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Benevento, 14-10-2011 18:33 ____
Il direttore dell'Ufficio Diocesano per la Cultura diffonde testimonianze del lavoro svolto per valorizzare Santa Sofia
L'intervento è relativo alla "inaccessibilità" del monumento soprattutto ad una certa ora
Redazione
  

Don Mario Iadanza (foto), direttore dell'Ufficio Diocesano per la Cultura ed i Beni culturali dell'Arcidiocesi di Benevento, ha diffuso alla stampa alcuni documenti per testimoniare il lavoro fin qui svolto per la valorizzazione della chiesa di Santa Sofia, da poco riconosciuta patrimonio dell'Unesco, e per intervenire in merito ad un problema sollevato nelle scorse settimane relativo alla "inaccessibilità" del monumento, soprattutto dopo una certa ora e che era stata posta all'attenzione a seguito della segnalazione di un turista il quale, pubblicamente, espresse la propria rabbia per il presunto disinteresse circa la valorizzare di un simile riconoscimento.
Lo scorso 9 settembre, a tal proposito, lo stesso Iadanza ha prodotto un documento in cui è  stata  sottolineata  la necessità  di  "coordinare armonicamente la funzione liturgico-culturale e pastorale dell'edificio stesso con la finalità di fruizione artistica, dimensioni viste non in maniera giustapposta, bensì pensate come attività culturali e spirituali in dialogo e perciò in grado di arricchirsi reciprocamente".
"La composizione delle due finalità - ha  aggiunto - deve avvenire d'intesa tra il parroco pro tempore della parrocchia, il direttore dell'Ufficio per la Cultura e i Beni culturali dell'Arcidiocesi di Benevento, l'assessore alla Cultura della Provincia di Benevento e l'assessore alla Cultura del Comune di Benevento, ipotizzando un tavolo permanente con funzione di analisi delle problematiche emergenti, di monitoraggio dei flussi turistici, di valutazione di eventuali richieste di utilizzo dell'edificio sacro per eventi culturali organizzati dall'Arcidiocesi, dal Comune e dalla Provincia di Benevento e compatibili con la natura dell'edificio sacro e con le attività pastorali che ivi si svolgono".
"La prima e urgente questione da risolvere - è stato messo in evidenza nel documento - è la regolamentazione degli orari di apertura, chiusura e fruizione di Santa Sofia".
Due sono state le ipotesi che sono state fornite per regolamentare in maniera organica la fruizione da parte di religiosi e di turisti del monumento.

I Ipotesi

Giorni feriali
Apertura mattutina
ore 8.00 - 12.00
Apertura pomeridiana
ore 16.00 - 19.30 (ora legale)
ore 16.30 - 20.00 (ora solare)
Celebrazioni liturgiche ordinarie
ore 9.00
ore 18.00 (ora legale)/ore 19.00 (ora solare)

Domeniche e giorni festivi
Apertura mattutina
ore 8.00 - 12.00
Apertura pomeridiana
ore 16.00 - 19.30 (ora legale)
ore 16.30 - 20.00 (ora solare)
Celebrazioni liturgiche ordinarie
ore 9.00
ore 11.00
ore 18.00 (ora legale)/ore 19.00 (ora solare)

Il sacro edificio è disponibile per le visite turistiche al di fuori degli orari delle celebrazioni liturgiche ordinarie ed eventualmente straordinarie.

II Ipotesi

Giorni feriali
Apertura
ore 8.00 - 19.30 (ora legale)
ore 8.00 - 20.00 (ora solare)
Celebrazioni liturgiche ordinarie
dalle ore 8.00 alle ore 10.00
dalle ore 18.00 alle ore 20.00
Visite
ore 10.00 - 18.00

Domeniche e giorni festivi
Apertura
ore 8.00 - 19.30 (ora legale)
ore 8.00 - 20.00 (ora solare)
Celebrazioni liturgiche ordinarie
dalle ore 8.00 alle ore 12.00
dalle ore 18.00 alle ore 20.00
Visite
ore 12.00 - 18.00.

Durante le celebrazioni liturgiche sono vietate le visite all'edificio sia singole che di gruppo.

"Le due ipotesi – ha spiegato Iadanza - non sono alternative, dal momento che gli orari previsti dalla seconda si potrebbero applicare durante i mesi estivi (giugno - luglio - agosto - settembre) per i quali si immagina un maggior flusso turistico ed in concomitanza con la Rassegna di settembre "Città Spettacolo".
Durante gli orari di apertura di Santa Sofia è indispensabile la presenza di personale, responsabile della vigilanza, della custodia e della salvaguardia dell'edificio sacro.
Per la prima ipotesi tale impegno cade sul parroco pro-tempore e sui suoi collaboratori, ma nel caso di apertura continuata (seconda ipotesi) è necessario individuare un "ostiario", che affianchi il parroco per 4-5 ore al giorno (ore 12.00-16.00/17.00).
E qui devono intervenire la collaborazione ed il sostegno della Provincia o del Comune, che potrebbero distaccare nei mesi estivi per le ore necessarie un loro dipendente oppure prevedere un contributo economico in modo da consentire alla parrocchia di stipulare un contratto a progetto o di collaborazione occasionale".
Don Mario Iadanza ha, quindi, voluto mettere in evidenza  come "il riconoscimento dell'Unesco per la chiesa di Santa Sofia  è un successo dell'Amministrazione comunale di Benevento, che vi ha fermamente creduto e molto ha impegnato per questo obiettivo, degli Enti e delle Istituzioni che hanno collaborato con idee ed iniziative, dell'intera comunità cittadina e sannita che negli anni ha conservato il monumento.
Tocca, dunque, soprattutto all'Arcidiocesi di Benevento, al Comune ed alla Provincia attivare risposte forti per salvaguardare questo straordinario patrimonio, animando progettualità, suscitando proposte culturali, movimentando flussi turistici con ricadute economiche sul territorio".
"Per tali motivi - ha concluso - è necessario affiancare a Santa Sofia altre testimonianze di età longobarda (come ad esempio la scrittura beneventana e il canto beneventano). 
Di qui due proposte: il reperimento di risorse adeguate per la ristrutturazione in senso lato della Biblioteca Capitolare e il restauro di alcuni codici in scrittura beneventana, bisognosi di immediato intervento; l'attivazione di un Consorzio con la presenza di Istituzioni universitarie, del Comune, della Provincia e dell'Arcidiocesi di Benevento per la creazione di una Scuola stabile post-universitaria biennale di specializzazione in "Canto beneventano".

comunicato n.37020




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