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Benevento, 28-09-2014 14:23 ____
Non ho fatto nulla per migliorare o peggiorare la domiciliazione bancaria che avevo con Gesesa perché ora sono chiamato a rifare la documentazione?
Se lo chiede Antonio De Lucia con una ironica ma sconsolante missiva inviata a "Gazzetta" dopo aver letto la lettera giuntagli dal gestore del Servizio Idrico Integrato cittadino
Redazione
  

Antonio De Lucia, con tono sarcastico ma anche esprimendo tutto il suo disappunto per quanto gli è accaduto, ci ha inviato una nota dopo aver ricevuto dalla Gesesa, il gestore del Servizio Idrico Integrato a Benevento, una lettera con la quale lo si avverte che deve, in pratica, rifare il carteggio per la domiciliazione bancaria, quella pratica cioè che consente, dando un preciso ordine alla propria banca, di poter pagare le bollette delle utenze che si indicano, in modo automatico e senza fare alcuna fila agli uffici postali o bancari.
Ora, però, dice De Lucia, senza che io abbia fatto nulla al punto da provocare tale mutamento della situazione, mi trovo costretto a fare la fila alla mia banca per poter ripristinare questo servizio.
Di seguito ecco quanto scrive.
Caro direttore, ho ricevuto posta dalla Gesesa.
Con la preziosa missiva vengo informato che la domiciliazione bancaria è un (testuale) "comodo metodo di pagamento" delle bollette.
Ho toccato il cielo con un dito: questa conquista del pensiero, per quanta mi riguarda, è stata raggiunta già da moltissimi anni.
Mi sono, dunque, congratulato con me stesso per l'arditezza del mio multiforme ingegno che di tanto ha preceduto un'importante tecnostruttura della nostra città.
Quando, però, il fuoco dell'egocentrismo e dell'orgoglio autorefernziale ha cominciato a calare di intensità, mi è venuto un atroce sospetto.
Perché mai, mi sono infatti chiesto, una "longa manus", una delle tante, del potere politico-economico ha avvertito di punto in bianco il bisogno di dire a me, semplice ed umile suddito, che sono stato davvero bravo ed in gamba?
E, a poco a poco, il castello delle certezze della mia genialità è venuto crollando.
La lettera della Gesesa, che ha come oggetto: "Avviso importante sulla domiciliazione bancaria" e si apre con un riguardoso "Egregio cliente", che profondamente mi ha commosso, continua, sempre sull'argomento del "comodo metodo di pagamento, testualmente così: "Se aveva già attivo tale metodo di pagamento per una concomitanza di problematiche tecniche, informatiche, purtroppo, la sua utenza idrica potrebbe non essere più domiciliata.
In tal caso, esprimendole le nostre scuse, La invitiamo, per continuare a usufruire anche per il futuro di questo efficace metodo di pagamento che evita disguidi, ritardi (con relative more) e file agli sportelli, a rinnovare presso la propria banca/posta la domiciliazione, sottoscrivendo i nuovi moduli del mandato utilizzando i codici sopra riportati".
Dunque, se non ho capito male, la Gesesa mi suggerisce per il pagamento delle bollette il modo più semplice per evitare di fare la fila alla posta: cioé quello di fare la fila alla Banca.
Confesso che tale altezza del pensiero scientifico non fa per me: se io considero Albert Einstein un alieno, figurarsi il contenuto di questa lettera.
Nelle umili "celluline grige" del mio piccolo encefalo, ho solo raccattato qualche minuzia a proposito della lettera della Gesesa.
E cioé: "poiché io non ho fatto assolutamente nulla nè per migliorare, nè per peggiorare la domiciliazione; nè mi sono posto mai in alcun momento della mia insignifcante giornata il problema della domiciliazione; nè alcuno dei miei familiari se lo è posto; nè alcun essere umano dotato di un qualche milligrammo di sale in zucca mai si potrebbe, in qualsivoglia circostanza, porre il tema del cambiamento della domiciliazione delle proprie bollette; insomma visto che da parte mia la vita ha continuato a scorrere nel solito tran-tran, è colpa mia, per caso, se sono andati perduti i miei codici in Banca?"
Dopo una ardua e angosciante riflessione, la mia risposta è stata "no".
Ne sono quasi sicuro: la colpa della "concomitanza di problematiche" di cui sopra non è mia.
Ma non ne posso essere certo perché nella Gesesa ci sono senz'altro persone enormemente più intelligenti di me. Le quali, graziosamente, scrivono: "purtroppo" a proposito della "concomitanza di problematiche", e poi esprimono le scuse, si dichiarano consapevoli aver arrecato "disturbo", insomma veramente generano commozione nell'animo mio.
Però devo andare io in banca a fare la fila per una colpa che non ho commesso.
Come dice quel tizio in tv, "la vera domanda è": Dove sono finiti i miei codici?
Perché non li aggiornano quelli della Gesesa visto che loro li hanno a disposizione da almeno un paio di decenni?
A proposito di domande, sempre in riferimento al Comune capoluogo e alle sue Tecnostrutture di servizio: alcuni mesi fa mi arrivò un'altra lettera con la quale mi si chiedeva di dimostrare se avevo pagato le bollette della spazzatura.
Ora, io queste bollette le avevo pagate e così mi venne da chiedere pubblicamente all'assessore alle Finanze del Comune una cosa di non difficilissima comprensione (tanto è vero che ci sono arrivato pure io): "ma quando io pago qualcosa al Comune, questi soldi che fine fanno se il Comune che in teoria dovrebbe riceverli non è in grado di dire chi glieli ha mandati?"
Attendo ancora una risposta".

comunicato n.73651




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