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Benevento, 30-07-2014 08:05 ____
Il magico scenario dei Giardini della Rocca dei Rettori ed un pubblico molto numeroso accolgono i "Massimo Volume" ed il finale di Zona Franca
Il Festival "Percorsi Sanniti" è riuscito a dare un valido contributo allo scenario storico-culturale del beneventano, troppo spesso obliato, valorizzando le realtà musicali frequentemente sminuite
di Debora Maiale
  

"Percorsi sanniti. Zona Franca" è giunto ieri sera al suo ultimo appuntamento proponendo a un numerosissimo pubblico i "Massimo Volume", gruppo indie-rock nato sul finire degli anni Ottanta.
Il gruppo, composto da Emidio Clementi, fondatore e principale autore del gruppo, voce e basso; Egle Sommacal, chitarra; Vittoria Burattini, batteria e Stefano Pilia, chitarra, ha avuto un passato particolarmente variegato: Dopo la pubblicazione di ben quattro album nell’arco di sei anni a partire dal 1993 e gli ottimi riscontri da parte di pubblico e critica, i "Massimo Volume", nel febbraio del 2002, decidono di sciogliersi e di interrompere il loro comune percorso artistico.
Dopo sei anni di pausa il gruppo deciderà di tornare a condividere la propria musica, pubblicando nel 2010 "Cattive abitudini" e, nel 2013, "Aspettando i barbari", nel quale si parla per l’appunto di "presenze" in grado di turbare la nostra esistenza, di sconvolgere le nostre vite e di distruggere le già esili certezze faticosamente costruite.
Quella che è diventata una particolarità del gruppo, ovvero che i testi vengano parlati e non cantati, pare sia stata originata dal fatto che Emidio Clementi, frontman e voce dei "Massimo Volume", non sapesse cantare.
La voce graffiante di Clementi (tra l’altro, autore di diversi libri) non eclissa la valenza dei testi, che tendono a staccarsi dalla narratività del racconto per creare immagini effimere ma dense di ricordi e sensazioni.
Il gruppo, dopo l’apertura affidata a Mario Conte, ha quindi musicalmente ripercorso il suo trascorso, nel suggestivo scenario dei giardini della Rocca dei Rettori, suscitando entusiasmo e partecipazione. Gli stessi che hanno, del resto, accompagnato l’intera manifestazione nella sua seconda edizione, retta su stanziamenti quattro volte inferiori rispetto alla prima del 2010, ma non per questo priva di qualità o di consensi.
Un Festival che è riuscito a dare un valido contributo allo scenario storico-culturale del beneventano, troppo spesso obliato, valorizzando quelle realtà musicali frequentemente sminuite.

Le foto sono di Debora Maiale per "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

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