Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 7821 volte

Benevento, 17-10-2014 21:17 ____
Claudio Ricci sarcasticamente risponde a Nunzia De Girolamo: Ha deciso per noi che si giocasse a tressette poi dice che forse era meglio lo scopone...
Sappia che io ho vinto sia a tressette che a scopone e dunque... Bagno di folla in casa per il presidente della Provincia che traccia il futuro dell'Ente che egli vede ancora lungo
Nostro servizio
  

Il neo presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, è "tornato a casa" ed ha voluto rendere omaggio alla sua gente, primo elemento "scatenante" di quella che è poi stata la formidabile "catena" di amicizia, stima e sostegno che lo ha portato sullo scranno più alto della Rocca.
L'origine, però, è sempre lì, nella sua gente, appunto, che lo ha eletto sindaco del Comune di San Giorgio del Sannio, requisito indispensabile per poter concorrere a presiedere la Rocca.
Nell'Auditorium "Al Cilindro Nero",  con posti completamente esauriti, al Tavolo della presidenza, con Claudio Ricci, Felice Barricella, assessore comunale; monsignor Aurelio Capone, parroco della chiesa Madre; Armando Rocco, sindaco di Calvi; Giuseppe Saccavino e Dina Camerlengo, assessori, e poi Carmine Valentino, sindaco di Sant'Agata dei Goti.
A monsignor Capone è toccato dare l'avvio alla serata con la lettura di una pergamena regalata al presidente da un suo concittadino.
In essa tra l'altro è scritto che "le preghiere a San Pio da Pietrelcina ti daranno forza di far emergere il Sannio tra le province europee, come del resto aveva già previsto San Pio".
Per Felice Barricella, Claudio Ricci saprà fare certamente bene.
Su di lui sono andati i voti della maggioranza degli amministratori della provincia e questo ci carica di maggiori responsabilità.
Giuseppe Saccavino, ha detto di essere orgoglioso di avere Ricci alla Provincia in questo momento particolarmente difficile, orgoglioso perché egli ha grande capacità e forza.
Ora c'è la persona giusta al posto giusto.
A questo punto, il prosieguo degli interventi è stato interrotto dalla esibizione di Pietro Quirino, un tenore che ha raffigurato questa elezione come un sole per San Giorgio e per il Sannio.
Ed a proposito di sole, ha interpretato 'O Sole mio, eseguita tra l'ammirazione generale dei presenti.
Subito dopo, ha preso la parola Dina Camerlengo la quale ha invitato tutti a riflettere sul riconoscimento dato a Ricci che lo ha dedicato alla sua San Giorgio, un riconoscimento che ci consegna anche un marcato senso di appartenenza.
Armando Rocco, sindaco di Calvi, ha fatto a Ricci gli auguri per l'elezione, ma soprattutto i complimenti per come ha interpretato la campagna elettorale: In modo pulito, perfetto, parlando del programma.
Al contrario, qualcuno ha svegliato gli amministratori telefonandoli all'alba per chiedergli di votare... contro.
Gli amministratori, però, potevano scegliere e lo hanno fatto preferendo te.
Ora via i rancori, ha detto ancora Rocco e le polemiche e lavoriamo per le nostre comunità qui c'è Calvi, Sant'Angelo a Cupolo, San Giorgio del Sannio, San Nazzaro che ti hanno fortemente sostenuto (c'è anche San Martino Sannita, ha detto Ricci...).
Sei un grande sindaco, ha concluso Rocco, sarai un grande presidente.
Carmine Valentino ha, invece, ricordato di aver mosso i suoi primi passi in politica proprio qui, a San Giorgio del sannio.
Porto qui stasera, ha detto, il saluto dell'altra parte del Sannio, quella che va verso Terra di Lavoro.
Noi tutti ci sentiamo garantiti dal buon governo di Claudio Ricci.
