Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 2598 volte

Benevento, 26-11-2021 21:04 ____
Gli atti del Convegno sul Canto Antico Beneventano sono diventati un volume prezioso, consultabile ed ora affidato alla storia
Il presidente del Conservatorio, Antonio Verga ha ricordato il grande patrimonio cittadino dove nell'Ottocento operavano addirittura da 6 ad 8 bande musicali. Mons. Mario Iadanza entusiasta dell'iniziativa. Presenti anche giovani del Conservatorio svizzero
Nostro servizio
  

Stampare gli Atti di un importante convegno, su un argomento peraltro di estrema importanza per un territorio, è un gesto meritorio perché consente che quelle dichiarazioni, quelle scoperte, quelle relazioni, diventino storia consultabile agevolmente e gradino da cui riprendere la salita fatta di studio e di sacrifici.
Lo stesso vale per una Mostra di dipinti o di altro. Quando essa è sostenuta da un Catalogo cambia tutto. Non si è scritto più nulla sull'acqua ma si è passati alla storia con quel documento.
Nel pomeriggio di oggi è stato proprio questo l'evento che si è concretizzato grazie all'attenzione posta dal Conservatorio Statale di Musica "Nicola Sala".
E' stato presentato il volume della rivista "Vox Antiqua" dal titolo: "Laus Musicae. Arte, scienza e prassi del canto liturgico e devozionale medievale" a cura di Luisa Nardini e Paolo Scarnecchia con l'introduzione del presidente del Conservatorio di Musica "Nicola Sala" di Benevento, Antonio Verga.
Ad aprire i lavori è stato l'arcivescovo Accrocca che ha ricordato come siano questi gli Atti del Convegno Internazionale "Laus Musicae" che si è celebrato a Benevento a maggio del 2019. Un convegno ricco di apporti la cui importanza è ora documentata dagli atti che trattano della importanza del Canto.
Crispino Valenziano, ha proseguitio l'arcivescovo, ad un convegno mostrò il credo musicale ed il tono che assumeva il canto reagendo ed influendo a sua volta.
Antonio Verga, presidente del Conservatorio, ha voluto ringraziare per aver dato la possibilità nel 2019 di far celebrare questo convegno internazionale che registrò la presenza di 25 studiosi provenienti anche da varie parti d'Europa e del mondo.
L'attività culturale nell'800 e fino al 1200, ha proseguito Verga, ha investito l'Europa ed è stato prezioso il materiale che abbiamo raccolto anche e soprattuttio grazie alla infaticabile opera di monsignor Mario Iadanza.
Alla fine ce l'abbiamo fatta nonostante il grande impegno che ha richiesto questo lavoro, un impegno culturale ma anche economico.
Grazie dunque a Giovanni Conti, ed a quella piccola parte di suo sangue sannita, ai nostri docenti, al nostro direttore Giosuè Grassia per questa pubblicazione che mantiene viva la cultura antica della musica beneventana.
Si tenga conto che la musica a Benevento è stata sempre un elemento vitale.
Nel 1850 in città operavano dalle 6 alle 8 bande musicali, eravamo secondi solo alla istituzione del San Carlo di Napoli. Con il Conservatorio "Nicola Sala" si perpetua l'impegno nella promozione della scrittura beneventana.
Nel nostro Istituto inculchiamo anche l'amore per il prossimo che viene ancora prima di insegnare ai nostri allievi a diventare dei bravi professionisti.
A questo punto la parola è passata a monsignor Mario Iadanza che ha lodato il prodotto editoriale realizzato dalla rivista "Vox Antiqua" del direttore Giovanni Conti.
I contenuti importanti sono dovuti alle magnifiche relazioni che diedero vita al convegno.
Tra i vari contributi riportati c'è quello di Marco Palma sui manoscritti in scrittura beneventana che fino al 1500 vanno ben al di là anche dei confini dell'Italia.
Questo consuntivo è fatto a 100 anni dall'opera beneventana ed è una scrittura che peraltro identifica un territorio.
L'altra relazione è quella di Marcello Rotili che ci riporta in un Mezzogiorno segnato dal Ducato di Benevento e su cosa i longobardi trovarono al loro arrivo alla metà del VI secolo.
