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Benevento, 01-09-2014 16:46 ____
Luigi De Nigris e Nazzareno Orlando intervengono nel dibattito che si è aperto sulle prossime elezioni provinciali
Proveniamo da schieramenti di matrice diversa che, però, nell'ultima tornata elettorale, si sono uniti proprio in difesa di quel territorio di cui oggi tutti parlano
Redazione
  

Con una nota congiunta, Luigi De Nigris e Nazzareno Orlando (entrambi nella foto di "Gazzetta"), consiglieri comunali di opposizione a Palazzo Mosti, sono intervenuti, con alcune riflessioni, in merito al dibattito che si è  aperto  in  vista  delle  prossime  Elezioni  Provinciali.
"L'intervento - scrivono - giunge nella consapevolezza di provenire da schieramenti di matrice diversa che, però, nell'ultima tornata elettorale, si sono uniti proprio in difesa di quel territorio di cui oggi tutti parlano.
Quando, infatti, si dette vita al Pit si pensò creare i presupposti per un progetto capace di andare oltre le singole appartenenze.
Oggi, coerentemente a quella scelta, appare giusto ritrovarsi in un fronte comune, sia per fronteggiare il "pensiero unico" dilagante, che per stimolare un dibattito pubblico che faccia chiarezza anche sulle prospettive politiche di partiti oppure aggregazioni che, in un quadro molto confuso e disorganico, ancora non riescono a dare vita ad un confronto che stenta a decollare.
Nel corso del dibattito consiliare del 29 agosto scorso, è emersa la comune volontà di un immediato confronto sui temi che riguardano  le ipotesi di sviluppo territoriale.
Si è prospettata, dunque, l'ipotesi di poter riaprire un dibattito in tal senso e, come consiglieri di opposizione, abbiamo immediatamente chiesto che fosse organizzato un Consiglio comunale aperto, in cui tutti gli schieramenti e tutti coloro che si candideranno alla guida della nostra Provincia potessero discutere pubblicamente delle idee che hanno sul Sannio e sul suo auspicabile sviluppo.
Tale occasione contribuirebbe a ridare dignità ad un'elezione che, ad oggi, vede in campo solo soggetti che si contrastano e non programmi che si confrontano.
L'idea di affrontare il tema del futuro del nostro territorio, mai come in questa fase, risulta infatti determinante per comprendere concretamente come poterla sviluppare e tradurla in fatti superando la fase delle buone intenzioni e degli slogan.
Chi come noi ha da tempo deciso d'intraprendere tale percorso, candidandosi in gruppi che vedevano la "questione territoriale" come prioritaria, non può un appuntamento per oggi restarsene in disparte in attesa che altri dettino linee guida o impartiscano indicazioni di voto.
Sull'argomento, quindi, non ci si può più attardare con velenosi e sterili contrasti, spesso esclusivamente frutto di diaspore interne ai partiti e agli opposti schieramenti, oppure ripetendo vecchie e stantie ritualità che riesplodono al solo fine di tessere reti autoreferenti mirate unicamente a difendere interessi più individuali che collettivi.
Almeno stavolta, occorrerebbe fare quadrato intorno alle esigenze del territorio e predisporre un comune progetto di sviluppo tra le forze politiche, sindacali e del mondo associazionistico ed imprenditoriale per imporsi, con forza, sui tavoli regionali e nazionali.
Trasformare parole e concetti come "trasparenza", "legalità", "partecipazione", "comunità", in fatti veri ed impegni ben delineati per far sì che la "politica" (quella vera in cui ancora crediamo) possa ancora vivere basandosi sull'impegno, sulla serietà, sulla competenza.
Non c'è tempo da perdere!
All'infelice quadro economico e sociale, che ha coinvolto settori tradizionalmente sensibili come l'artigianato, il commercio, l'agricoltura, o solitamente meno esposti, come i servizi e le attività professionali, si aggiunge l'altrettanto preoccupante quadro politico locale.
Esso dimostra di aver perso vitalità, spessore, lucidità e capacità di guida con una classe dirigente ormai a livello nazionale miseramente ridotta a poco più che ad un diritto di tribuna per via  di una  legislazione elettorale pessima, alla cui approvazione hanno, però, contribuito per spirito di appartenenza anche i nostri rappresentanti.
E' evidente, al di là delle responsabilità e dei prestigiosi incarichi rivestiti nel Governo o nei partiti di riferimento (ciascuno può rilevare dalle cronache politiche quale risulta essere stato in passato e nell’attualità  il loro impegno per trarne un giudizio) che il terreno politico interno da sempre è stato compiacente alla linea dettata dalle segreterie romane obbligandolo a pagare dazio al "clan" (termine da intendersi come aggregazione di persone unite da affinità o comunanza di interessi) degli avellinesi.
Questi, intelligentemente o con astuzia e capacità, nei momenti decisivi hanno sempre fatto prevalere l'interesse del loro territorio (l'Irpinia) alle inadeguate dispute locali.
Oggi ci riprovano nuovamente scommettendo, tutti insieme, sulla cosiddetta  logistica.
Di fronte a questo quadro di disagio, di malessere e di isolamento, non si può cedere alla rassegnazione ed allo sconforto, ma bisogna reagire: migliorando la qualità complessiva dell’impegno politico; recuperando ragioni storiche e culturali; reclamando a gran voce rispetto e considerazione ed archiviando per sempre la genuflessione verso i potenti.
Ogni affronto al territorio sannita dovrà pertanto ritenersi attuato nei confronti di ogni singola realtà  e dovrà suscitare adeguati interrogativi e significative reazioni da parte di tutti!
Le imminenti tornate elettorali per la Provincia, per la Regione e per la città capoluogo, devono (a nostro avviso)  essere utilizzate per una vera elaborazione di programmi e per la creazione di concrete ipotesi di sviluppo complessivo a cui dovranno partecipare tutte le intelligenze, le sensibilità e le capacità migliori presenti nei territori.
Alle colpevoli e rassegnate indifferenze, tutti i soggetti coinvolti dovranno rispondere, consci della loro responsabilità, con un perentorio scatto di orgoglio.
C'è bisogno di riconquistare fiducia e senso di appartenenza, affinché, il nostro territorio, non solo nelle sue espressioni politiche, agisca con le proprie capacità e con i propri talenti, evitando dannose ingerenze e sudditanze. C'è la necessità di dare un senso ad espressioni come "merito" e "capacità programmatica" che sono state, purtroppo, offuscate da una politica sempre meno capace di ascoltare ed operare con umiltà ed impegno le reali esigenze dei cittadini!"
Come consiglieri comunali della città capoluogo richiederemo, quindi, ufficialmente, la convocazione della pubblica Assise, auspicando di assistere e partecipare ad un confronto sui progetti e sui sistemi per realizzarli.
Lo faremo nella speranza che la stessa venga convocata prima dell'appuntamento elettorale provinciale per tentare di creare un momento d'interscambio pubblico che non può essere ridotto solo a quello in atto tra i dirigenti dei partiti (vale per il centrodestra come per il centrosinistra), ma che deve essere condiviso anche con chi è presente e s'impegna nelle istituzioni e chi, come cittadini, i comitati e le associazioni che li ospitano, vive ed opera proprio su quel territorio che si intende difendere e rappresentare".

comunicato n.72756




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