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Benevento, 16-09-2013 19:48 ____
Lunga discussione a Palazzo Mosti sull'Housing Sociale. Il capogruppo del Pd Angelo Miceli va sotto per il voto di Fausto Pepe e Giovanni Izzo
Alla fine è stato deciso di rimandare il tutto in Commissione. Ma quei 400 alloggi a Santa Clementina convincono sempre meno...
di Diego De Lucia
  

Il progetto di costruzione dei circa  400 alloggi di "Housing sociale" in contrada Santa Clementina, torna in Commissione per un approfondimento.
Lo ha deciso oggi, a maggioranza, il Consiglio comunale di Benevento.
Dopo sei ore di discussione, l'ennesima spaccatura nella maggioranza ma con un inedito, acuto contrasto, tra il sindaco, Fausto Pepe, ed il capogruppo del Pd, Angelo Miceli.
La delicata e contrastata vicenda fa un passo indietro perché otto mesi or sono lo stesso provvedimento era stato approvato dalla stessa Assemblea consiliare con solo dieci voti, troppo pochi per far reggere il provvedimento ai successivi passaggi (si tenga conto che anche in assenza dell'Ordine del Giorno di Mario Zoino ed altri, in Consiglio la vicenda sarebbe dovuta, comunque, tornare alla fine dell'iter procedurale).
In tutte queste settimane, su questa vicenda si è acceso un aspro dibattito sino a che, all'inizio di questo mese, l'assessore all'Urbanistica, Mario Coletta, aveva relazionato in Giunta comunale, dopo averlo fatto nella Commissione consiliare presieduta da Leonida Collarile, spiegando come, a suo parere, quell'insediamento non si doveva fare per una serie di ragioni tecnico-giuridiche.
Almeno così com'era allo stato dei fatti.
E questo faceva il paio con l'Ordine del Giorno del consigliere di maggioranza del Gruppo Misto, Mario Zoino, che aveva ottenuto al riguardo non solo la firma dei componenti dell'opposizione, ma anche quelle dei suoi colleghi di maggioranza del Pd.
Zoino aveva chiesto che dell'argomento se ne parlasse in Consiglio Comunale perché nemmeno lui era d'accordo su quell'insediamento di case.
E così, superata l'estate, il momento è arrivato, oggi.
Ci si aspettava una seduta infuocata dell'Assemblea e tale è stata.
I lavori sono cominciati alle 12,15, con circa 45 minuti di ritardo, ma all'insegna della vertenza sulla casa e di quella sul lavoro.
Infatti, all'ingresso di Palazzo Mosti è comparso uno striscione eloquente che recitava: "Il primo punto all'ordine del giorno siamo noi. Case per tutti", mentre nell'Aula di Palazzo Mosti si sono presentati alcuni attivisti del Movimento di Lotta per la Casa che, ormai da tre settimane, stanno movimentando la cronaca politica facendosi portavoce del malessere e della protesta di tante famiglie beneventane che non riescono più a pagare i fitti per la propria abitazione o sono sotto sfratto.
Inoltre nella Sala consiliare si è presentato anche un rappresentante della Cooperativa che fino a qualche mese fa gestiva il servizio dei parcheggi pubblici, poi affidato dal Comune all'Amts e che ha portato alla cancellazione di alcuni posti di lavoro.
Ad un certo punto, la tensione è salita perché i manifestanti hanno cominciato a protestare per un provvedimento dell'Amministrazione comunale, dell'importo di 42mila euro, per alcuni interventi di manutenzione straordinaria al Palazzo di Giustizia interessato dalla riorganizzazione strutturale degli Uffici di giustizia sul territorio delle province di Benevento e Avellino.
Inoltre, i manifestanti non hanno gradito il fatto che i primi minuti dei lavori dell'Assemblea fossero  stati destinati ad una discussione riguardante le scritte apparse nelle ultime ore su alcuni muri cittadini e che costituivano un attacco personale al sindaco Fausto Pepe.
Qualcuno ha cominciato a gridare: "Il figlio del sindaco una casa ce l'ha; io mio figlio dove lo metto".
Dopo qualche momento concitato, comunque, mentre si temeva che la protesta potesse trascendere, è intervenuta la Polizia Municipale che ha di fatto allontanato dalla Sala i manifestanti.
Quando finalmente i lavori del Consiglio hanno ripreso il loro andamento regolare è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le figure di Clino Bocchino, già assessore regionale e comunale, e di Lucio Facchiano, già sindaco di Benevento, scomparsi, il primo, il 10 settembre, il secondo, poche ore or sono.
Quindi si è passati a discutere sulle scritte contro Fausto Pepe e tutto il Consiglio si è, all'unanimità, espresso per la condanna di simili provocazioni e per solidarizzare con il primo cittadino.
