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Benevento, 20-11-2010 15:14 ____
Convegno su giornalisti minacciati e una professione che è sotto attacco. Ricordati anche i soprusi che subisce la categoria nella stessa Benevento
L'intimidazione non avviene solo con gesti marcatamente criminali ma anche con tentativi di isolamento o di emarginazione
di Erica Di Santo
  

Presso l'auditorium del Liceo classico "Pietro Giannone" di Benevento, si è tenuto un convegno dal titolo: "Giornalisti minacciati. La professione sotto attacco".
L'evento è stato organizzato dall'Associazione Sanniopress e dal Sindacato Giornalisti della Campania, con il patrocinio della Provincia di Benevento e dell'Ordine dei Giornalisti della Campania.
Sono intervenuti: il direttore di "Ossigeno per l'informazione", Alberto Spampinato, il presidente della Fnsi (Federazione nazionale della stampa), Roberto Natale, il presidente dell'Assostampa Campania, Vincenzo Colimoro, il vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, Mimmo Falco, ed il presidente dell'Assostampa Sannita, Giovanni Fuccio.
Durante i lavori vi è stato un  momento toccante, dato dalle testimonianze dei giornalisti Rosaria Capacchione, Arnaldo Capezzuto e Alessandro Migliaccio.
I saluti, invece, sono stati affidati al vicesindaco di Benevento, Raffaele Del Vecchio ed alla preside del Liceo Classico "Giannone", Maria Felicia Crisci. Ha moderato il giornalista Billy Nuzzolillo.
Sala colma in ogni ordine di posto. Presenti anche diversi consiglieri ed assessori comunali e provinciali tra i quali: Giafranco Ucci, Nazzareno Orlando, Nicola Boccalone, Luigi Ionico e Gianluca Aceto.
Una bella iniziativa, istruttiva sia per i tanti studenti che per i tanti operatori del settore.
Ad aprire l'incontro,  è stato Del Vecchio il quale ha ricordato come i problemi che attanagliano la stampa, siano presenti soprattutto nella nostra Regione: "Ci vuole coraggio per uscirne fuori ed andare oltre la propria professione, offrendo un servizio completo all'opinione pubblica".
Per la preside Crisci "il percorso, che avviamo oggi con questo convegno di denuncia, sollecita uno stato d'allarme, facendo capire ai più giovani quale sia la vera professione del giornalista e l'importanza della parola libertà: il più alto valore che noi possediamo".
A seguire, l'intervento di Alberto Spampinato che ha sottolineato: "I cittadini hanno diritto di essere informati senza intromissioni ed interferenze alcune. Chi fa il suo mestiere non deve poi ritrovarsi ad essere minacciato.
Noi non dobbiamo stare a guardare, ma fare qualcosa e fermare questo ingranaggio, cercando di costruire un terreno comune tra sindacati ed Ordine dei Giornalisti".
Sono poi seguiti gli interventi dei giornalisti che, nel passato, hanno subito minacce di vario tipo.
Il primo è stato Arnaldo Capezzuto, balzato agli onori della cronaca per essersi "troppo" impegnato a ricercare la verità sulla morte della piccola Annalisa Durante, pestando i piedi agli appartenenti del clan Giuliano.
Egli ha asserito: "Un giornalista non può essere né un eroe né un cavaliere.
Tutto ciò che avviene, è da mettersi in conto quando si decide di svolgere questa professione. Basta alla tendenza dell'eroismo e stop al clima di forte intimidazione che stiamo vivendo".
Poi è seguito l'intervento di Alessandro Migliaccio, la "Iena" schiaffeggiata dal Comandante dei Vigili Urbani di Napoli, Luigi Sementa (che in passato, tra l'altro, ha lavorato per diversi anni nella nostra città, nella qualità di comandante la Scuola Allievi Carabinieri di Benevento) e che l'anno scorso si è occupato anche della triste vicenda del prete pedofilo in un popolare quartiere di Napoli.
Egli ha proferito: "Senza ideali e sana passione non si può espletare questa professione.
Nella mia carriera ho già "collezionato" tre forme di intimidazioni diverse, tante querele delle quali alcune inventate ad arte. In tutti i modi, io vado sempre in fondo e non mi fermo mai".
