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Benevento, 31-01-2014 21:11 ____
Che fatica portare avanti gli Oratori. E' facile scoraggiarsi ma bisogna andare avanti ha detto mons. Pompilio Cristino al raduno dell'Anspi
La proposta di Ugo De Cunto: I disabili trattiamoli come i ragazzi alla scuola dell'Infanzia. Andiamo a prenderli a casa al mattino e riaccompagniamoli la sera tenendoli sempre con noi senza gravare sulle famiglie
Nostro servizio
  

Nel giorno che la Chiesa dedica alla memoria di San Giovanni Bosco, il padre degli Oratori (anche se, Rosario De Nigris, presidente Zonale, ha precisato che in realtà è stato San Filippo Neri, quello del "state buoni se potete..." ad avviare questo tipo di aggregazione giovanile), il Comitato di Zona dell'Associazione Nazionale San Paolo Italia (Anspi) ha svolto il suo raduno nella sala "Lazzati" dell'Università Cattolica.
Ad aprire i lavori, è stato il vicario dell'arcivescovo, monsignor Pompilio Cristino il quale ha sottolineato l'importanza degli Oratori anche se non ha nascosto la fatica che si fa per portarli avanti e la delusione che spesso prende per gli obiettivi mancati.
E' facile scoraggiarsi ma bisogna andare avanti.
Quindi, la parola è passata a don Massimo Borreca, sacerdote di Pannarano, il quale ha fissato l'attenzione sull'attività formativa nell'ambito degli Oratori, attività che è importante affinché noi possiamo donare qualcosa.
Non basta dire grazie a Dio ma bisogna dirla anche agli uomini.
L'educazione serve a mettere in moto il nostro cuore perché per educare bisogna amare e don Bosco, ha proseguito don Massimo, è stato uomo di Dio e della carità.
Della santità le persone se ne accorgono ed essa non è solo una cosa da preti ma di tutti.
Dunque, nell'oratorio tutti sono protagonisti.
A noi stanno a cuore i nostri ragazzi affinché non si perdano.
Importante poi è anche accogliere chi ha disabilità e metterli in condizione di partecipare alle nostre attività.
La pedagogia di don Bosco prevedeva come prima cosa un ambiente, e l'oratorio è mutuato sullo spirito della casa, dell'abitazione ma a condizione l'educatore, come don Bosco, stia anche egli là, in quel luogo.
Altro elemento importante è quello della celebrazione dei sacramenti.
I ragazzi a noi affidati non devono stare lì solo a giocare. Il gioco è finalizzato alla preghiera ed alla catechesi.
Crescere con la presenza dell'amore e della famiglia, è il trinomio dell'Oratorio.
Adulti, preti, educatori, tutti occorrono e tutti devono partecipare con la maturità umana che si fonda su quella spirituale.
Dopo l'intervento di don Massimo, la parola è passata a Carmelina D'Antonio che ha parlato di una guida per giochi ed attività da proporre sia negli Oratori che nei Circoli affiliati all'Anspi.
In questo sussidio il tema delle generazioni che nell'oratorio si confrontano e crescono insieme diventa la sperimentazione concreta per una educazione integrale dell'uomo e del cittadino di tutte le età.
Quindi è intervenuto Ugo Dell'Unto, un disabile che lotta per i disabili e per il loro inserimento. Io il mio stato lo vivo bene perché ho molti amici che mi aiutano.
Il 22% dei disabili di età inferiore ai 44 anni, ha detto, si è recato al cinema, al teatro o a vedere spettacoli vari negli ultimi 12 mesi e solo il 19% di loro legge libri.
Ora i parroci devono darci una mano a fare uscire i disabili dalle loro case aiutandoli.
Qui c'è stata la proposta di Dell'Unto e cioè quella di organizzare attorno a loro la stessa azione posta per i fanciulli dell'asilo. I genitori lo portano al mattino e poi li friprendono nel pomeriggio, a sera.
Con i disabili dobbiamo fare la stessa cosa, andarli a prendere nelle loro case, farli stare con noi e poi riportarli a sera.
Insomma dobbiamo essere le loro badanti ma senza gravare economicamente sulle loro famiglie e sui loro figli.
Una idea certamente suggestiva, ma, è di tutta evidenza, non facile da realizzare.
De Cunto, però, ha deciso: Non demordo.
Poi la parola è passata a Mena Martini che si occupa della Compagnia Teatrale "I Soliti Ignoti" la quale ha proposto agli Oratori la visita di questa compagnia teatrale organizzando così un tour prima dell'evento importante che è per il Teatro "Massimo".
Infine, a chiudere i lavori è stato il presidente di Zona dell'Anspi, Rosario De Nigris il quale ha voluto sottolineare innanzitutto la scintilla educativa di Bartolomeo Garelli all'epoca di don Giovanni Bosco.
Per De Nigris c'è poi la necessità di puntare sulla formazione con corsi da destinare ad animatori zonali.
Il programma delle attività prevede la conferma della rassegna dei Cori, le rappresentazioni teatrali e lo sport non dimenticando i ritiri spirituali.
De Nigris ha, quindi, concluso chiedendo a tutti i responsabili anche di mettere in comune le attività svolte per modo che tutti possano esserne a conoscenza.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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