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Benevento, 25-09-2010 09:24 ____
Elvira Santaniello parla del monumento al "Guerriero Sannita": E' solo un'allegoria autocelebrativa di questa Giunta
Il testo dell'epigrafe sul basamento è difficilmente condivisibile
Redazione
  

Sulla vicenda del monumento al Guerriero Sannita installato all'ingresso di San Giorgio del Sannio, posizionamento che tante polemiche sta suscitando nella pubblica opinione, interviene anche Elvira Santaniello (foto), responsabile della Campania della Rete delle Rose Rosse. Ecco quanto scrive.
"La lettura dei molteplici interventi sulla stampa relativi alla statua del Guerriero Sannita (dalle parole del sindaco durante l'inaugurazione, alle successive prese di posizione di una parte della minoranza prima e del consigliere Di Biase poi, di don Maurizio Sperandeo, parroco della chiesa di San Giorgio Martire e di Lorenzo Lommano leader della Lega Sannita) mi impone di rendere noto il mio totale dissenso alla collocazione della statua e di fare alcune considerazioni di carattere storico, sociale e politico.
La prima considerazione è relativa all'epigrafe posta sul basamento della statua: "A rammentare la civiltà di un popolo fiero e combattivo eroicamente proteso a costruire la propria dignità e a lottare per la libertà rievocandone gesta, splendori e tradizioni, con l'anelito verso un futuro sempre più rasserenante e armonioso a futura memoria il Sindaco e l'Amministrazione comunale posero".
Per sfortuna del sindaco e dell'Amministrazione comunale, le mie competenze storico–artistico–archeologiche (sono laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico e per anni mi sono occupata di beni culturali) mi inducono ad affermare che il suddetto testo è difficilmente condivisibile.
Infatti, la caratteristica che salta più all'occhio nell'assetto sociale, politico ed economico dei Sanniti, prima della fierezza e della combattività, è il grande senso della comunità e della democrazia.
Nella società sannita non esistevano i grandi ricchi da un lato e i poveri dall'altro, vi era, al contrario, la cultura della suddivisione dei beni: le ricchezze dei possidenti venivano ripartite tra tutta la popolazione, e tutto ciò ha indotto gli storici ad indicare il senso della comunità, al di là degli individualismi dei singoli, come caratteristica fondamentale della popolazione sannita.
A ciò si deve aggiungere l'assenza nella società sannita degli schiavi e l'assoluta libertà dei singoli di parlare apertamente di ogni problematica della comunità con i propri capi durante le assemblee.
Lo stesso guerriero sannita, soggetto del monumento in questione, deve essere inteso con caratteristiche diverse da quelle indicate dall'epigrafe, o, meglio, non può essere totalmente e assolutamente identificato con le caratteristiche espresse dall'epigrafe.
Mi spiego: i combattimenti che i sanniti erano soliti fare durante feste e i banchetti oppure durante celebrazioni commemorative di persone importanti per la comunità, erano in origine solo giochi di combattimento e si concludevano, solitamente, con la messa a terra dellavversario e la  premiazione con un cinturone, similmente a come si fa oggi nel pugilato.
Solo dopo l'incontro - scontro con i Romani il grande senso della comunità e dell'unità, il grande senso dei valori familiari e religiosi dei sanniti si arricchì dell’aspetto della forza militarmente intesa e si creò la Lega sannitica, ovvero una forma di difesa stabile contro le minacce militari esterne.
Con questo intendo dire che l'aspetto della combattività volta a costruire la propria dignità e l'aspetto dell'eroismo sono caratteristiche sicuramente non accessorie ma che emergono nell’animo dei sanniti solo nel momento in cui si verifica la minaccia esterna di Roma alla loro unità di popolo e alla loro democrazia interna.
Mi sembra chiaro e palese, quindi, che queste caratteristiche di eroismo e di combattività possano essere state utilizzate strumentalmente dall’amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio per celebrare la fine della consiliatura e per conservare nel tempo, con un segno esteriore e non con un’amministrazione che ha lasciato il segno, il decennio di governo cittadino.
E questa strumentalizzazione è palese ancora di più se consideriamo che l'inaugurazione del monumento si è svolta durante quella che viene definita come una manifestazione storica di San Giorgio, la Festa dello sport, giunta alla decima edizione come dieci sono gli anni dell'Amministrazione Nardone, alla presenza dei alcuni membri dell'Associazione "San Giorgio e i suoi comuni", guarda caso invitati a San Giorgio del Sannio proprio in quei giorni per celebrare la loro assemblea.
Che il sindaco si riconosca personalmente in questo ardimentoso guerriero sannita?
Può darsi, visto anche che, se non ricordo male, a suo dire per radicare l'attaccamento al territorio e l'amore per il proprio paese, qualche anno fa aveva anche introdotto un contributo comunale a tutti i genitori che avrebbero chiamato Giorgio uno dei propri figli e che aveva introdotto un esempio della cosiddetta finanza creativa consentendo, dietro pagamento di una somma anche ingente, ai cittadini che lo volessero, di mettere il proprio nome o quello di un proprio congiunto ad una strada del paese!
Per concludere, mi pare di poter dire, e senza tema di smentita, che il Monumento, al di là dellìepigrafe e al di là della necessità, ipotizzata dal leader della Lega Sannita, di migliaia e migliaia di cittadini sanniti di riappropriarsi del proprio territorio tornando a diventarne i padroni, possa essere definito solo ed esclusivamente come un allegoria autocelebrativa della consiliatura che ormai sta finendo".          

comunicato n.20498




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