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Benevento, 22-12-2010 08:46 ____
Presentato il libro di Tonino Scala "Quaquaraqua - uomini di camorra" promosso da Lap@asilo 31 e la Rete delle Rose Rosse
Elvira Santaniello ritrova nell'autore un amico di tanti anni fa... che narra nel suo volume in maniera molto originale il perverso mondo della malavita organizzata
di Elide Apice
  

E' stato il secondo degli incontri  promossi da Lap@asilo 31 e La Rete della Rose Rosse quello che ieri sera si è tenuto presso la struttura di via Firenze, definita da Raffaele Pecce, centro della cultura della socializzazione e dimostrazione che le lotte, quando sono legittimate dal desiderio di migliorarsi, possono portare ai risultati sperati.
La presentazione di "Quaquaraqua - uomini di camorra" di Tonino Scala, già presidente dell' "Osservatorio contro la Camorra e la Criminalità organizzata" è stata introdotta da Elvira Santaniello la quale ha promesso che la serie di incontri  con l'autore, sarà il momento per conoscere non solo scrittori, ma anche poeti o musicisti e chiunque abbia a che fare con la cultura, unico mezzo per tentare di arginare il proliferare dei tanti problemi che attanagliano la società.
La conoscenza con l'autore risale a tantissimi anni fa, ma solo ieri sera, con quella che la stessa Santaniello ironicamente ha definito una "carrambata", lo ha rivisto e per un motivo speciale, far conoscere il suo libro sulla camorra che l'ha colpita per le storie narrate, in particolare quella di Gelsomina Verde e di Vittorio Maglione e per il particolare approccio alla tematica.
Infatti, l'autore ha affrontato il tema di cui si è scritto e detto di tutto in maniera molto originale: il camorrista è stato spogliato dai panni di onorabilità che gli vengono attribuiti definendolo "uomo d'onore" ed ha acquistato tutta la negatività espressa dal termine "Quaquaraqua", uomo di poco conto, feccia dell'umanità.
"Solo così - ha detto Scala - può essere definito chi non si fa scrupolo di uccidere una ragazza, Gelsomina Verde, appunto, solo perché era stata la fidanzata di uno scissionista o di freddare davanti a suo figlio Gino Tommasino, consigliere comunale della Margherita".
Ed è stato proprio questo omicidio, avvenuto circa due anni fa,  che lo ha spinto a scrivere il libro che viene consigliato soprattutto ai ragazzi perché, leggendolo, possano capire che la camorra si sconfigge disonorando chi si definisce uomo d'onore, ma anche non avallando atteggiamenti come festeggiamenti seguiti all'uccisione da parte della polizia di un noto malavitoso perché non è la violenza la risoluzione ai mali delle nostre terre.
Raffaele Pecce ha parlato di un libro di facile lettura e di profonde tematiche, bello perché discute di storie a noi vicine che deve essere letto soprattutto dai ragazzi, prima generazione dopo secoli a vivere peggio dei loro genitori senza alcuna prospettiva di sviluppo futuro.
Viviamo in una società in cui vengono insegnati falsi valori: la ricchezza, la vita agiata, il tutto e subito che diventano condizione in cui attecchisce la malavita, la camorra che "non è simbolo di arretratezza - ha affermato Pecce - ma risposta alle esigenze di una parte della popolazione che non si sente tutelata.
Si può e si deve sconfiggere la camorra, così come sembra indicare il libro, non considerandola più invincibile e perseverando nella confisca dei beni".
Anche Daniela Basile ha parlato della Camorra come di un problema che va analizzato sotto diversi aspetti con la consapevolezza che esiste laddove lo Stato latita, la politica è assente o fa leggi ad personam senza preoccuparsi di creare posti di lavoro.
Emblematico è stato l'ultimo episodio narrato nel libro: Vittorio Maglione, adolescente come tanti altri, ma figlio di una famiglia difficile con il papà in carcere ed un fratello ucciso qualche tempo prima.
Non regge ad una vita così tormentata e, dopo aver scritto al padre ed inviato messaggi in chat agli amici, si suicida diventando simbolo di chi con tutte le sue forze si oppone alla criminalità di cui non riesce ad accettarne la realtà.
L'ultimo intervento è stato affidato a Gabriele Corona, presente tra il pubblico ed invitato da Elvira Santaniello perché ha presentato un libro sulla P3  da cui si evince la rete di criminalità presente anche a Benevento, erroneamente ritenuta una tranquilla città di provincia.
"Sono quattro i clan malavitosi presenti in città dediti ad usura, traffico di droga o altro - ha detto Corona - inoltre siamo in una delle città in cui c'è riciclaggio di denaro sporco nel campo dell'edilizia e del commercio, sono tanti i fatti di sangue legati alla malavita e, nonostante una recente inchiesta che ha portato all'arresto di varie persone, tutti a partire dalla stampa per arrivare alle istituzioni continuano a parlare di Benevento come di una città tranquilla!"

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comunicato n.24706




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