Il responsabile del Sevizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dell'Asl Bn1, Giuseppe De Lorenzo (foto), plaudendo, come già fatto nei giorni scorsi al nostro giornale, alla scelta del direttore generale Michele Rossi di nominare Antonio Mennitto direttore ammnistrativo dell'Asl ha inviato una nota con cui ha ricordato le sue denunce nei confronti di un precedente management della stessa Azienda Sanitaria Locale.
Di seguito ecco quanto scrive.
"Non sono uso elogiare i potenti, maggiormente se appartengono alla politica.
Ho sempre preferito, ponendomi di traverso nei riguardi del sistema imperante, trattarli con insolenza aristofanesca.
Epperò, allo stato, devo fare una eccezione.
So bene che, in qualità di dipendente, la legge mi vieti di parlare dell'azienda di cui faccio parte.
La mia età e la mia condizione mi permettono, però, oggi più di ieri, di continuare ad essere un uomo libero perseguendo la strada percorsa per una vita intera.
Quando presso l'Ente comunale, ricoprendo la carica di assessore, evidenziai, a più riprese, le manchevolezze dell'Amministrazione Pepe, fui etichettato quale pazzo.
Il tempo mi ha dato ragione.
Ciò che si è verificato qualche mese fa ha reso giustizia al mio asserito dell'epoca.
Le prossime grandinate in arrivo, che, a quanto è dato sapere, contengono anche episodi boccacceschi, saranno decisive per ridare, finalmente, la parola agli elettori. Bene.
Presso l'Asl di Benevento si sta verificando l'inverosimile.
Non è mia intenzione, sia ben chiaro, osannare l'opera del direttore generale, Michele Rossi, e custodisco in me tante amarezze alle quali la vita mi ha ormai abituato.
Tuttavia, su due episodi gradirei soffermare, allo stato, la mia attenzione.
Con purezza di intenti e libertà di pensiero.
Il primo riguarda la nomina di Antonio Mennito a direttore amministrativo.
Ho avuto l'opportunità , e forse anche il dovere morale, di esprimere il mio giudizio solo qualche giorno fa.
Mennito fu il solo a difendermi contro tutti quando decisero a tavolino di defenestrarmi per non aver assecondato i voleri politici.
Le vicissitudini che Mennito subì, anche dopo lo smantellamento giudiziario dell'Asl a mia difesa da parte della Procura della Repubblica di Napoli, furono tante.
Definito con espressioni da trivio nelle intercettazioni telefoniche da parte dell'allora direttore generale, Bruno De Stefano, oggi, lui è stato ripagato per la sua onestà intellettuale.
Un vecchio adagio recita che il tempo sia galantuomo.
E, infatti, è di poche ore fa un'altra tappa che rende giustizia.
Il regista del mio defenestramento, o meglio l'esecutore degli ordini politici, dovrà lasciare, seduta stante, il posto di comando di via Oderisio da dove nel passato gli è stato permesso di decidere la sorte di tanti professionisti.
Si sa che quando un militare non è gradito si manda in pensione nominandolo generale.
Ecco, lui è stato nominato generale, ma, da oggi, è senza truppe.
Non è più il tempo in cui, sempre nelle intercettazioni, il generale, definiamolo così, ridicolizzava sinanche la magistratura locale che, a suo dire, si comportava in modo non lineare.Â
Ecco, è proprio vero che il tempo sia galantuomo.
Bisogna avere la pazienza di attendere, ma i nodi vengono al pettine.
Ho riletto i testi di quelle conversazioni telefoniche.
Sembra che appartengano a tantissimi anni fa ed invece non sono, poi, tanto lontane.
Dottore, lui diceva parlando con De Stefano, licenziando De Lorenzo daremo un esempio che varrà per tutti quelli che non si adegueranno.
Ecco, quelle parole, a ragione, possono essere adattate a lui ed è il caso di dire: Nominato generale, hai smesso di provocare dolore ed amarezze ai professionisti onesti".
|