Abbiamo, con lui, condiviso tante battaglie e segnato il percorso per tanti giovani sindaci.
Sarà una guida certa per il nostro Sannio, nonostante la incertezza normativa sul ruolo e sulle competenze della Provincia.
Abbraccio te e la tua San Giorgio, ha detto Valentino, che acquisisce ora una centralità ed un protagonismo che merita.
A chiudere, con un lungo ed articolato discorso, è stato, infine, lui, il "grande" presidente Claudio Ricci seguito molto attentamente dalla moglie e verso la quale spesso ha volto il suo sguardo.
Sono emozionato, non lo nego, ha detto Ricci.
Vedo qui i miei familiari, ma anche tre dei sindaci che mi hanno preceduto: Giuseppe Romano, Vincenzo Zampetti e Giorgio Nardone.
Qui con loro e con noi c'è il presente ed il passato mentre il futuro arriverà certamente per qualcuno di voi qui in sala.
Il presidente ha voluto, quindi, disegnare il futuro della Provincia la cui fine, secondo lui, non è affatto imminente. Stiamo parlando di una modifica costituzionale che ha un iter lungo e con un approdo incerto.
Un percorso che può essere interrotto magari anche dallo scioglimento anticipato delle Camere (e non scrivete ora che Ricci auspica la caduta del Governo Renzi per rimanere in sella...) e se questo avviene non si riprende da dove si era lasciato ma si ricomincia daccapo... E allora...
E nelle more che il percorso si completi noi che facciamo, congeliamo tutti i problemi che quotidianamente attanagliano la nostra società?
Il nostro futuro è domani mattina ed andiamo verso l'ignoto.
Oggi abbiamo una Provincia che ha conservato tutte le sue prerogative.
Da questo punto di vista non è mutato nulla.
L'unica cosa vera che è cambiata è stato solo il tipo di elezione.
I problemi sul tavolo, invece, sono gli stessi che ho lasciato io da capogruppo.
E questo è un primo aspetto.
Io non faccio più distinzione tra maggioranza e minoranza, tra i sei ed i quattro. Chi ha più filo tessa.
Per me la campagna elettorale è chiusa.
Non abbiamo una Provincia colorata anche perché i problemi non sono né di Destra e nè di Sinistra e li dobbiamo risolvere.
E per farlo bisogna partire dai fatti concreti.
Il nostro territorio è di 2mila chilometri quadri.
Siamo il doppio di Napoli e dunque siamo una media-grande provincia e questo significa che abbiamo più strade provinciali che Napoli.
Però siamo piccoli da un punto di vista demografico: Circa in 300mila abitanti, niente rispetto a Napoli e quindi non possiamo affrontare i nostri problemi con la logica dei numeri, saremmo perdenti sempre.
Dobbiamo, invece, parlare di qualità.
Da noi ci sono?
Certamente sì ed è da qui che bisogna partire.
E questo è il secondo aspetto.
Le nostre ecellenze, quelle che io chiamo i "Mondi Vitali", sono il vino, la gastronomia, i poli industriali di tutto rispetto che sono a Benevento, a Montesarchio, ad Airola, poi abbiamo la pasta, il turismo religiosio (per Pietrelcina per esempio abbiamo fatto poco nel passato) e quello termale con Telese.
Io poi adoro Benevento, che è meravigliosa. La stessa Rocca dei Rettori che mi ospita è un monumento unico.
Che dire poi della mela annurca di Sant'Agata dei Goti? 
Perché mangiare quelle del Trentino che peraltro non hanno sapore?
E poi abbiamo il caciocavallo di Castelfranco, i dolci di San Marco dei Cavoti.
Che può fare la buona politica per tutto ciò?
Tanto.
La differenza con altri territori è che nel trentino non è stato lasciato solo il vignaiolo che, invece, è stato sostenuto e difeso sul mercato.
La politica non lo può caricare di problemi che non sono i suoi.
La politica può appesantire o alleggerire il percorso.
