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Benevento, 15-01-2023 09:17 ____
Il trasferimento dell'edicola di Francesco e Daniele Fracassi ha messo in luce il fatto che le spoglie mortali dei due sono scomparse
Forse potrebbero anche essere ancora nel vecchio sito ma questo lo si sapra' quando una eventuale nuova assegnazione dello spazio dara' necessariamente l'avvio alla indagine, commenta Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, questa domenica, diversamente dal solito, ritorna, ampliando il discorso, a parlare dell'edicola votiva del professore Francesco Fracassi e del figlioletto Daniele, periti nel corso del terremoto del 1930, ubicata nel cimitero cittadino.
E' una doverosa ed opportuna precisazione la sua che, non potendo, a suo dire, passare inosservata, impone, per forza di cose, uno strappo alla regola, facendo emergere un particolare inquietante.
"Nel ricordare, la scorsa settimana, la vicenda squisitamente umana del professore Francesco Fracassi e del figlioletto Daniele, invogliato nel ricordo dal trasferimento dell'edicola votiva che ne raccoglieva i resti nel cimitero cittadino in altra sede del luogo sacro, anche se con qualche dubbio, ho concluso la rievocazione con malcelata perplessità.
Sarebbe stato, mi si creda, auspicabile che l'episodio fosse stato chiuso, con la speranza che, ripeto, la particolare storia che, tanti anni fa, accomunò padre e figlio, rimanesse solo nella storia beneventana, a futura memoria.
Una risposta, invece, dell'assessore comunale Attilio Cappa, senza volerlo, ha dato certezza ai miei dubbi.
Non me ne voglia quest'ultimo, ma ritengo, fors'anche sbagliando, che, prima delle delibere e dei codici, vi siano dei valori che, sempre ed in ogni circostanza, regolano le quotidiane azioni.
Quest'ultima vicenda, qualora esaminata alla luce delle affermazioni dell'assessore Cappa, dopo la mia rievocazione, offre la consapevolezza che l'attuale amministrazione operi con la convinzione che ogni azione sia dovuta ed alcuno possa ostacolarla.
Bene. Ritengo giusto, in proposito, partire dall'affermazione conclusiva dell'intervento dell'assessore.
Questi, testualmente, scrive: "Naturalmente nessun resto di spoglie mortali era conservato all'interno dell'edicola".
In questo modo, a chiare lettere, si ammette che i resti di Francesco Fracassi e del figlioletto Daniele siano scomparsi.
Nella tomba che, per 93 anni, sino a qualche mese fa, era allocata alla base dell'edicola, nel luglio 1930, furono sepolte le spoglie mortali dei due e, da allora, nel corso del tempo, tutto è rimasto come voluto dal Regio Istituto Magistrale, ove Fracassi insegnava.
Sulla stessa, così come già ricordato domenica scorsa, era scritto: "Dormono qui Francesco Fracassi professore di disegno ed il figliuolo undicenne Daniele tragicamente spenti dal terremoto del 23 luglio 1930. Il Regio Istituto Magistrale al valoroso insegnante questa memoria lagrimando pose".
Il che dimostra, inequivocabilmente, che lì vennero sepolti padre e figlio.
Oggi che l'edicola è stata allocata in altra sede, naturalmente, l'intestazione è rimasta la stessa, senza che lì "dorma" più nessuno.
Già questa lettura, di estrema chiarezza, dimostra quanto asserito.
C'è, però, di più.
Con la figlia del professore Fracassi, Fausta, sopravvissuta con la mamma alla furia del terremoto, sin da bambino, ho sempre avuto un affettuoso rapporto, mantenuto, poi, nel tempo.
Addirittura, lei ed i suoi congiunti, prima del trasferimento a Salerno, erano inquilini in un immobile di proprietà della mia famiglia.
Ricordo che, tante volte, si faceva accompagnare al  cimitero per deporre i fiori sulla tomba del padre e del fratellino.
Ed ancora, nel mio ultimo colloquio telefonico con lei, tempo fa, essendo, tra l'altro, quasi centenaria, con estrema lucidità, mi manifestò il desiderio di essere seppellita, un giorno, proprio in quella tomba, ai piedi dell'edicola, accanto ai suoi cari, o, se impossibile, per penuria di spazio, vicino alla mamma, così come è avvenuto lo scorso 30 dicembre.
Quindi, i familiari hanno sempre avuto la consapevolezza che le spoglie mortali dei due cari fossero lì.
In definitiva, i resti di Francesco e Daniele Fracassi, nel momento di questo trasloco (?), sono andati smarriti. Il che appare gravissimo.
E' impossibile non nutrire il dubbio che siano rimasti addirittura nella sede originaria avendo avuto cura di spostare solo l'edicola.
Chi usufruirà di quello spazio, e lo sapremo a breve, se non sia stato già destinato, in questo caso, potrà essere il solo a sapere cosa in quell'area, eventualmente, residui.
Quello che, allo stato, rimane certo è che i resti mortali dei due siano scomparsi.
Ciò chiarito, è anche opportuno leggere quanto l'assessore ha scritto in merito alla delibera ed all'iter esecutivo della stessa, con la quale è stato stabilito lo spostamento dell'edicola.
Ho avuto l'accortezza di esaminare l'intero carteggio.
Da quest'ultimo si evince che, con delibera numero 35/2022, sia stato deciso il trasloco dell'edicola votiva in oggetto.
Alcuno, nello specifico, ha reclamato per cui è stata concretizzata la decisione, avallata, quest'ultima, sotto il profilo architettonico, dalla Soprintendenza.
C'è da precisare, però, che a nessuno dei superstiti, a quanto è dato sapere, sia stato comunicato l'avvio del procedimento.
In merito, la legge prescrive che quest'ultimo, prima di dare inizio allo spostamento, venga comunicato agli interessati.
Affermare che sia mancato un reclamo non ha valore alcuno considerando che, nello specifico, vi era la possibilità di individuare i soggetti interessati attraverso gli strumenti in dotazione al Comune.
Nel carteggio, di questo passaggio, doveroso e dettato, ripeto, dalla legge, non vi è alcuna traccia.
In proposito, bastava esaminare all'anagrafe i trasferimenti di residenza di Delfina e Fausta Fracassi da Benevento a Salerno.
Non è, altresì, condivisibile l'idea di allocare le tombe più belle in uno spazio simile agli spazi disegnati da De Chirico.
Per il momento, l'edicola Fracassi è isolata, da sola, posizionata in un posto, di certo, meno idoneo di quello precedente.
L'Amministrazione dovrebbe essere più attenta. Il caso Fracassi è il primo, con la convinzione che rimanga l'unico.
Mi fermo qui.
L'unica certezza, deplorevole e grave da qualsiasi angolazione si valuti, è che le spoglie mortali di Francesco e Daniele Fracassi siano scomparse.
Mi sia concesso un ultimo invito. Quello che sulla vicenda cada il silenzio.
I nomi dei due rimarranno, comunque, nella storia cittadina e non verranno smarriti, come è avvenuto per le loro spoglie mortali, per colpa della superficialità di coloro che dovrebbero avere il precipuo dovere di non dimenticare la storia ed i figli migliori del territorio che sono stati chiamati ad amministrare".

comunicato n.154491




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