La mostra "Rosso immaginario. Il Racconto dei vasi di Caudium", allestita presso il Museo Archeologico di Montesarchio e curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Benevento, Salerno, Avellino e Caserta sarà aperta fino al prossimo 31 gennaio.
La proroga, consentirà  di potenziare le attività di comunicazione e promozione con diversi interventi già programmati.
Dal prossimo 9 ottobre, infatti, la mostra approderà su Facebook con una pagina dedicata sulla quale si potrà condividere, in tempo reale, l'esperienza di visita e conoscere tutte le attività programmate nella location caudina.
Inoltre, è in preparazione il catalogo della permanente con contributi scientifici sui miti e le storie presenti sui crateri esposti e sui sistemi di allestimento e comunicazione.Â
Le iniziative sul Castello di Montesarchio, però, non si fermeranno qui.
La Soprintendenza, infatti, di concerto con il Comune, si sta attivando per reperire risorse che consentano, nei prossimi mesi, di realizzare un'installazione permanente che integri l'esposizione già presente.
L'attività rientra in un più ampio progetto di valorizzazione del Castello di Montesarchio finalizzato a dotare la struttura di spazi per l'accoglienza di studiosi e visitatori, nonché di depositi e laboratori attrezzati per la ricerca e lo studio dei materiali archeologici della Valle Caudina.
In particolare, sulla scia di quanto già realizzato nell'ambito dell'Accordo bilaterale Italia-Svizzera per la protezione del patrimonio culturale mobile, si intendono potenziare lo studio delle necropoli e dei vasi figurati rinvenuti nell'Antica Caudium.Â
Ottimi anche i risultati in termini di pubblico ottenuti dalla mostra: dalla data di inaugurazione, poco più di un anno fa, sono state registrate più di 30mila presenze con una forte affluenza di scolaresche, ma anche di turisti italiani e stranieri, studiosi e appassionati.
L'esposizione è ambientata nelle celle del carcere borbonico del Castello, in spazi solitamente destinati a depositi, dove trovano collocazione i crateri dell'Antica Caudium.
Ad essi, che rappresentano spesso l'unico oggetto di corredo deposto enfaticamente ai piedi del defunto nelle tombe del V e del IV secolo a.C., è dedicata la mostra, che racconta l'universo di immagini selezionate in relazione alle esigenze culturali e di autorappresentazione della comunità caudina.
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