Ecco, questo mi aspetta.
Per affrontare questi problemi chiamerò i rappresentanti di questi "Mondi Vitali".
Ci siederemo intorno ad un tavolo e dopo l'ascolto di ciò che avranno da dirci, decideremo anche a costo di pestare qualche piede e scontentare qualcuno.
Solo facendo sintesi possiamo andare avanti e questo lo può fare solo la Provincia che è Ente di derivazione politica.
Questo, secondo me, è l'approccio giusto alle problematiche
Il mondo cammina veloce e noi o teniamo il passo o ci schiacciano.
Ma Claudio Ricci non ha disdegnato, nonostante la promessa solenne della introduzione, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e lo ha fatto con una metafora.
Se mi dicono di giocare a tressette, ha detto il presidente, io mi organizzo in tal senso, ma non è serio però che dopo che si è giocato si alza qualcuno e dice: Eh no, c'è stato il buongioco, era meglio giocare a scopone...
Capiamoci fino in fondo: Io non sono d'accordo con questa legge che ha sottratto il voto agli elettori.
Ma così è stato deciso e così abbiamo giocato.
A me è andata bene con questa normativa, ma ricordo che io ho vinto anche quando ha votato il popolo, anche allora ho vinto e sono stato il primo eletto su tutti.
Insomma io ho vinto sia a tressette che a scopone...
E' ingiusto, ripeto, sottrarre il voto al popolo, ma una volta deciso, dal voto ponderato non si poteva uscire.
Denunciare la legge è cosa più grave se lo fa un parlamentatre della Repubblica che fa appunto le leggi.
Come fa questo parlamentare (Ricci non ha mai fatto il suo nome, ma a nessuno è sfuggito che egli si riferisse a Nunzia De Girolamo ndr) a dire che è una legge ingiusta?
Questo lo posso dire io che sono un cittadino, ma non un parlamentare che l'ha votata.
Se si lamenta di una legge un legislatore, noi che siamo il popolo che dovremmo fare quando si protesta contro se stessi?
Io posso solo dire che tanti sindaci hanno voluto la mia candidatura e prodotto la mia vittoria, compreso il più santo di tutti, quello di Pietrelcina.
Devo a loro la mia vittoria, ma soprattutto a voi che mi avete eletto sindaco ed a chi mi sostiene pur con qualche tentativo di difficoltà che, però, non produrrà effetti (qui il riferimento all'ex parlanmentare del suo stesso partito, Mario Pepe ndr).
Questa vittoria ho il dovere di dividerla con voi, assieme alla mia gioia.
Faccio il presidente della Provincia perché sono il sindaco di San Giorgio del Sannio che è la cosa che, peraltro, mi appaga di più.
Andando a concludere Ricci ha parlato del suo prosieguo in politica: Mi accorgerò quando non sarò più utile alla mia comunità ed allora sarò io ad andare via un attimo prima che qualcuno me lo dica.
Questa è una dichiarazione di forza ma anche di umiltà.
Andrò via con i miei piedi ma quando, lo dirò io.
Sono sicuro che ciò che è capitato a me avverrà anche per te, ha detto infine rivolto a Carmine Valentino e qui un po' più difficile è stata l'interpretazione di questa frase, ma in tanti hanno pensato alla corsa di suo "fratello", così ha definito Claudio Ricci il sindaco Carmine Valentino, a consigliere regionale (e sono già tre in lizza nel partito Democratico: Fausto Pepe, Mino Mortaruolo e Carmine Valentino).
Sin qui il momento celebrativo che è poi continuato all'aperto dove era stato imbandito un tavolo fatto di portate dolci e salate e soprattutto di una bella torta (aperta per prima) con la quale i suoi amici hanno voluto omaggiare il loro sindaco eletto alla presidenza della storica ed antica Provincia sannita.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.74318




Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 400933027 / Informativa Privacy