A questo proposito, proprio il primo cittadino ha voluto ricordare che gli imponenti tagli allo Stato sociale operati in questi ultimi anni dai Governi centrali hanno costretto gli enti locali a cancellare tutta una serie di interventi: dunque, non è stato solo il Comune capoluogo, ha detto Pepe, a dover tagliare importanti interventi a favore delle famiglie in condizioni di bisogno.
"Non si può avere la memoria corta su questo punto", ha puntualizzato il sindaco.
"Fino a quando abbiamo potuto, abbiamo finanziato anche i doposcuola popolari; poi abbiamo dovuto cancellare questi interventi.
Per questo occorre da parte di tutti responsabilità e nuova coesione sociale".
Fausto Pepe ha stigmatizzato anche il gratuito attacco mosso al nostro giornale sulla vicenda delle scritte sui muri contro egli stesso.
Nel corso del dibattito, Carmine Nardone, per Sud Innovazione e Legalità, ha espresso il proprio forte rammarico per il fatto che il Comune non abbia partecipato ad un bando europeo per interventi per la mobilità sostenibile; quindi Roberto Capezzone ha ufficializzato il proprio passaggio dal Gruppo Pdl al Gruppo Misto, avendo aderito, nei giorni scorsi, a "Fratelli d'Italia" ed ha lanciato un attacco all'Amministrazione che avrebbe scelto la strategia dell'immobilismo sul piano degli interventi, ricordando il fallimento del progetto della "piattaforma logistica" mentre il massimo attivismo si registra nel pagamento di tasse e balzelli: tutto ciò, a suo dire, ha condotto ad una condizione di "città esamine".
E' quindi intervenuto Giovanni Quarantiello dell'Udc il quale ha lamentato come alla fine dei lavori della Commissione Lavori Pubblici il presidente della stessa non avesse voluto distribuire fotocopie del verbale della seduta.
Su questo punto Giuseppe Molinaro del Pd, che è appunto il presidente di questa Commissione, ha ribattuto affermando che il problema era esclusivamente dovuto al guasto della fotocopiatrice.
Esaurita questa fase, si è finalmente passati a discutere sull'unico argomento dell'ordine del giorno, su relazione introduttiva del proponente, cioè lo stesso Mario Zoino.
Il consigliere ha sottolineato la necessità di un approfondimento su una questione tanto rilevante, in particolare per quanto concerne l'insediamento in Santa Clementina.
Zoino ha chiesto chiarimenti sulla Conferenza dei Servizi relativamente alla questione sul tappeto ed ha evidenziato come sia opportuna una ripartizione diversa degli insediamenti rispetto a quanto deciso a dicembre dall'Assemblea. "Non sono stato fulminato sulla Via di Damasco: Questa però di Santa Clementina è una scelta infelice.
Sono contrario: Non deve essere una replica di contrada Cellarulo.
In questo progetto specifico non c'è alcun interesse pubblico, ma se la maggioranza (non solo politica di centrosinistra, ma dell'intero Consiglio) deciderà per votare su questo punto mi adeguerò."
E' quindi intervenuto l'assessore delegato all'Urbanistica.
Mario Coletta ha spiegato che, quando ha assunto questa responsabilità, si è subito posto il problema proprio dell'insediamento di Santa Clementina, rilevando che il progetto gli appariva poco chiaro su alcuni punti rilevanti e su questi le numerose discussioni e gli incontri con lo stesso primo cittadino, con i dirigenti e con i consiglieri comunali non sono serviti a sciogliere le perplessità.
"Ho provato ad effettuare dei miglioramenti al programma, prospettando una variazione del progetto per verificare nuovamente gli impegni già presi per capire se il tutto fosse coerente".
Insomma, secondo Coletta è possibile rivedere il complesso del programma; una variazione è possibile per rendere il tutto compatibile con i requisiti previsti.
Su queste parole si è, dunque, aperta la discussione.
Il primo ad intervenire è stato Giovanni Quarantiello che si è scagliato proprio contro Coletta, affermando che l'assessore è in contraddizione con se stesso perché in Commissione aveva sostenuto l'insostenibilità del progetto, mentre oggi sembra aver aperto la strada ad una soluzione del problema.
"La sua proposta non è accoglibile ed è già stata rigettata dal progettista, dal Puc.
L'impatto ambientale del programma è inimmaginabile e peraltro c'è anche un parere negativo del dirigente all'Urbanistica, Salvatore Zotti".
Critico anche il consigliere comunale del Pd, Enrico Castiello: "Su Santa Clementina ho delle perplessità in quanto quell'area è ad alto rischio sismico e poi in quella zona c'è una presenza archeologica e storica molto rilevante.
