Sull'episodio avvenuto ieri nella sede del Pd che ha visto un presunto rappresentante della Stampa riuscire a far perdere il controllo al sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e da noi descritto nell'articolo di cronaca, è intervenuto Giuseppe De Lorenzo (foto).
In particolare, l'ex assessore comunale di Benevento ne ha riportato uno simile, avvenuto con la stessa persona, e che lo ha riguardato.
Di seguito ecco quanto scrive.
"Malgrado lontano dalla vita politica attiva, seguo sempre, sia pur se con incarnato disincanto, ciò che si verifica nella nostra terra essendo legato alla mia città più di ogni altra cosa al mondo.
Bene.
Questa mattina ho appreso dell'increscioso episodio, giornalistico si fa per dire, verificatosi a margine della conferenza del Pd, dove un presunto rappresentante della Stampa è riuscito a far perdere il controllo ad Umberto Del Basso De Caro che, di norma, non è uso ad azioni del genere.
Il contrattempo mi ha fatto riandare indietro nel tempo e, con precisione, agli anni in cui sedevo nei banchi di Palazzo Mosti e, poi, a quando ho ricoperto la carica di assessore.
Non vi era conferenza stampa che, primo fra tutti, con certosina puntualità , arrivava questo personaggio il quale, puntualmente ogni volta, non aveva altro scopo se non quello di generare scompiglio.
Era quasi divenuta la mia ossessione, ma, purtroppo, per rispetto al ruolo ricoperto, dovevo riunire in me tutta la tolleranza, tanta tolleranza, che non sapevo di possedere.
Domande senza senso, un essere indefinibile.
Un giorno, stufo, gli preparai la lezione che da tempo meritava.
In quella occasione, la conferenza stampa era stata organizzata, non ricordo per quale motivo, non presso la sede istituzionale, il Comune per la precisione, ma presso il mio studio.
Con degli amici ci preparammo alla sua venuta.
E così fu.
Arrivò, come di consueto, prima del previsto.
Lo invitai ad andare via in quanto quello era uno studio privato.
Al suo diniego lo prendemmo per la giacca e, sia pur con forza, lo portammo fuori dal portone.
Un ultimo avvertimento prima di congedarmi da lui: "Cerca di non ripetere più le tue gesta. Ora vai via".
Da allora, il novello giornalista, forte di una tessera che non era dell'Ordine, bensì di quando collaborava ad un giornalino interno alle classi elementari, non è venuto più.
Quindi, un invito agli amici giornalisti e politici, non gli date importanza, ma cercate solo di trattarlo con insolenza aristofanesca".
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