionamenti della politica), dall'altro deve collaborare con l'organo esecutivo per attuarne in modo efficiente i programmi di governo.
Il caso sollevato sulla sua testata dall'ingegnere Letizia, che non conosco, oltre a confermare questa tesi, ha posto in evidente imbarazzo gli amministratori di maggioranza che hanno letteralmente rinunciato ad espletare la loro funzione politica ed istituzionale.
Infatti, a rispondere ai dubbi sollevati da un cittadino ed a rassicurarlo circa l'esattezza delle procedure seguite dall'Ente, non è stato l'assessore di riferimento, come lo stile politico e l'etica istituzionale pure imporrebbe, ma un dirigente interno.
Quest'ulteriore stravaganza non ci esonera, però, dal chiederci: Perché la Giunta Pepe, nonostante altri importanti ritardi ed innumerevoli problemi ancora irrisolti, mostra così tanto interesse per l'indizione dei concorsi per dirigenti?
La risposta sarebbe molto lunga e articolata.
Provo a sintetizzata richiamando il concetto dello spoils system (che tradotto letteralmente dall'inglese significa "sistema del bottino" o "sistema delle spoglie").
Si tratta di una pratica politica, nata negli Stati Uniti d'America circa duecento anni fa, che prevede l'alternanza dei dirigenti della pubblica amministrazione con il cambiare dei governi.
Un atto fondamentale per rendere operativa l'attuazione dei programmi politici, l'adozione dei provvedimenti, la gestione delle risorse finanziarie.
Tuttavia, se questa pratica può essere considerata positiva quando è ricondotta al conferimento dei soli incarichi a tempo determinato, quindi per l'intera durata del mandato di governo, non può dirsi altrettanto se tali incarichi assumono il carattere del tempo indeterminato.
In tal caso, infatti, le forze politiche al governo affiderebbero la titolarità di uffici pubblici e le posizioni di potere a persone di diretto riferimento per continuare a garantirsi i propri interessi anche oltre il proprio mandato.
La presenza di paggi, o, quantomeno, di funzionari grati per la fiducia accordata, non garantirebbe la prevista indipendenza della pubblica amministrazione dalla politica; il criterio della fedeltà politica prevarrebbe, quindi, sulla fiducia e sull'imparzialità tecnica.
Purtroppo, i numerosi interventi legislativi volti a contemperare queste due esigenze inevitabilmente configgenti, non hanno fino ad oggi risolto l'annosa questione.
Molti sono pronti a scommettere, io tra questi, che l'origine di tanto affanno, di tanta velocità di azione nel realizzare le procedure per i concorsi (ciascuno può farsi un’idea mettendo in ordine cronologico gli atti che si sono fin qui succeduti) è solo per garantire che i prescelti, anche post mortem politica, potranno continuare a garantire ed assicurare il totale controllo delle attività dell'Ente.
D'altronde, non è vero che chi controlla le torri controlla anche il territorio?"
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