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Benevento, 17-01-2013 21:37 ____
Questa città è sul punto di non ritorno! Vige l'anarchia della prepotenza e c'è da vergognarsi così come per le tante collusioni con la camorra!
Così Gabriele Corona che assieme a Sandra Sandrucci ed a Vincenzo Fioretti ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Mosti. Due, principalmente, i punti trattati: La Casa di San Gennaro ed il Parco Cellarulo
di Erica Di Santo
  

"Operazione San Gennaro" è un  film del 1966 con Totò, Nino Manfredi, Senta Berger, Dante Maggio, Harry Guardino e Mario Adorf, diretto dal celebre regista Dino Risi.
La "Operazione San Gennaro made-in-Sannio", ovvero le varie tappe che hanno portato all'acquisizione, da parte del Comune di Benevento, della casa di San Gennaro, è quella che, da più anni, si è riproposta di amministrazione in amministrazione, di casacca in casacca e sotto la "regia" dei diversi ospiti di eccezione che, a più riprese, sono entrati a far parte come comparse ed attori protagonisti in un'infinta fiction che è così ben sceneggiata da far davvero un baffo alla più mondana e conosciutissima Beautiful.
E, così, giusto per farne un breve "riassunto" (prima della prossima puntata, of course!), sono intervenuti: Gabriele Corona, Sandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti dell'Associazione Altrabenevento che, questo pomeriggio, presso la Casa comunale del capoluogo sannita, hanno ripercorso le annose e diversissime tappe di questa lunga storia che, per la verità, nel suo incipit, vorrebbe la casa natìa del su citato Santo, famoso per la liquefazione del suo prezioso sangue, esser nato (come la leggenda dice, ma come i fatti non dimostrano), nella diroccata dimora ubicata nei pressi del Rione Triggio, più prossima alla centralissima piazza Santamaria.
Buon sangue non mente... e, fuor di metafora, Gabriele Corona, conosciuto per le sue battaglie in difesa per la verità, non ha deluso, anche questa volta, le aspettative di chi immaginava sussulti e tumulti a riguardo.
E, ad onor del vero, l'occasione gli è stata propizia per far scivolare il discorso anche su tanti altri temi di strettissima attualità: l'inchiesta "Mani sulla Città"; la vicenda del Parco Cellarulo eccetera.
Ma non è finita qui!
Anzi, ne ha avute per tutti: per il sindaco Fausto Pepe (presente in sala), per l'Amministrazione comunale tutta (sia maggioranza che minoranza), per i tecnici del Comune, per gli ex-gerenti di Palazzo Mosti eccetera.
Ma andiamo per step.
Ad introdurre i lavori, è stata Sandra Sandrucci del direttivo di Altrabenevento che ha tenuto a precisare: "Con la conferenza stampa di oggi sia chiaro che non si intende, in alcun modo, giudicare i fatti accaduti 9 giorni fa, per due ordini di motivi: il primo è che un commento autorevole in materia già c'è stato ed è quello del procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Maddalena, ed il secondo è che non è compito e costume dell'Associazione Altrabenevento commentare i fatti accaduti.
Noi, invece, i "fatti" ce li andiamo a cercare ed insieme a chi ci segue, stiamo anche attenti e con gli occhi ben aperti su quel che avviene attorno a noi.
Quello che è accaduto in città, la settimana scorsa, per esempio, noi l'avevamo già denunciato sia nel 2009 che nel 2010; nessuno ne aveva tenuto conto così come, purtroppo, nessuno ha tenuto conto anche della voce dei nostri cittadini attenti ed attivi.
Ed oggi, come accadde allora, intendiamo denunciare altri due episodi; il primo è quello relativo alla Casa di San Gennaro ed il secondo alla vicenda del Parco Cellarulo".
Ad occuparsi del primo "caso", è stato Gabriele Corona che ha sollevato alcuni dubbi relativi al fatto che, negli anni, la cosiddetta casa di San Gennaro è stata pagata dapprima 22mila euro, poi 105mila euro nel 2004 (all'epoca trattabili presso un'agenzia Tecnocasa della città) e, poi, si è arrivati all'incredibile somma di 247mila euro del 2006 quando fu acquistata dall'Amministrazione guidata dal sindaco Sandro D'Alessandro.
Un bel balzo in avanti di moneta sonante di cui, Gabriele Corona ha chiesto spiegazioni in merito a chi, all'epoca, guidò l'acquisto di quel "rudere sgarrupato" (così come egli stesso l'ha definito), in primis all'Ufficio Tecnico Erariale. Le stesse spiegazioni sono state altresì rivolte al sindaco Fausto Pepe e relative ai lavori mai portati a termine, nell'ambito del progetto di recupero e di sistemazione dell'intera area su cui giace anche la Casa di San Gennaro, nonostante siano stati spesi altri soldi pubblici atti a ciò.
"Ed io pago" avrebbe asserito Totò!
Inoltre, sempre il Corona, è stato artefice di una lunga e dettagliata ricostruzione storica con tanto di citazioni di autorevoli fonti d'archivio (dal libro "Passeggiate beneventane" di monsignor De Lucia tratte da articoli scritti su "Gazzetta di Benevento", prima edizione, fino alla "Carta Turistica" del Borgia del 1600 eccetera).