In questo modo ci precludiamo il futuro e noi ci poniamo di fronte a problemi di consumo del suolo e del fabbisogno abitativo.
Peraltro i prezzi non sono sociali: Per intenderci, un manifestante non potrà certo andare ad abitare nel cosiddetto housing sociale di Santa Clementina. Qui non c'è alcun interesse sociale".
Carmine Nardone, intervenendo nel dibattito, si è detto assolutamente contrario a questa ipotesi. "L'area non è  adatta, a prescindere.
Occorre, invece, un progetto per una nuova edilizia rurale.
L'ordine del giorno è assolutamente insufficiente: Infatti, bisognava rivedere la delibera approvata a dicembre peraltro con soli dieci voti".
Sergio Tanga, consigliere del Pd, ha affermato di condividere l'ultima osservazione di Nardone ed ha anche affermato che, dovendo dare il massimo risalto alla salvaguardia ambientale, occorreva scongiurare la possibilità di realizzare incompiute mentre è necessario attendere il parere delle Soprintendenza.
Luigi De Nigris di Sil, quindi, ha voluto rimarcare come ogni consigliere parlasse a ruota libera senza alcun riguardo per la posizione dei partiti che peraltro non si conosce affatto.
"Cosa pensa, ad esempio, il Pd? Cosa pensa Sinistra, Ecologia e Libertà?
Esistono forti contraddizioni per questo progetto, come il rischio idrogeologico per un simile insediamento.
Il dirigente all'Urbanistica ha sostenuto che l'area non è edificabile e la stessa Regione ha bocciato il progetto e questa è solo una speculazione edilizia".
Il capogruppo del Pd Angelo Miceli ha sottolineato come, almeno lui, era disposto a fare un passo indietro su questo insediamento: "Se ci troviamo di fronte ad un errore clamoroso, non abbiamo certamente pregiudizi".
Miceli ha, quindi, sconfessato quanto aveva dichiarato pochi minuti prima Castiello del suo stesso partito: "Questi alloggi potrebbero soddisfare il bisogno di nuclei familiari fortemente disagiati".
A questo punto ha, quindi, richiesto il rinvio in Commissione dell'intero pacchetto affermando che la discussione in atto non avrebbe potuto portare ad una votazione, essendo appunto soltanto una discussione su quest'argomento e che, per ragioni di praticità, era opportuno fare chiarezza.
Su questa proposta di Miceli si è manifestato un forte malcontento da parte dei consiglieri di opposizione perché, a taluni di loro, non era stata data ancora la possibilità di esprimere il parere sulla vicenda.
Si è, comunque, andati alla votazione sulla mozione Miceli: e qui si è registrato l'ennesimo tonfo della maggioranza. Infatti, il sindaco Fausto Pepe, il presidente del Consiglio Giovanni Izzo ed il firmatario della convocazione dell'argomento, cioè Mario Zoino, hanno votato contro la proposta di Miceli, che dunque non è passata.
Il segretario generale ha registrato 14 voti contrari e 13 voti favorevoli.
A questo punto, si è sviluppato un vivace scontro dialettico tra Miceli ed alcuni consiglieri di maggioranza; dopo alcuni minuti però, evidentemente contrariato, Miceli ha abbandonato l'Aula, subito seguito da numerosi consiglieri di maggioranza che intendevano avere con lui un incontro chiarificatore in una sede più riservata.
A questo punto, è uscito anche Fausto Pepe e tutti si sono incontrati in una Sala del Palazzo.
Intanto, però, i lavori del Consiglio sono continuati regolarmente.
Mario Pasquariello di Tèl ha chiesto la sospensione della Conferenza dei Servizi in attesa del pronunciamento della Commisione Urbanistica e dei nuovi suoi atti.
Nazzareno Orlando, anche lui di Tèl, ha domandato, anche a nome dell'intera opposizione, che il consigliere Miceli si dimettesse dopo l'infelice esito della sua proposta.
Ha, quindi, affermato di essere contrario alle costruzioni in Santa Clementina: "Questo è un progetto che intende trasferire un intero piccolo Comune in un'area archeologica.
E' come se volessimo trasferire Apollosa a Santa Clementina.
Quell'area è potenzialmente un Museo della Natura. Bisogna tornare in Aula".
Luigi Trusio dell'Udeur ha affermato che fosse ormai chiaro che all'interno della maggioranza su questo argomento vi fosse poca chiarezza e molta confusione: "E' in atto un tentativo di forzare un'ipotesi inadeguata".
Infine, è intervenuto il sindaco, nel frattempo tornato in Aula.
"E' ingeneroso soffocare il dibattito su questo argomento" ed ha quindi allargato il discorso sul più ampio tema della casa: "Non fuggo al confronto. Altri stanno strumentalizzando questa vicenda.
