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Benevento, 15-08-2013 13:09 ____
Peppino De Lorenzo, ad un mese dalla scomparsa, ricorda con una tenerissima lettera, la bella figura di Carlotta Nobile
E' da padre, ed anche da nonno, che ti scrivo: In queste ore, mentre tanti giovani della tua stessa età sono spensierati sulla sabbia infuocata, per te il destino ha voluto decidere diversamente...
Redazione
  

Peppino De Lorenzo si è ricordato, tra i pochissimi (ad eccezione ovviamente dei familiari e degli amici più intimi) del trigesimo dalla morte di Carlotta Nobile, nella foto, (deceduta per un male che non le ha lasciato scampo nella notte tra il 15 ed il 16 luglio scorso), una giovanissima violinista, aveva solo 24 anni, che è stata, tra le tantissime cose da lei fatte, tutte di grande spessore artistico, anche direttore artistico dell'Accademia di Santa Sofia.
De Lorenzo ha inviato a "Gazzetta" un tenerissimo ricordo di questa ragazza il cui volto è rimastro scolpito nei nostri cuori. L'invito è a leggerlo.
"Carlotta carissima,
oggi, in pieno ferragosto, a distanza di un mese dalla tua scomparsa, di ritorno dalla mia visita quotidiana al Cimitero, nella tranquillità di questo giorno particolare che rende la città più nostra per l'assenza dei tanti vacanzieri stanchi, nell'angolo più remoto del mio studio, in un assordante silenzio, rivolgo il mio pensiero a te.
Non ho avuto l'opportunità di conoscerti di persona, ma era ben noto anche a me l'alto valore dei tuoi concerti.
Del resto, quasi per incanto, tu, d'improvviso, sei diventata figlia di tanti di noi e, per questo, sono certo che, la stessa fede che tu hai dimostrato nel pieno delle sofferenze farà giungere a te il mio pensiero, vivo e forte, tra gli Angeli che tu allieti con le tue note.
E' da padre, ed anche da nonno, che ti scrivo.
Ogni mattina, prima di intraprendere la giornata di lavoro, recandomi al Cimitero per salutare i miei cari, è piacevole soffermarmi, di volta in volta, dinanzi ai sepolcri dei tanti pazienti che ho incontrato nel corso dell'attività professionale.
Da quelle tombe, da quei gelidi marmi, nitide e forti, riemergono sofferenze, ricordi, speranze, dolori che rimangono preziose lezioni di vita.
Oggi, mi sono a lungo soffermato dinanzi alla cappella ove riposi e, fissando l'orsacchiotto deposto sul tuo loculo, è riemerso in me quanto abbiamo appreso della tua breve, ma ricca esistenza, di ciò che hai scritto nel pieno delle sofferenze.
Non hai avuto il tempo di non trovare lungo l'impervio cammino della vita quegli alberi meravigliosi che ognuno, alla tua età, spera un giorno d'incontrare.
I sogni sono stati spazzati via. Ed è difficile farsi una ragione.
"Ci sono battaglie che non abbiamo scelto. Poi, c'è la vita. Ed io quella non smetterò mai di sceglierla".
Queste tue parole e l'esempio di fede espresso nei tuoi scritti ci danno la certezza che rimani sempre viva e presente qui con noi nella dolcezza di un meraviglioso ricordo.
Sì, il ricordo del tuo viso d'angelo, quello delle note del tuo violino, mentre le tue foto resteranno quale dono e segno di un dolore senza fine.
Dinanzi alla sofferenza dei tuoi cari è doveroso il silenzio.
Una sofferenza che induce ad inchinarci come innanzi al Cristo.
Il trascorrere dei giorni, degli anni, molte volte riescono almeno a sbiadire dolori anche forti.
Ci sono prove, però, come la tua, che non hanno tempo: restano lì immobili, inesorabili, presenti con una forza enorme cento volte più forte della nostra stessa capacità di soffrire.
Mentre scrivo, mi fermo chiedendomi perché, in queste ore, mentre tanti giovani della tua stessa età sono spensierati sulla sabbia infuocata, per te il destino ha voluto decidere diversamente.
Perché, ancora mi chiedo, in quella stessa Basilica di San Bartolomeo, tuo padre non ti ha potuto portare all'altare da sposa, ma ha dovuto seguire, con una compostezza senza eguali, la tua bara.
Per quanti sforzi faccia, non so darmi una spiegazione.
Di sicuro, oggi, fai parte di un mondo migliore ove non ci sono più cattiveria e malvagità, ove regna solo il bene. Stai lì ad attendere, l'uno dopo l'altro, tutti noi e sono certo che sarai sempre ad accoglierci con il tuo sorriso, fors'anche con le note del tuo violino.
Ciao, Carlotta, angelo meraviglioso.
Ti porgo l'ultima carezza".

comunicato n.60875




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