Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 7148 volte

Benevento, 06-04-2013 16:15 ____
Il presidente dell'Associazione "La Rete Sociale" parla di una sanità pubblica che vale poco e che i cittadini pagano molto
La situazione potrebbe essere migliorata ed anche di molto, seguendo l'esempio di valide punte di eccellenza nazionale dice Serena Romano
di Erica Di Santo
  

Una porta blindata, da poco montata dinanzi la Direzione Generale dell'Asl di Benevento, con telecamera e numero di codice per aprirla, è assurta a simbolo e sinonimo, secondo quanto ha affermato Serena Romano, della "chiusura" della pubblica amministrazione verso la società civile; del tutto in "contrasto" con la richiesta di trasparenza, chiarezza ed apertura espressa dai cittadini con il voto.
Ed infatti questo è quanto è stato riferito  nel corso della conferenza stampa sul tema "Come (non) si gestisce la sanità", svoltasi, questa mattina, presso il "Caffè dell'Orto di Casa Betania" ed organizzata da: "La Rete Sociale".
L'appuntamento si è tenuto in concomitanza con l'happening "La creatività dell'arte contro l'ottusità della politica", a cui ha partecipato il maestro Mario Ferrante con un nutrito gruppo di suoi giovani allievi ed artisti esordienti.
Così come ha rimarcato Serena Romano, presidente dell'Associazione "La Rete Sociale", "l'incontro di oggi è stato voluto per spiegare come funziona una sanità pubblica che vale poco e che i cittadini pagano molto".
Avvalendosi delle numerose inchieste, lettere di denuncia e report di casi clinici pubblicati sul nuovo sito-giornale dell'organizzazione (www.ilenzuolibianchi.com) Romano ha "svelato pubblicamente", anche grazie al diario-inchiesta sull'ultimo anno di Salute Mentale a Benevento, un preciso resoconto, afferente, tra le altre cose, anche la responsabilità morale di tentati suicidi, di malattie che si sono aggravate, di gente che soffre inutilmente perché, in realtà, potrebbe essere curata meglio.
Inoltre, sempre la presidente dell'Associazione ha fatto il punto sulle tante mancanze, sugli sprechi e sulla poca attenzione che l'Asl di Benevento avrebbe nei confronti di una sanità poco votata alla prevenzione ed alla cura delle persone disagiate mentalmente.
Invece, la situazione potrebbe essere migliorata ed anche di molto, seguendo l'esempio di valide punte di eccellenza nazionale.
Sempre Romano, ha altresì riportato le risultanze della recente "Relazione finale della commissione d'inchiesta parlamentare sul servizio sanitario nazionale" e quelle dell'inchiesta di "Presa Diretta", programma di approfondimento giornalistico di Rai3 con il servizio su "La meglio sanità" dove si evince che "l'analisi sul campo, fatta dalla commissione presieduta dal senatore Ignazio Marino, denuncia a livello politico che, laddove il servizio sanitario e sulla Salute Mentale non funzionano, non è colpa della crisi e dei tagli del Governo, ma di manager incapaci, scelti spesso da politici mediocri, con criteri che relegano in secondo piano la "meritocrazia" e la capacità di "servire" lo Stato.
E' possibile, dunque, anche a Benevento, recuperare l'intelligenza, la preparazione e la creatività fondamentali per una buona prassi amministrativa?"
Secondo Romano assolutamente sì, magari partendo con il mettere una toppa sulla mancanza di rapporto tra il territorio e l'Asl; magari convertendo in Case della Salute l'Ospedale di Cerreto Sannita o meglio ancora, aprendo i tanti ospedali chiusi che, in una maniera e nell'altra, non apportano migliorie alcune al funzionamento della buona Sanità.
"A tutto ciò - ha sostenuto - c'è anche da aggiungere che il disimpegno politico, l'incapacità amministrativa e la mancanza di un pool operativo capace, uniti alla mancanza di fondi che restano bloccati, seppur stanziati, causano la morte della continuità delle terapie come il teatro, il giardinaggio, la pittura ed altro, atte a prevenire ed a curare, in maniera "naturale", i pazienti invece che spendere soldi in costosissime strutture private dove, molto spesso, non si ottengono gli stessi risultati".
In pratica, non è solo una questione di tagli, ma anche di qualità di soldi da spendere e/o da eliminare in questo settore.