Giovanni Araldi ha trattato l'organizzazione diocesana e cura pastorale nel Mezzogiorno longobardo.
Quello che ho trattato io, ha proseguito mons. Iadanza, ha riguardato le reliquie, traslazioni e culti nel Santorale della Chiesa beneventana nei secoli VII-XI ed in particolare, ha proseguito don Iadanza, della tipicità del calendario su cui mi sono soffermato.
Infatti, di alcuni santi bisogna conoscere meglio le fonti, l'agioliturgica.
Il riferimento che ha fatto mons. Iadanza è certamente a San Bartolomeo che godeva addirittura di tre festività nel corso dell'anno, il 24 ed il 25 agosto ed il 25 ottobre.
Poi mons. Iadanza ha chiuso con un monito: Siamo in un mondo di muti e di sordi e non so se ciò sia un gran male perché è meglio che ciascuno parli solo di ciò che sa.
Il direttore del Conservatorio, Giosuè Grassia, ha dichiarato la sua ignoranza sugli argomenti e quindi il silenzio è d'oro in talune circostanze, ha detto riprendendo le ultime parole di monsignor Mario Iadanza.
Ai miei tempi dell'Università chiesi al mio professore perché non avessimo studiato anche il Canto Beneventano ma non ebbi risposta.
Ed invece è questo un patrimonio unico al mondo ed il Conservatorio è vicino ed affianca la conoscenza soprattutto come in questo caso che può essere definito come patrimonio dell'umanità.
La musica è composta da tanti piccoli segni, ha concluso Grassia, che ci dicono tante cose.
Nel corso dell'incontro avrebbe dovuto essere proiettato un saluto di Thomas Forrest Kelly e dei curatori degli Atti, Paolo Scarnecchia e Luisa Nardini, ma così non è stato.
In quei minuti anche sulla Curia si è abbattuto un forte temporale che ha fatto sì che fosse interrotto il segnale della rete e così si è dovuto desistere.
Di Kelly abbiamo solo potuto ascoltare un grande ringraziamento al Conservatorio "Nicola Sala" per l'iniziativa della stampa degli Atti.
A seguire è intervenuto Giovanni Conti che ha voluto sottolineare il grande lavoro svolto da Nardini e Scarnecchia, una impresa titanica, l'ha definita, perché quasi nessuno dei relatori ha rispettato le indicazioni editoriali nella consegna delle relazioni.
Conti ha anche ringraziato mons. Accrocca che ha ricordato l'opera di Valenziano che ha educato alla bellezza ed è di essa che si parla in questo volume.
Mons. Iadanza, ha proseguito Conti, ha dimostrato nel suo dire come il Convegno abbia trattato del Canto Beneventano a 360 gradi anche se si lascia, con questo testo, un campo aperto alla ricerca.
Non c'è altro titolo che parla di arte, scienza e prassi del canto liturgico e devozionale medievale.
Il Convegno è stato altresì una possibilità unica nella liturgia beneventana e nel suo canto. Un momento privilegiato come questo non ce ne sono stati e per questo esso lascerà certamente un segno.
Si tratta di una pubblicazione che contiene un percorso, ha concluso Conti, che, se fatto di proposito, non sarebbe riuscito così bene.
Il Convegno è stato concluso da un'ottima interpretazione del Canto Beneventano, tratto dall'Antifona di San Barbato e del Venerdì Santo, da parte di maestri del canto, ex allievi del Conservatorio "Nicola Sala" presentati dal docente di Canto Gregoriano, Fabrizio Fancello.
Hanno interpretato questi brani: Giovanna Bancale, Giuseppina Marino, Davide Gagliardi ed Anton Gryvniak.
Alla serata di cultura hanno anche preso parte allievi del Master di Canto Gregoriano del Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano che domani continueranno la loro visita a Benevento affidandosi completamente nelle ottime mani di monsignor Mario Iadanza che li guiderà alla visita anche del Museo Diocesano e ad ammirare gli originali del Canto Beneventano.

 

 

comunicato n.145432




Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 407931538 / Informativa Privacy