In pratica, una vera e propria docu-fiction con tanto di rimandi bibliografici che, in maniera più che evidente, screditano la certezza che quella fosse veramente la casa di San Gennaro in quanto, da nessuna parte, si può attestare che essa sia tale.
Questo, a partire, dalle primissime testimonianze artistiche rinvenute in quella casa, non riferibili, in alcuna maniera, a resti longobardi o romani, come invece avviene nelle attigue stalle prospicienti la dimora.
Corona ha sentenziato: "Ho visto io stesso dei cavalli in quelle stalle.
Così come tanti "cavallini rampanti" di specie umana esistono in questa città!"
E molto rampanti, sono state anche tutte quelle imprese che, a più titoli ed a più riprese, intendevano "mettere le mani sulla città", almeno a quanto ha riferito sempre Corona, in termini di progetti per la costruzione di parcheggi interrati in piazza Risorgimento, parcometri, acquisizione di un'intera collina a nord della città con tanto di masseria d'interesse storico annessa al suo interno (questo affare, però, sarebbe andato in porto) e così via.
Tutte imprese dalla dubbia trasparenza ed in odore di camorra così com'è avvenuto per la nascita di un'Azienda di petroli, stando alla dichiarazioni del Corona, di palese appartenenza ad alcuni personaggi affiliati a noti esponenti già indagati per associazione malavitosa.
"Ma su tutta questa serie di affari, che si muovono nella nostra città, se ne occuperà la magistratura e, alla fine dell'inchiesta, ci si potrà rendere finalmente conto di quel che è davvero successo attorno a tutte queste vicende". Più tecnica e particolareggiata è stata poi la ricostruzione della questione afferente alla costruzione del Parco di contrada Cellarulo ovvero il secondo "caso" in oggetto della conferenza stampa odierna.
Di esso se n'è occupato Vincenzo Fioretti.
E' noto a tutti i cittadini sanniti che, solo pochi mesi dopo la sua inaugurazione, il Parco si allagò e non fu fruibile per diverso tempo.
Addirittura, giunse in città il famoso pupazzo "Gabibbo" di "Striscia La Notizia" per occuparsi della questione che, come ha tenuto a precisare Fioretti, affonda le sue radici in lunghissimi ed infiniti lavori di sistemazione idrologica, regimentazione delle acque, smantellamento di lampioni, diversi progetti, varianti, opere di sistemazione e di difesa idraulica eccetera che, non solo hanno fatto lievitare negli anni i costi iniziali, ma poi, sono risultati anche soldi mal spesi in quanto, una volta aperto, come si ricordava prima, il Parco è subito risultato non fruibile dalla popolazione.
Ed io pago!
"Cose da pazzi!", ha sentenziato Gabriele Corona che, anche per questa vicenda, ha auspicato una pronta indagine della magistratura ed ha aggiunto: "Fateci capire come sia stato possibile che, alcuni tecnici comunali incassassero 30-40mila euro all'anno per redigere dei progetti durante l'orario di lavoro, afferenti proprio a quel Parco".
Ed io pago!
Poi, continuando a parlare, ha operato alcune considerazioni in merito a diverse questioni e, tra l'altro, ha anche detto: "Abbiamo un Comune che è interessato da ben 8 indagini anzi, mi correggo, sono 9, contando quella inerente ai colpi di arma da fuoco rivolti all'automobile di Lanzalone.
La Procura stessa dice che la responsabilità, per quanto emerso dalle indagini, è di tutti.
Ora, c'è solo da chiedersi se le vicende, cui le indagini si riferiscono, sono cose superate o ancora attuali.
Poi, mi chiedo anche come sia stato possibile costruire un Museo, un'opera pubblica su suoli privati così com'è avvenuto per piazza Duomo.
Ed, ancora: Come mai certi Asili (il Lap Asilo 31) non pagano la retta del fitto al Comune?
Non vorremmo pensare ad un voto di scambio e di quel meccanismo pericoloso che vede, chi ha contribuito con "una ntecchia" di voto alla vittoria alle elezioni del Sindaco, non pagare poi il dovuto all'Ente.
Come mai, a questo riguardo, l'assessore al Patrimonio fa finta di non sapere?
Oppure vogliamo parlare del livello di corruzione e di illegalità che interessa l'attività di questo Comune e di quest'Amministrazione che non sa gestire bene e far rispettare le regole!?
E vogliamo parlare dei funzionari che, all'improvviso, diventano indispensabili e fondamentali; della questione del segretario generale che va, viene, torna…; dell'approvazione del Puc con le tante assenze di alcuni consiglieri; dei pochi controlli operati da chi aveva il potere ed il dovere di stare attento; della Commissione di Indagini millantata dall'opposizione e di cui, poi, non se n'è saputo più nulla; del Regolamento sulla Trasparenza che ha avuto la stessa tragica fine eccetera?
Insomma, alla luce dei fatti, è chiara solamente una cosa: questa città è sul punto di non ritorno!
Vige l'anarchia della prepotenza e c'è davvero da vergognarsi così come per le tante collusioni con la camorra!
Altro che città della Cultura e dell'Unesco!
L’unica soluzione, allo stato delle cose, è che tutti devono dimettersi e porre fine a questa esperienza amministrativa!"
Che dire? San Gennaro, nel bene o nel male, piensac tu!

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

comunicato n.53961




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