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Benevento, 09-09-2021 20:58 ____
Occorre dissentire dall'affermazione negativa per una citta' che da tempo immemorabile e' apprezzata per la propria storia, cultura, vivibilita'
Non c'era bisogno di Mastella. Ha sempre goduto di un gradimento internazionale indipendentemente da chi l'abbia amministrata. Lucio Lonardo scrive una lettera aperta al sindaco sull'argomento del giorno
Redazione
  

Lucio Lonardo (foto) ha scritto una lettera aperta al sindaco Clemente Mastella in merito ad alcune sue affermazioni.
"Gentile sindaco, ho letto con l'attenzione che meritano le dichiarazioni che ha rilasciato, urbi et orbi, atte a magnificare il suo operato, (Cicero pro domo sua è carta conosciuta in corso di campagna elettorale e vale per tutti), sottolineando che Benevento da quel paesone che era è assurta agli onori nazionali grazie al suo operato.
Mi permetto di dissentire da tale affermazione negativa per una città che, da tempo immemorabile, è apprezzata per la propria storia, cultura, vivibilità e per aver dato alla nazione alcuni talenti che hanno dato lustro alla nostra gente, quindi non proprio dei campesinos.
Tra l'altro ricordo solo a me stesso che, durante la mia presidenza all'Asia, fu oggetto d'interesse internazionale a Singapore per il nostro progetto di raccolta differenziata alla luce dei risultati allora ottenuti, ma questa è comunque poca cosa rispetto al grading internazionale di cui essa ha sempre goduto indipendentemente da chi l'abbia amministrata.
Tra l'altro, lei è stato sindaco di Ceppaloni, cosa che, indubbiamente per la sua levatura, ha fatto assurgere il paese all'attenzione nazionale, ma solo per la sua notorietà non certo perché fosse diventata la Montecarlo del Sud.
In soldoni, il fatto nomm e futtitenne, non paga.
Devo dire perciò, è un eufemismo, che non è stato carino verso la città che l’ha ospitato e verso i suoi abitanti che la hanno sempre gratificato, tu et tua, di consensi elettorali creando un uomo in continua carriera.
E' vero, siamo un piccolo capoluogo di provincia talmente piccolo, anche elettoralmente, che siamo costretti a ricorrere alle spallate per farci largo tra le altre realtà regionali per garantirci le pari opportunità ma proprio per questo siamo un popolo fiero che non conosce né crisi di identità né complessi di inferiorità : per dirla tutta con Platone, testuale, "di mura né di triremi, né di cantieri navali ciò di cui hanno bisogno le città, se vogliono essere felici, né di popolazione né di grandezza, se manca la virtù".
Del resto se magari taluni, che non fanno parte del tessuto cittadino e che non ne sono perfettamente integrati, dovessero avere un'opinione diversa potrebbe essere anche perché magari la Città-Spettacolo di Pietrantonio e Gregoretti è stata declassata a festival nazional popolare, sono solo canzonette direbbe Bennato, o perché lo stesso sindaco all’indomani della scorsa elezione partecipò ad una performance di una banda popolare a contrada Madonna della Salute suonando i piatti o perchè dopo cinque anni, basta con la dietrologia, il Mamozio a piazza Duomo è sempre lì come il Mailes, il parcheggio in piazza Orsini, l'ex Imeva a viale dell’Università: Magari poi per assurdo si farà la cementificazione di piazza Risorgimento e la distruzione arborea di viale Atlantici.
In tutto questo, è vero, c'è una città matrigna verso i propri giovani costretti per lavoro ad emigrare in altri lidi per un'aspettativa di lavoro mentre impera la guerra tra  poveri per l’occupazione abusiva di alloggi popolari al quale sembra non esserci rimedio.
La movida?
Ma c’è in ogni città, è l'unico svago oggi per i giovani per socializzare con gente reale e non con quella virtuale dei social: E' chiaro che deve essere indirizzata e canalizzata a salvaguardia degli aventi diritto alla tranquillità, leggi popolazione residente ma tali correttivi sono senz'altro a carico dell'Amministrazione comunale, che ha l'onere di dettare regole precise sulla fruizione degli spazi sociali.
Detto questo non so se vincerà la sua corazzata Potemkim, o il colorato Perifano o il caritatevole Moretti o la pugnace De Stasio ormai più "destrista che centrista": l'importante è che l’elettore, nel parallelepipedo di compensato, da solo, finalmente senza più uno straccio di stalker elettorale, possa esprimere in piena autonomia il proprio voto consapevole avendo di fronte un foglio e impugnando soprattutto una matita che, come si dice, può essere più letale di una pallottola.
Colgo l'occasione per formulare i miei auguri a lei, come agli altri contendenti alla guida della città, per raggiungere l'obiettivo preposto, che spero sia quello di migliorarne la qualità di vita, mettendo sempre e comunque il cittadino al centro del progetto".

comunicato n.143518




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