"Come denuncia la commissione parlamentare e come rivela "Presa diretta", infatti - ha continuato Romano - curare e seguire malati, anziani e bambini direttamente nelle loro case, fare prevenzione ed analisi cliniche in strutture territoriali come le "case della Salute" dell'Emilia Romagna, non solo costa meno della "ospedalizzazione" e dei soggiorni in luoghi convenzionati, ma consente di curare prima e meglio e addirittura di "ammalarsi di meno". Viceversa, ospedali e case di cura private delle quali abbonda il Sud d'Italia servono soprattutto ad alimentare il business degli appalti, le clientele delle assunzioni, non rispondono al fabbisogno degli utenti e costano talmente tanto come gestione che oggi sono in maggior parte vuoti o chiusi.
L'esempio più eclatante vicino casa nostra: il maxi ospedale di Sant'Agata dei Goti".
Quindi, Romano ha anche fatto rilevare "che oggi in molte parti d'Italia, al di là della crisi, il servizio sanitario funziona perfettamente; dove c'è recupero di efficienza e riduzione degli sprechi, c'è anche riduzione dei malati e delle malattie; che il successo di questa ricetta è possibile solo rivolgendosi a manager abili e motivati, in grado di mettere "in rete" tutte le risorse presenti sul territorio, fra le quali quelle fornite dagli stessi utenti, volontari, associazioni e cooperative; che il piatto forte dell'intero menu, consiste nella "medicina territoriale" che da diversi anni la nostra associazione, insieme al Dipartimento di Salute Mentale, tenta di realizzare nel Sannio, ma che vale per ogni tipo di malattia ed a qualunque età".
Ancora più esplicite sono state le conclusioni a cui è pervenuta Romano ed il suo gruppo di studio, di volontari e di esperti: "Come si vede, la maggior parte di queste criticità e di quelle raccontate nel "diario della salute negata", che abbiamo pubblicato sul nostro sito internet, non richiedono soldi, ma soprattutto impegno, coordinamento e volontà di risolvere i problemi: per i quali le soluzioni non mancano.
Come non mancano cittadini, volontari, associazioni che già si adoperano nel Sannio e che avrebbero solo bisogno di essere "messi in rete" con gli operatori sanitari per dare in maniera meno dispersiva il loro contributo.
Tutta gente, però, che è stanca di perdere tempo prezioso a scrivere lettere e a tentare di farsi ascoltare da chi ha le orecchie tappate.
E' stanca di dovere rimanere impotente di fronte a problemi che, irrisolti, imputridiscono come pesci morti sulla spiaggia della Sanità, sorvegliata dai bagnini della politica". 
A conclusione della conferenza stampa, inoltre, si è inaugurato l'happening organizzato dal maestro Mario Ferrante con l'esposizione delle opere presentate da sei artisti della sua scuola a Benevento: Massimiliano Mascolini, Fabio Franzese, Lucamaria Carrino, Veronica Di Santo, Gabriella Iannelli e Silvana Musollino.
Il tutto per "alzare" il sipario sulla questione, affinchè l'arte possa, in qualche modo, far da cassa di risonanza su questo importantissimo tema sociale e squarciare il velo della vergogna che attanaglia non solo il malato mentale ma anche le proprie famiglie di appartenenza che preferiscono "nascondere" il disagio e la malattia piuttosto che uscire allo scoperto ed affidarsi a validissime strutture ed organizzazioni dove il paziente non solo viene recuperato al 100%, ma anche "guarito" non solo dal punto di vista psicologico, ma anche reinserito attivamente in società. Purtroppo, c'è anche da constatare una piccola nota dolente: nessun rappresentante delle Istituzioni, delegato o meno, era presente alla manifestazione.
I 2.000 casi accertati della sola città di Benevento e tutti le restanti "persone" - malate affette da disagio mentale della provincia (oltre a quelli di cui non si ha conoscenza perché mai palesati in qualche ospedale oppure struttura specializzata di settore) avrebbero bisogno quantomeno di un appoggio morale.
Almeno quello, dato che di soldi nemmeno a parlarne.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

comunicato n.56606




Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 399759193 / Informativa Privacy