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Benevento, 11-01-2014 12:32 ____
Incredibile quanto è successo nella parrocchia Spirito Santo dove don Cosimo Cavalluzzo la butta in politica
Agli organizzatori della "Festa del Tricolore" dice: Chi ve lo ha fatto fare? Una domanda polemica e provocatoria che fa scoppiare il finimondo con alcuni dei presenti che rappresentavano le Associazioni che lasciano la cerimonia
Nostro servizio
  

"Sono un prete povero. Qualcuno si è arrabbiato, ma se non vi piace la mia omelia potete anche cambiare chiesa. San Silvio ha i suoi devoti".
Santa Messa con polemiche: onore ai Caduti per la Patria e litigi sul sagrato e davanti all'altare.
Clamoroso quanto successo, questa mattina, nella parrocchia Spirito Santo  di contrada Pezzapiana, a Benevento, nella giornata indetta per la "Festa del Tricolore", cioè la festa del simbolo della Patria.
Istituita con la legge 671 del 31 dicembre 1996, la Festa vuole ricordare quanti si sono sacrificati anche con la vita per l'Italia.
Anche a Benevento la ricorrenza è stata celebrata.
L'iniziativa però, voluta dalle Associazioni Combattentistiche, è finita in maniera inaspettata.
A scatenare il disappunto, durante la funzione, è stata l'omelia di don Cosimo Cavalluzzo, il vice parroco: due persone, in particolare Gaetano Rofio, presidente dei Bersaglieri Sanniti, hanno reagito, piccati, alle parole dall'altare ed hanno lasciato anzitempo la parrocchia assolutamente non concordando con le affermazioni del sacerdote.
E' accaduto che, durante l'omelia, don Cosimo, ricordati valori etici e civili di quanti si erano immolati per la Patria con un'uniforme indosso, ha affermato, con sdegno, che questi stessi valori si stavano pian piano perdendo.
I giovani in divisa, secondo don Cosimo, oggi sanno a stento di cosa stiamo parlando e del perché servono la Patria anche nelle missioni all'estero.
Da qui la domanda, polemica e provocatoria rivolta ai promotori dell'iniziativa commemorativa: "Chi ve lo ha fatto fare?".
Inoltre don Cosimo l'ha buttata anche in politica.
Egli infatti ha anche citato l'ex presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, reo, secondo il sacerdote, di aver voluto in passato voluto cambiare la storia, con la conseguenza, ha detto ironicamente il sacerdote, che oggi forse ce lo saremmo anche ritrovato santo.
Altre polemiche.
I due rappresentanti dell'Associazione hanno fatto rumorosamente capire il loro netto dissenso e hanno lasciato la chiesa con stizza e sdegno.
Insomma una giornata  che doveva essere di ricordo e di commemorazione si è trasformata in una forte contrapposizione sfociata in un atto di sfiducia.
La questione ha avuto anche un risvolto ancora più acuminato con le responsabilità dell'accaduto che sono state addossate sulle spalle di Gerardo Mauta, presidente del Comitato d'Intesa delle Associazioni.
E' stato il presidente Rofio, da noi avvicinato dopo che la fine della Messa, a reagire maniera molto dura: "Non dovevamo proprio venire qui a Pezzapiana.
La colpa non è del sacerdote, quanto di qualcuno che ha voluto che la Messa si tenesse qui.
Era l'ultimo posto da scegliere".
Don Cosimo Cavalluzzo aveva introdotto l'omelia spiegando che queste giornate non bisognava dimenticarle e tenerle vive nel cuore e negli occhi delle giovani generazioni: "Tutto questo sembra fuori luogo.
La cultura di oggi tende a far decadere il vostro ruolo.
E' diventato difficile ricordare la storia e la Resistenza.
Questi sono messaggi che devono essere inviati alla comunità perché facciano bene.
Oggi bisogna soffermarsi sui valori, sulla vostra coerenza, sulla lealtà, fedeltà che avete dimostrato.
Occorre coraggio ed avere la memoria alta".
Don Cavaluzzo ha spiegato alle associazioni che a loro  era affidato un compito importante  quello di non dimenticare.
Poi l'attacco: "Oggi si va in missioni di guerra solo per soldi, ai vostri tempi era diverso.
I giovani hanno perso il significato.
Non sanno cosa siano gli alpini, e ormai anche la Virgo Fidelis (Patrona dei Carabinieri, ndr) viene ricordata solo perché si deve fare, ma non si capisce il vero valore della sua figura".
Poi l'attacco alla politica ed a Berlusconi: "Per cambiare la storia ci vuole davvero poco e lo stavano per fare".
Dopo queste parole, lo strappo con due componenti che hanno lasciato la chiesa.
Nel nostro tentativo di ricostruire quanto accaduto e di raccogliere le loro impressioni ci hanno detto indignati: "Il sacerdote aveva la stola della pace, non era il caso di metterla oggi.
Però poi non ha avuto nemmeno il buongusto di tacere".
Il presidente dell'Associazione Bersaglieri non ha affatto gradito la domanda retorica del sacerdote: quel "Chi ve l'ha fatto fare?", pronunciato sull'altare.
Rofio ha detto: "Pensavo ai tanti sacrifici che poi erano stati tutti vani, ma lui ha continuato affermando che in Afghanistan i ragazzi ci vanno solo per soldi.
Quindi tutti quei caduti che ci sono stati sono morti per soldi?
Di tutti i sacrifici nelle zone da guerra lui non sa nulla".
Infine si è detto indignato perché un sacerdote ha fatto politica dall'altare: "Facciamo prima ed al posto del Vangelo mettiamoci i giornali.
Abbiamo un papa che ripete ogni giorno che dobbiamo essere fratelli perché lui ci ha ingiuriato?"
Sia il colonnello Nicola Corbo, presidente dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia di Benevento, che lo stesso Mauta si sono schierati con don Cavaluzzo, spiegando che erano state dette parole significative e che la giornata di oggi voleva rappresentare  la difesa de sacrifici di ogni caduto e di ogni attivista.
Poi c'è stata la preghiera  per la Patria, l'Inno Nazionale ed il Suono del Silenzio a cercare riportare il vero significato della giornata e dell'unità.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

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