Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, ha assolto "per non aver commesso il fatto" il sindaco di Montesarchio, Antonio Izzo, imputato di calunnia, dopo un'inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento, in quanto ritenuto l'autore delle lettere anonime indirizzate contro il Gruppo Mataluni dello stesso centro caudino.
Vincenzo Mataluni, amministratore delegato degli omonimi oleifici, in proposito ha annunciato la prosecuzione dell'azione in sede civile.
Le missive, per come è noto, furono inviate a diversi soggetti istituzionali, a giugno dello scorso anno, per danneggiare la credibilità e la reputazione degli Oleifici Mataluni.Â
Secondo l'accusa, Antonio Izzo "con una denuncia anonima inviata alla Procura di Benevento, a quella di Napoli e a numerosi soggetti istituzionali, incolpava il rappresentante legale del Gruppo Mataluni, che sapeva innocente, di numerosi reati".
Si tratta del presidente degli Oleifici Mataluni. Biagio Mataluni, attuale presidente provinciale di Confindustria.
Le lettere anonime ipotizzavano una truffa ai danni della Regione Campania e di numerosi istituti di credito, nonché fraudolente dichiarazioni dell'Iva e delle Imposte Dirette.
La Procura ha poi verificato le ipotesi indicate nelle missive, accertando che il Gruppo Mataluni aveva operato in maniera regolare.
Quindi c'è stato il rinvio a giudizio ed in una nota dello scorso 10 settembre il Gruppo Mataluni sottolineò "il preoccupante scenario di una (...) vicenda, inserita in un'attività che gli Oleifici Mataluni, da tempo, denunciano essere persecutoria.
Negli atti dell'accusa compare il nome del sindaco Antonio Izzo e di (...) un'impiegata presso le aziende del gruppo Izzo, scoperta dal circuito di videosorveglianza dell'Ufficio Postale Napoli 4 mentre inviava materialmente le missive anonime".
"Ci riserviamo di chiedere in ogni sede civile e penale - aggiunse poi Vincenzo Mataluni - il risarcimento dei cospicui danni provocati dalle lettere anonime.
Grazie all'impegno delle Forze dell'ordine e della Procura di Benevento, è stata smascherata un'azione (...) che ha rischiato di compromettere il futuro lavorativo di una sana azienda del nostro territorio e dei suoi 200 dipendenti".
Proprio Vincenzo Mataluni, come detto, tra l'altro consigliere comunale d'opposizione, è intervenuto sulla decisione odierna.
"La sentenza di assoluzione del sindaco Antonio Izzo, in qualità di imputato del reato di calunnia nei nostri confronti - ha affermato - non modifica i fatti già verificati dalle autorità inquirenti, che hanno accertato la circostanza dell'invio di lettere anonime e calunniose da parte di una dipendente di una delle società appartenenti alla famiglia Izzo.
Infatti (...), impiegata presso la società Sofi Immobiliare del Gruppo Izzo, ha affermato, con sue dichiarazioni, di non conoscere il contenuto delle missive calunniose, ma di averle prelevate proprio all'interno degli uffici dell'azienda, di essersi recata nella città di Napoli e di aver provveduto personalmente a spedirle per raccomandata da un Ufficio Oostale.
La circostanza che tale condotta non sia risultata sufficiente per dimostrare che l’autore delle missive fosse direttamente Antonio Izzo, bensì, probabilmente, a detta del difensore dello stesso, altra persona comunque avente accesso ai locali dell'azienda, non esonera il rappresentante legale della Sofi Immobiliare e l'impresa stessa dalla responsabilità per i gravi danni generati alle nostre società .
Per quanto ci riguarda, quindi, procederemo a richiedere l’accertamento delle connesse responsabilità sul piano civilistico".
|