Dopo c'è stata la testimonianza di Rosaria Capacchione che ha parlato del problema dei piccoli giornali locali, spesso senza uffici legali, dei danni non risarciti e della frequenza con cui si minaccia di querela un giornalista.
"La stessa camorra, veste "colletti bianchi" e fa le cause legali, quindi si arriva al punto tale che si resta isolati ed indifesi".
In seguito è stata la volta del direttore di "Messaggio d'oggi", Danila De Lucia che, proprio in questi ultimi giorni, ha denunciato di essere vittima di stalking con ripetute minacce operate contro la sua persona e succube di svariate telefonate minatorie.
Ella, dopo aver descritto la sua vicenda, ha dichiarato: "A volte i giornalisti sono messi sott'occhio perché non allineati. Ebbene, questo è un altro tentativo di sottomissione da parte della nostra categoria.  Il rapporto tra le istituzioni ed i giornalisti è spesso anch'esso una forma di camorra" (evidentemente la collega Danila De Lucia si riferiva a quanto subito non molti mesi fa sia dal suo giornale che dal nostro, ancora con maggiore veemenza e con atti che si sono protratti fino a qualche settimana fa, ad opera proprio di chi poi è chiamato anche a presenziare ed a parlare, ipocritamente, in difesa dell'informazione, sic! ndd).
Subito dopo il saluto del presidente dell'Assostampa Sannita, Giovanni Fuccio il quale ha sottolineato che "il  clima nazionale avvelenato, è ormai arrivato anche qui, le cui testimonianze raccapriccianti ci sono offerte da Danila De Lucia, dal direttore di Elle Tv, Vittoria Principe e dalla troupe di Rete6, tutti vittime di analoghi reati negli ultimi mesi. 
Noi siamo solidali con quanto da loro subito e, nello stesso tempo, ciò che accade, fa accrescere la nostra preoccupazione, ma ci sprona ad andare avanti, organizzandoci per risolvere il problema".
Mimmo Falco ha fatto notare come: "In Italia non ci sia la stessa libertà di stampa che invece c'è altrove!
Molti si atteggiano ad essere cittadini del mondo, ma non della propria città.
I giornalisti  portano alla conoscenza dei lettori ciò che accade e poi, al Sud in special modo, soffriamo la mancanza di una forte editoria meridionale.
I nostri giornali non entrano mai nelle rassegne-stampa nazionali. La nostra editoria è stracciona e noi ne partiamo già sconfitti, in quanto non c'è legalità nella stessa nostra editoria locale".
Vincenzo Collimoro, presidente dell'Assostampa Campania, ha dichiarato: "Il convegno di oggi è la sintesi di un messaggio d'amore per la libertà.
Spesso, però, a soffrire la mancanza di tutto ciò, sono le piccole testate locali ed nostro il compito è di venire incontro a questo tessuto connettivo".
Poi, ha parlato dei vari problemi che attanagliano il mondo della stampa oggi: "Necessità di creare un fondo di auto-tutela, contare meno iscritti nell'Ordine per far cassa ed, invece, badare più alla qualità dell'informazione, editoria massificata e così via. Talvolta sono i politici che pagano gli stessi giornali da cui poi, pretendono agevolazioni. Ebbene io dico: "Giù le mani dai giornalisti, in maniera netta e senza remore e no a mettere loro il guinzaglio". 
Lo stesso ha, poi, concluso, citando il film dedicato a Giancarlo Siani dove si diceva che "E nutiziè so' ruttur e caz..!", chi sceglie di fare il giornalista, deve sapere tutto ciò, sapere a cosa va incontro ed essere lo specchio della realtà. E se poi quell'immagine riflessa non piace, la colpa non deve essere del giornalista".
Ultimo ad intervenire, Roberto Natale che ha annunciato la prossima costruzione di gruppi e comitati in ogni regione d'Italia, per supportare i cronisti minacciati, la forte volontà a preservare: "Il diritto di sapere nell'interesse di tutti i cittadini, combattere per il diritto-dovere di poter parlare, la necessità di dover trasmettere, fornire notizie di rilevanza sociale al grande pubblico, meno gossip e cronache di delitti per mesi e mesi in tv".
Quindi ha concluso: "No all'informazione adulterata e sì a quella di sostanza".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

                                            

comunicato n.23170




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