Assemblea cittadina di confronto sulle criticita' derivanti dalla riduzione del Reddito di Cittadinanza
E' stata organizzata per il prossimo 27 gennaio dall'Usb
Redazione
Un'assemblea cittadina di confronto sulle criticità derivanti dalla riduzione del Reddito di Cittadinanza è stata organizzata per il prossimo 27 gennaio dall'Usb nella sala "Vergineo" del Museo del Sannio.
Tale iniziativa è voluta per favorire la costituzione del Comitato in prospettiva della prima manifestazione a carattere nazionale del 4 febbraio prossimo che a Benevento sarà organizzata al mercato rionale Santa Colomba di Benevento.
Una conferenza stampa si terrà il prossimo 25 gennaio, alle 10.00, nella sede dell'Usb in via Giustiniani.
"La riduzione a soli sette mesi del Reddito di Cittadinanza (Rdc) in vista della sua preannunciata cancellazione, almeno per tutte le persone considerate in grado di lavorare, è una misura - si legge nella nota inviata alla Stampa - destinata a produrre una forte pressione verso il basso delle retribuzioni e dell'insieme delle tutele del lavoro.
In un paese dove si calcolano almeno 3 milioni di lavoratori poveri (12%), cioè con un reddito annuo sotto gli 11.550 euro e con più di 2 milioni di disoccupati, eliminare l'unica forma di sostegno al reddito che l'Italia, ultima in Europa, aveva tardivamente introdotto nel 2019, significa provocare un ulteriore allargamento della povertà, prosegue la nota.
L'odiosa campagna di stampa contro i percettori di Rdc, descritti come parassiti adagiati sul divano, ha lo scopo di obbligare milioni di persone ad accettare lavori precari e malpagati e ad allargare la parte di popolazione ricattabile, per abbassare ulteriormente la soglia dei diritti e delle tutele, a cominciare da quelle sulla sicurezza.
La cancellazione del Rdc senza la reale prospettiva di un lavoro sicuro e garantito atto ad assicurare un salario minimo per legge, si configura come un vero e proprio piano di attacco alle condizioni generali di vita per una parte molto ampia della nostra società e mira a colpevolizzare chi non ha lavoro per costringerlo ad accettare qualsiasi proposta, a qualsiasi condizione e con un salario da fame.
Non è una misura per il lavoro ma per aumentare lo sfruttamento.
Per contrastare questa strategia, serve una campagna di massa di lunga durata che sappia contrastare l'offensiva ideologica e culturale, che riesca a unire tutti i settori sociali sotto attacco.
Sono mille le forme che possiamo mettere in campo per avviare la campagna e promuovere la protesta con l'obiettivo di allargarla e farla diventare una grande battaglia di popolo: cortei, assemblee in piazza, manifestazioni sotto le sedi istituzionali, proteste presso i centri commerciali, la sede Inps, il Centro per l’Impiego. Iniziative di denuncia, di informazione, di diffusione del movimento".
comunicato n.154593
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