Le proteste di alcune famiglie non residenti a Benevento, ma che accompagnano i loro figli nelle scuole dell'obbligo del capoluogo, proteste alimentate dal fatto che il Comune ha stabilito di togliere le agevolazioni ai non residenti che si trovano dunque a pagare le fasce più alte della tariffa per la mensa scolastica, ha fatto sì che si verificassero se vi sono delle alternative.
Il dirigente Giuseppe Moschella (foto)Â ha individuato in alcune norme, nazionali e regionali, i presupposti giuridici per poter, forse, smorzare la polemica dei non residenti.
Infatti, queste norme riportano la fattispecie che i Comuni devono assicurare sia la cedola libraria (il contributo all'acquisto ai libri di testo)Â che la mensa.
All'epoca i servizi a domanda indiviuale, qual è la mensa, godevano di sostanziosi contributi statali e regionali.
Oggi non è più così e tutto dovrebbe reggersi sulle spalle di chi questo servizio lo chiede.
Tuttavia, è stato già sancito, anche con l'ultima riunione dei dirigenti scolastici, che le cedole librarie debbano essere richieste ai Comuni di residenza che si dovranno far carico, a loro volta, anche del rimborso alle famiglie.
La stessa cosa, dice Moschella, deve avvenire per la mensa.
Cioè l'integrazione e l'agevolazione che il Comune i Benevento non riconosce più ai non residenti, dovrebbe essere rimborsata a queste famiglie dai Comuni dove risiedono.
L'unico problema potrebbe sorgere in quel Comune che non prevede proprio il servizio.
Lì potrebbe essere un po' più complicato pretenderlo.
Qui il dirigente cita l'esempio del Comune di Benevento che paga la mensa scolastica ad un bimbo residente a Benevento ma che momentaneamente è domiciliato a Bologna dove frequenta la scuola.
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