Gli europarlamentari del M5S Piernicola Pedicini (che è di origini sannite ed è qui nella foto) e Laura Ferrara hanno lanciato un allarme in riferimento alla manifestazione di protesta organizzata oggi e domani da varie associazioni ambientaliste italo-greche a Souda, sull'isola di Creta nei pressi della base militare Nato Natoica, in merito allo smaltimento, nel Mar Mediterraneo, delle armi chimiche siriane.
La vicenda è stata già posta all'attenzione del Parlamento Europeo dal M5S, durante la sessione plenaria del 15 luglio scorso.
"La distruzione di circa 800 tonnellate di armi chimiche siriane che verrà fatta, nei prossimi giorni, nelle acque del Mediterraneo con il metodo dell'idrolisi - hanno affermato Pedicini e Ferrara - rischia di colpire e danneggiare le coste ed il mare dell'Italia meridionale e della Grecia con gravi ed imprevedibili ripercussioni sulle popolazioni di quelle aree. Considerato che il metodo dell'idrolisi non è mai stato sperimentato prima in mare, e che non c'è nessuna garanzia che tutto proceda con sicurezza, i cittadini delle regioni che si affacciano nel Mediterraneo, già martoriati da diverse emergenze ambientali, verranno usati come cavie ed abbandonati a se stessi nell'ambito di un'operazione militare internazionale che non ha visto le comunità locali coinvolte ed informate sulle conseguenze".
Con un intervento in Aula, Pedicini ha evidenziato che "sono a rischio la salute dei cittadini, l'ecosistema marino, la pesca,  il turismo ed una serie di attività produttive che interessano l'intero Mediterraneo e le regioni circostanti, in più ha chiesto di sapere quali siano le procedure ed i piani di evacuazione in caso di emergenza ambientale".
"Non vorrei - ha aggiunto - che diventi un modello quello di continuare ad utilizzare le aree più povere dell'Italia e dell'Europa del Sud per smaltire e trafficare rifiuti nocivi leciti e illeciti senza considerare i disastri ambientali che potrebbero essere prodotti".
"Ci auguriamo - hanno concluso Pedicini e Ferrara - che la messa in atto dell'idrolisi in mare non rappresenti un precedente per avallare future operazioni di tale pericolosa portata, instaurando un allarmante modus operandi".
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