In merito ad un articolo pubblicato sul bollettino dell'Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi) "La Buona notizia", dal titolo: "Sindaco e giunta decidono: drastico taglio ai nostri compensi", quattro colleghi giornalisti (Sabino Iannuzzi, Luca Maio, Gabriele Pastore e Mario Pedicini) hanno inviato una loro nota con cui si sono disocciati da quanto scritto.
"Alle porte della Pasqua - si legge - anziché far leva su uno spirito di dialogo e pacificazione, ci siamo ritrovati, invece, coinvolti all'interno di un'evitabile polemica partorita dalla penna di un collega della carta stampata.
Qualche settimana fa, infatti, ci ha contattati al fine di raccogliere la nostra disponibilità ed eventuale adesione all'Ucsi (nella foto il primo ritiro spirituale dei giornalisti dell'Ucsi).
Come operatori del mondo dell'informazione, di formazione cattolica, abbiamo pertanto dato la nostra adesione.
Mai avremmo pensato di trovarci qualche tempo dopo al centro di un caso che ci vede profondamente amareggiati. Come scrive lo stesso sul foglio di informazione "La Buona Notizia", crediamo infatti che il mondo del giornalismo in una realtà complessa come quella della nostra provincia "ha il diritto-dovere di esercitare una funzione formativa oltre che informativa".
E ancora che "bisogna avvicinare i lettori con argomenti più convincenti mantenendo alta la quota di credibilità ". Buoni propositi che, invece, non si sono tradotti concretamente.
Ci siamo, infatti, ritrovati il nostro nome in calce ad un articolo curato dallo stesso dal titolo: "Sindaco e giunta decidono: drastico taglio ai nostri compensi" che ribadiamo è integralmente estraneo alla nostra visione dell'informazione.
Vi rintracciamo accuse gratuite, irriverenza verso le istituzioni, immagini spinte e voyeuristiche, una corsa allo scoop che non esita a violare la privacy, generalizzazioni indebite.
Non è questo ciò che noi intendiamo per giornalismo che è anzitutto veritas.
Una verità che, come più volte sottolineato dal Papa Emerito Benedetto XVI, va coniugata con la carità e la tutela della dignità della persona.
Perché prima di essere politici e uomini delle istituzioni sono persone che vanno tutelate nelle loro emozioni, credo e affetti.
Il giornalismo è per noi anzitutto l'analisi dei fenomeni, ricerca delle loro cause, denuncia delle criticità , esaltazione delle cose buone.
E' presentare la società nella maniera più oggettiva possibile, senza porla al vaglio del nostro "ego" e dei nostri personalismi.
E, soprattutto per un giornalista cattolico, senza puntare il dito e senza arroccamenti; ma prediligendo la via del dialogo e dell'ascolto.
Fare giornalismo nell'ottica del servizio alla verità , è dunque saper utilizzare l'ascolto e il cuore, percepire i sentimenti e le sofferenze di un popolo.
Con questo nostro intervento, ribadiamo, dunque, la nostra totale estraneità a quanto scritto e le scuse sentite a coloro che, in via del tutto immotivata, sono stati chiamati in causa.
Informare senza filtri della propria mente, coscienza, intelligenza, credo e cultura è il compito del giornalista, diffidando da sensazionalismi e non puntando il dito verso alcuno, senza falsità e inutili e vuoti scoop.
Vogliamo, dunque, ribadire che il nostro scopo primario è quello di voler diffondere la Notizia alla luce della verità e dell'onestà , ispirandoci agli insegnamenti evangelici per essere "cooperatore veritatis" secondo coscienza.
Ci dissociamo dal linguaggio dei falsi profeti, scegliendo un giornalismo costruttivo e mai polemico.
Popolare e mai populistico e che punti a dare voce a chi non ce l'ha!"
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