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Benevento, 25-08-2014 11:27 ____
Peppino De Lorenzo dà un'altra clamorosa anticipazione su chi è accanto al direttore generale dell'Asl, quale suo braccio destro...
Due sere prima della promozione, aveva posto le cassette delle registrazioni sulla mia scrivania con l'intento che io parlassi...
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo (foto), responsabile del Servizio di Psichiatria dell'Asl presso l'Ospedale Rummo di Benevento,  dà un'altra clamorosa anticipazione: Chi è accanto al direttore generale dell'Azienda Sanitaria Locale, Michele Rossi, due sere prima della promozione, aveva posto le cassette delle registrazioni sulla mia scrivania con l'intento che io parlassi...
De Lorenzo, per giungere a questa affermazione, parte dalla notizia, come egli dice, che fa scalpore, ammesso che, valutando quanto da mesi si sta verificando all'Asl, vi possa essere ancora qualcosa che ci possa lasciare basiti."
"E', infatti, corso di bocca in bocca - dice De Lorenzo - segnatamente negli ambienti sanitari, il litigio avvenuto tra il direttore generale, Michele Rossi, ed un dirigente della stessa Azienda.
Lo scontro, a quanto è dato sapere, è stato di una violenza tale che uno dei litiganti è finito al pronto soccorso.
Non è, sia ben chiaro, mia intenzione ergermi a censore, nè difendere l'operato del direttore dell'Asl.
Tutt'altro!
Il mio giudizio, più volte espresso in questi mesi sull'attuale funzionamento dell'Azienda, non muta affatto e rimane immutato.
Epperò, nell'apprendere l'attuale vicenda una considerazione mi sia consentita, con purezza di intenti e libertà di pensiero.
Come molti ricorderanno, la precedente amministrazione dell'Asl, a guida De Stefano, fu smantellata grazie alla Procura della Repubblica di Napoli che fu la sola a difendermi con il prezioso intervento dell'allora procuratore, Giovandomenico Lepore e del suo sostituto, Francesco Curcio.
Se avessi atteso un intervento della Procura di Benevento, cui anche chiesi aiuto, senza tema di smentite, i miei detrattori avrebbero condotto a termine il piano organizzato contro di me e sarei stato licenziato.
Anche ora, dopo quanto si è appreso a livello nazionale, siamo fiduciosi di assistere a breve a delle conclusioni considerando il considerevole lasso di tempo intercorso.
Oggi, come allora, mi chiedo come sia stato possibile che, a parte De Stefano e Zerella che dovettero lasciare i loro incarichi, i personaggi delle intercettazioni, asserviti al potere, dopo sono rimasti al loro posto.
Continuano imperterriti ad occupare i propri ruoli ed anzi qualcuno ha fatto carriera diventando uno dei più fidati consiglieri di Rossi.
Suvvia, qui siamo nel ridicolo, veramente nel ridicolo più deplorevole.
Cosa, allora, ci vogliamo aspettare per il futuro?
In un periodo di auspicata democrazia quei personaggi dovevano essere rimossi. Senza alcun induglio.
Ecco perché la telenovella continua a dispregio della quotidiana sofferenza umana.
Una volta per sempre, la magistratura deve intervenire evitando le solite sortite ad effetto senza risultati finali.
Ci sarebbero tante e tante cose da dire.
Per il momento, è opportuno fermarsi qui.
Accanto a Rossi, quale suo braccio destro c'è chi, due sere prima della promozione, aveva posto le cassette delle registrazioni sulla mia scrivania con l'intento che io parlassi.
Siamo all'inverosimile!"

comunicato n.72555




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