Non devono porre le loro aspettative in maniera irriverente.
Noi siamo in presenza di un Comitato di numeri, ma non di nomi.
Ci sono 17 famiglie, ma non i loro nomi. Noi dunque non possiamo dare la casa ad ignoti".
Quindi ha rincarato la dose: "Possono riempire le mura di questa città di scritte, ma nessun Consiglio può avallare posizioni del genere.
E' inaccettabile attaccare la Stampa su questo argomento.
Hanno alzato la voce per l'ennesima volta, restando però ignoti".
Sulla questione specifica dell'insediamento di Santa Clementina, Pepe ha detto: "Non è strano che i dirigenti dicano cose diverse.
Serve, però, un approfondimento e capire cosa andrà a fare la Conferenza dei Servizi, ma non ha senso tornare in Consiglio".
Avviandosi alla conclusione della seduta, si è passati alla votazione di una proposta dell'opposizione che chiedeva al Consiglio, prendendo atto del parere negativo del dirigente all'Urbanistica e del fatto che il progetto è privo di qualsiasi interesse pubblico, di rinviare la discussione sull'argomento e di riproporlo in Consiglio comunale.
La proposta, però, non è passata con 15 voti contrari, 12 voti favorevoli e l'astensione di Mario Zoino.
Un'altra proposta, questa volta della maggioranza, è stata, quindi, posta ai voti.
Firmatario Nazzareno Lanni, la proposta chiedeva alla Commissione Urbanistica di porre correttivi e nuovi atti su questo progetto, prima di un ulteriore passaggio nella civica Assise.
La proposta è stata approvata con 16 voti favorevoli e 11 contrari.
A questo punto, il Consiglio ha aggiornato ad altra seduta i propri lavori.
A Consiglio chiuso abbiamo raccolto una dichiarazione di Francesco De Pierro del Gruppo Misto che ha attaccato la maggioranza, affermando che la stessa è sempre più nel pallone: "La maggioranza ha rifiutato un ordine del giorno della minoranza praticamente uguale al loro.
Hanno costruito un iter procedurale irrituale ed abnorme che ha come risultato finale quello di acclarare una gestione politica scellerata ed ormai irreversibile della Giunta Pepe.
Sarebbe bastato un gesto di umiltà, almeno una volta, votando all'unanimità un ordine del giorno della minoranza".
E' intervenuta attraverso un volantino anche l'Associazione Altrabenevento che ha sottolineato come continuerà ad opporsi con tutti i mezzi a questo progetto dei 426 alloggi.
Nel volantino sono stati criticati anche chi votò a favore di quel progetto: (il sindaco Pepe, poi Angelo Miceli, Nazzareno Lanni, Leonida Collarile, Giuseppe Zollo, Giuseppe Molinaro, Sergio Tanga, Umbero Panunzio, Luigi Boccalone e Pasquale Fiore) e contro l'intero gruppo di minoranza che non prese parte al voto, eccetto Luigi De Nigris, Giovanni Quarantiello, Mario Pasquariello e Luigi Trusio.
Astenuti i consiglieri Enrico Castiello, Floriana Fioretti, Massimo De Rienzo, Aldo Damiano.
Mentre hanno ricevuto ringraziamenti per non aver votato i consiglieri Marcello Palladino e Mario Zoino.
Al termine dei lavori anche l'opposizione ha diffuso una sua nota parlando di "una maggioranza confusa e arruffona, dilaniata al suo interno che è andata "sotto" sulla richiesta del capogruppo del Pd Angelo Miceli di sospendere la discussione consiliare nel tentativo mal riuscito di censurare i consiglieri di opposizione, che chiedevano a gran voce di poter continuare nel dibattito, puntando al ritorno in Consiglio dell'atto, e alla sua successiva bocciatura.
Ancora una volta, un gruppo consiliare che si definisce "democratico", mostra i limiti di una gestione "esterna" che vorrebbe condizionarne le scelte.
La minoranza, rimanendo unita e presentando un apposito documento, ha chiesto di poter sanare in autotutela una scelta che risulterebbe devastante per un'area di alto valore storico, archeologico e paesaggistico, come evidenziato da tutti i documenti prodotti in aula dai consiglieri.
Per una città che è entrata nell'Unesco, una decisione di quel tipo sarebbe una vera e propria contraddizione rispetto alla valorizzazione del patrimonio architettonico e allo sviluppo del turismo sostenibile.
Presto però i nodi verranno al pettine: con il ritorno in Consiglio della delibera ciascun consigliere sarà chiamato ad esprimersi sulla volontà di costruire un intero "paese" nella zona, inedificabile secondo il Puc, di Santa Clementina.
Nessun membro di questa maggioranza pertanto, potrà più sfuggire alle proprie responsabilità".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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