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Benevento, 27-08-2014 11:29 ____
Peppino De Lorenzo scrive a Nicola Boccalone: Tre ore in attesa al Pronto Soccorso solo per un certificato di ricovero...
Tanto tempo, sia ben chiaro, senza che fosse stato opportuno praticare indagini od altro. Solo la compilazione di un modulo. Il malumore era palpabile dice il responsabile del Reparto di Psichiatria
Nostro servizio
  

Giuseppe De Lorenzo ha inviato una lettera aperta, tramite il nostro giornale, garbata e confidenziale nei toni, ma ferma nei contenuti, al direttore generale dell'Azienda Ospedaliera "Rummo" di Benevento denunciando un fatto gravissimo capitato ad un paziente che doveva essere ricoverato nel reparto di Psichiatria da lui diretto e che è stato tre ore in attesa solo della certificazione che consentisse la presa in carico dell'uomo al reparto di De Lorenzo.
Ecco ora cosa scrive il responsabile del Reparto. 
"Caro Nicola, memore dei tanti anni che abbiamo trascorso insieme a Palazzo Mosti, mi permetterai di evitare toni istituzionali e di rivolgermi a te in forma amichevole.
Del resto, devo darti atto che, nei riguardi del reparto da me retto, quello psichiatrico, che solo logisticamente dipende dall'Azienda Ospedaliera "Rummo", hai dimostrato, esempio raro, grande disponibilità, non mancando, sempre ed in ogni occasione, di interloquire personalmente non solo con me, ma anche con i singoli sanitari che mi collaborano.
Di tanto ti devo dare pubblicamente atto.
Innanzi al tuo ufficio, infatti, non sono state posizionate porte di ferro.
Ciò precisato, in questa circostanza, è su di un problema di queste ore che intendo soffermare, volutamente, la mia attenzione.
Domani mattina, a quanto è dato sapere, si terrà una conferenza stampa per presentare il ventilato progetto di collaborazione tra l'Azienda da te retta ed i sanitari dell'emergenza territoriale.
Tu, di certo, avrai memoria che, mesi fa, quando si pensò a tale accordo, attraverso la Stampa, fui il solo a plaudire all'iniziativa.
Oggi, quell'intesa è divenuta realtà.
Bene.
C'è, però, qualche correttivo, non di secondaria importanza, che è mia intenzione segnalarti al fine che, da subito, con la solerzia che ti compete, vorrai porre in essere.
Sulla preparazione professionale dei colleghi del territorio non c'è alcunché da eccepire. Sia ben chiaro.
Epperò, questi ultimi sono stati impegnati a svolgere il loro compito, tra l'altro abbastanza gravoso, dalla sera al mattino, prendendo il posto dei sanitari che erano al Pronto Soccorso da anni.
Sarebbe stato auspicabile che, almeno all'inizio, venissero affiancati da questi ultimi.
Ci sono, infatti, così come capita in ogni attività, delle procedure, molte burocratiche, che richiedono, per forza di cose, una consolidata esperienza sul campo.
Valga per tutti un esempio.
Non più tardi di ieri mattina, verso le 8.15, sono stato sollecitato ad un ricovero in Psichiatria da parte di un collega, tra l'altro noto politico cittadino.
In precedenza, bastava che un ausiliario del reparto portasse un nostro attestato al pronto soccorso per ottenere il cartaceo del ricovero considerando, tra l'altro, che il servizio psichiatrico dipende dall'Asl.
Ora, e forse è anche giusto, si pretende la presenza del paziente.
Nulla da eccepire anche se, in molti casi, si tratta di malati in stato di violenta agitazione psicomotoria.
Il malcapitato, interessato da un severo stato ansioso, è lì rimasto in attesa per ore e, si badi bene, solo per ottenere una banale certificazione di ricovero.
Considerando il tempo trascorso, mi sono recato personalmente lì e, solo con l'interessamento di un infermiere, ho raggiunto lo scopo.
Intanto, il medico si lasciava erudire da un collega del funzionamento del compiuter mentre il corridoio era stracolmo di gente in attesa.
Erano le 11.36 quando l'attestato è giunto nelle mie mani (tre ore!).
Il tutto, sia ben chiaro, senza che fosse stato opportuno praticare indagini oppure altro.
Solo, ripeto, la compilazione di un modulo. Il malumore era palpabile.
Ecco, caro Nicola, la proposta è ineccepibile a condizione, però, che non si faccia come siamo usi nel nostro Paese. Si fanno le leggi, ma, poi, ci si accorge che mancano i fondi.
Sono convinto che ti adopererai al fine che il servizio venga ottimizzato al meglio in quanto il momento è difficile ed a pagarne le spese è il povero malato.
Accettare, per questo, un modesto suggerimento da parte di chi, come me, è sul campo, da mattina a sera, e da circa quarant'anni.
Ti abbraccio".

comunicato n.72605




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