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Benevento, 26-08-2014 17:34 ____
Triste e grottesco epilogo della tragica vicenda che ha visto la morte in Cambogia del beneventano Giuseppe Cangiano
Contestato l'avvio della realizzazione di un loculo, ritenuto abusivo, che avrebbe consentito al defunto di riposare accanto ad un congiunto. Sul posto l'intervento della Polizia Municipale
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L'abusivismo edilizio, una delle tante piaghe del Mezzogiorno d'Italia, non risparmia nemmeno il camposanto.
Triste e grottesco epilogo della tragica vicenda che ha visto coinvolto involontariamente Giuseppe Cangiano, il volontario 49enne beneventano, perito in Cambogia a seguito delle ferite riportate in un incidente stradale.
Un loculo abusivo sarebbe stato costruito presso il Cimitero di Benevento per poter ospitare la bara dello sfortunato operatore umanitario morto in Asia.
Il manufatto, che sarebbe stato innalzato in modo tale da consentire alle spoglie mortali di Cangiano di riposare accanto a quelle di un congiunto, deceduto tempo or sono, avrebbero però ostacolato l'accesso ad un altro loculo che ospitava i resti di un altro defunto.
Del resto, al Cimitero gli spazi sono, comunque, molto ristretti e sono ben note le difficoltà che tutti gli amministratori pubblici incontrano per poter garantire una adeguata e degna sepoltura a tutti. 
Immediata la decisione di richiedere l'intervento della Polizia Municipale per poter porre rimedio all'incresciosa situazione venutasi a determinare.
Dopo un primo momento di comprensibile incredulità, intervenuti infine sul posto, nel primo pomeriggio di oggi, gli agenti agli ordini del comandante Giuseppe Moschella avrebbero accertato che ad ampliare il loculo regolarmente costruito e che ospitava già una salma, sarebbe stata A.C., sorella dello sfortunato Giuseppe. 
La donna, una 48enne nata a Napoli, ma residente a Benevento, avrebbe provveduto a far innalzare in mattoni forati nella mattinata odierna un piano su un loculo pre esistente.
Accertato questo, la Polizia Municipale ha provveduto al sequestro preventivo al fine di riportare le cose alla normalità, consentendo così a tutti i morti di riposare finalmente in pace e ai parenti di poterli ricordare.
La vicenda, che ha risvolti tanto paradossali che probabilmente darà il via a tutta una sequenza di giocate al Lotto, non può fare dimenticare il generoso lavoro di Giuseppe, detto Ciccio, nel paese asiatico, dove era particolarmente impegnato per consentire ai più giovani di conseguire un adeguato livello di istruzione e di formazione professionale. Cangiano aveva svolto altre missioni umanitarie anche in India, in Malesia ed in Messico.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

comunicato n.72587




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