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Benevento, 28-05-2010 12:35 ____
Ad un anno dal maxi incendio del deposito di Barletta Rosanna Carpentieri invia un atto di diffida al Sindaco di S. Giorgio del Sannio
Si proceda senza ulteriori indugi al monitoraggio delle diossine su tutte le matrici ambientali del sito contaminato dal rogo
Redazione
  

Ad un anno dal maxi incendio del capannone Barletta a San Giorgio del Sannio, Rosanna Carpentieri abitante della zona, ha reso noto di aver inviato un atto di diffida al sindaco, Giorgio Nardone, all'Asl ed all'Agenzia Regionale Protezione Ambientale, i tre Enti preposti alla tutela dell'ambiente e della salute, "affinchè si proceda - si legge - senza più ulteriore (...) indugio al (...) monitoraggio delle diossine su tutte le matrici ambientali del sito contaminato dall'incendio ed in primis sulle matrici biologiche, ovvero sul plasma ematico dei cittadini maggiormente esposti alle esalazioni tossiche in quanto residenti".
Carpentieri ricorda che "l'incendio si sviluppò nel cuore della notte, durò nel suo acme tre notti e due giorni, coinvolse subito la propria abitazione limitrofa, danneggiò il pannello solare posto sul tetto e distrusse completamente i vetrocamera delle finestre e la propria autovettura, ma neppure il controllo costante dei focolai resistenti da parte dei Vigili del Fuoco riuscì ad impedire l'emissione di esalazioni tossiche per oltre venti giorni dalla notte del 23 maggio 2009.
L'Arpac già il 29 maggio, sei giorni dopo l'incendio e nella persistenza dei fumi, rilevava attraverso l'esame di un rilevatore passivo apposto per appena 48 ore dinanzi alla propria abitazione, la dispersione nell'aria di elevatissimi quantitativi di benzene (575 mcg/mg) ben 115 volte superiori al valore di riferimento... di Toluene e di Furani, ovvero diossine!
Tutte sostanze accomunate dal fatto di portare con sé numerosi atomi di cloro che è una delle sostanze più reattive esistenti, e quando un atomo riesce a reagire con tutto o quasi, il più delle volte crea danni.
Se poi è veicolato da sostanze che si stoccano nei grassi (lipofile) e quindi possono legarsi al tessuto adiposo, i danni sono assicurati".
"Gli abitanti della zona, però, nonostante specifiche richieste - continua la Carpentieri -  non sono stati sottoposti ad esami specialistici per il dosaggio ematico delle diossine (Tcdd, Pcdd/f e PoliCloroBenzene) malgrado esplicita denuncia di malesseri e da ultimo, di patologie conclamate di non determinata derivazione.
Nonostante il rilievo di tali risultati nella matrice aria, noto già il 29 maggio e, malgrado tali evidenze scientifiche venissero comunicate dall'Arpac al sindaco Giorgio Nardone nella sua veste istituzionale di massima autorità sanitaria locale, inspiegabilmente, da una parte lo stesso nessuna precauzione (quanto meno l'allontanamento dal sito) adottò a tutela della salute ed incolumità e di quella degli altri residenti in zona, e dall'altra l'Arpac interruppe ex abrupto il monitoraggio dell'aria, decidendo di non apporre dopo il 25 maggio altri rilevatori passivi di aerodisperso, quanto meno per tutta la durata delle emissioni inquinanti nell'aria respirata, protratrattasi per quasi un mese".
"Ci rendiamo conto - prosegue la Carpentieri - che l'incendio (...) non fu Seveso o il Vietnam, ma non si può nemmeno archiviare l'accaduto come un incidente di percorso non prevedibile e soprattutto, non si può minimizzarne a tal punto la portata e le conseguenze indotte anche da parte degli Enti preposti alle tutele.
Portata e conseguenze vanno spiegate nella massima trasparenza possibile perchè certi eventi non possono relegarsi in fretta nel dimenticatoio della coscienza collettiva quando segnano la vita delle persone e il destino di un territorio forse in modo indelebile".
Carpentieri nella sua diffida sottolinea, poi, che "il sindaco Nardone non ha neppure mai reso noti alla cittadinanza in generale, ed a cittadini richiedenti in particolare, i risultati sui dati dell'effettivo inquinamento attraverso opportune forme di comunicazione ai cittadini, nè ha mai adottato alcuna ordinanza precauzionale a tutela della salute pubblica, anzi ha apposto un fermo diniego a conferire in merito con lei stessa alla quale ha di fatto omesso d'inoltrare ogni doveroso invito a tutte le conferenze di servizio o tavoli interistituzionali, con evidente disparità di trattamento rispetto alla privata Ditta New Distribution ed evidente violazione degli obblighi elementari di trasparenza, uguaglianza ed informazione dovuta".
Rosanna Carpentieri pertanto "diffida, sindaco, Asl ed Arpac a non limitarsi ad inconferenti e secretati tavoli interistituzionali che sinora nulla hanno prodotto se non intese alla minimizzazione ed al non facere, da parte di tutti, enti pubblici e privato coinvolti, ma di istituire in collaborazione con il Ministro della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, una Commissione di esperti imparziali e neutri rispetto alla vicenda de quo, per lo studio della situazione igienico-ambientale in relazione al territorio di Cesine, per la individuazione di proposte operative di serio intervento e per la determinazione della Tcdd, delle Pcdd/f e Pcb  nella matrici bilogiche dei soggetti che condividono la medesima storia di residenza nei luoghi direttamente interessati e/o limitrofi all'incendio.
E per chiedere, anche a fini scientifici e di progresso della conoscenza umana, un doveroso "Piano di monitoraggio ambientale ed epidemiologico" per gli specifici ed ovvi inquinanti associati ad un qualunque fenomeno di combustione, tenendo conto dei materiali (pvc, policarbonati, prodotti chimici) combusti e della durata considerevole della combustione, piano che non può prescindere dalla determinazione dei livelli plasmatici di diossine, Furani, Pcb   nei soggetti che hanno condiviso e condividono tuttora la medesima storia di residenza nei luoghi contaminati dall'incendio e ancora non bonificati" .
Carpentieri chiede infine anche "di conoscere e di far conoscere a tutti i cittadini le determinazioni cui si è pervenuti nel corso della Conferenza dei Servizi-Tavolo interistituzionale del 5 ottobre 2009; le determinazioni cui il sindaco ed il Consiglio sono pervenuti a seguito della mozione presentata il 20 novembre 2009 dai consiglieri Angelo Di Biase e Lepoldo Mirra, circa l'adozione di una ordinanza di divieto di utilizzo a scopo alimentare e di commercializzazione per gli stessi fini dei prodotti agricoli coltivati in prossimità dei capannoni Barletta oggetto di incendio, atteso che l'Arpac di Benevento non è stata e non è ancora in grado di fornire i risultati delle analisi (ove mai eseguite) in merito alla gravità dell'inquinamento causato dall'incendio; le determinazioni cui il sindaco ed il Consiglio sono pervenuti a seguito della stessa mozione in merito alla costituzione in giudizio del sindaco, quale rappresentante della nostra comunità, contro il responsabile dell'inquinamento e del disastro ambientale sul territorio (Ditta New Distribution di Antonio Barletta) ed in merito alla necessità di avviare un procedimento penale e civile nei confronti dell'Arpac per non aver adempiuto ad un attento controllo del territorio con tutte le minuziose analisi richieste per legge e tese ad accertare lo stato d'inquinamento delle matrici ambientali".

comunicato n.15874




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