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Benevento, 29-08-2021 23:49 ____
Si voleva limitare con una legge lo strapotere di Berlusconi nel campo della comunicazione ma la par condicio non servi' allo scopo
Il Centrodestra stravinse alle regionali del 2000 ed alle nazionali dell'anno successivo. Il libro di Luca Romano, commentato da Vincenzo Vita e Giorgio Lainati, ripercorre la storia di una legge che ancora regge ma che va aggiornata a Facebook
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La mazzata del Benevento che si fa infilare come un tordo a Parma al 97esimo minuto, nel segno della tradizione, è giunta ai giornalisti presenti in piazza Federico Torre alla presentazione del libro del collega Luca Romano ed i commenti non sono riferibili.
Luca Romano nel suo volume ha trattato un tema importante, vecchio di 22 anni ma ancora fortemente attuale perché si riferisce a "La disfida della par condicio 20 anni dopo", appunto, una norma che nelle intenzioni doveva servire a garantire a tutti, in particolari momenti del periodo antecedente le elezioni, spazi negli organi di informazione dove poter veicolare il proprio messaggio elettorale.
Sul palco della "Piazza d'autore", si è attivato il dibattito con Vincenzo Vita, padre della legge ed all'epoca, nel 1999, sottosegretario alla Comunicazione e Giorgio Lainati, già portavoce di Forza Italia, dibattito moderato da Anna Liberatore, giornalista.
Lo scopo della legge era quello di fermare lo strapotere di Silvio Berlusconi nel campo della comunicazione essendo egli proprietario di tre reti televisive nazionali. Almeno questo era lo scopo del Governo D'Alema e fu lo stesso presidente del Consiglio a telefonare a Vita per dirgli che bisognava porre un freno allo strapotere mediatico di Berlusconi.
Giorgio Lainati ha invece raccontato dei malumori di Berlusconi che riteneva questa norma come una legge bavaglio.
In verità, ha anche detto Vita, la legge nasce da un peccato d'origine del Centrosinistra che non era riuscito negli anni del suo governo a regolamentare il conflitto d'interesse di Berlusconi tra
il ruolo di presidente del Consiglio in varie legislature e quello di proprietario di tre reti televisive.
Quindi l'ex sottosegretario ha ringraziato Luca Romano per il grande lavoro svolto e per l'occasione che offre di parlare di questo argomento in una città proprio bella.
Tornando al momento della nascita della legge, Vita ha ricordato che si pensò a diminuire sia alla Rai che a Fininvest una rete per parte, ma si ebbe la ribellione della televisione di Stato.
E così si pensò ad una rete Rai senza pubblicità mentre Rete 4 sarebbe dovuta transitare sul satellite (a quell'epoca ci fu una protesta popolare molto forte e trasversale perché nessuno voleva perdere la visione di questa rete televisiva che aveva peraltro programmi di grande ascolto).
Per come si può vedere, ha detto ancora Vita, alla fine non se ne fece nulla perché queste disposizioni non avevano una data entro la quale porle in essere.
D'Alema cercò di mettere una pezza a questa situazione e mi disse che comunque bisognava limitare il potere di Berlusconi.
Il testo che ne scaturì fu in realtà molto semplice anche se la vicenda era oggettivamente complessa.
Oggi, in base a questa legge, siamo già in par condicio poi appena saranno state presentate le liste tutti avranno le stesse opportunità.
La legge ha funzionato anche se talvolta è come se non ci fosse.
Ora, ad esempio siamo in par condicio ed io mi sento di lanciare un grido di dolore per quello che vedo.
Forse questa norma è un'aspirina o poco più, ma quando si ha il mal di testa essa serve al caso.
Lainati ha ringraziato Luca Romano per aver messo in moto questa macchina che ha poi portato alla realizzazione del libro.
Si tenga conto che dei 4 grandi protagonisti dell'epoca in pratica sono rimasti solo Berlusconi e Casini.
All'epoca del cammino della legge in Parlamento, ci furono dieci giorni di manifestazioni con una pressione non indifferente fatta dal Centrodestra per non farla approvare.
Nonostante la legge però fosse passata, l'anno successivo, nel 2000 ci fu il grande successo del Centrodestra elle elezioni regionali e così anche l'anno successivo, alle nazionali.
Dunque la legge non aveva scalfito gli spazi politici del Centrodestra.
La legge, da allora, non è stata più cambiata perché i primi che non vogliono che accada sono proprio i componenti del Centrodestra che in questo modo hanno spazi garantiti.
Forse però è una legge che va aggiornata in riferimento ai social e ad Internet che all'epoca non c'era.
Vita ha insistito: Facebook non può continuare ad agire senza regole. Neanche il silenzio elettorale è rispettato.
In Europa ora ci si muove nel senso di dare responsabilità di tutto ciò anche ai gestori del social e quindi a Facebook.
E' un lavoro che bisogna farlo, ha concluso Vita. Magari agendo con il fioretto e non con la mazza da baseball.
Lainati si è detto d'accordo ma ha anche constatato che è molto difficile che ciò accada ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura.
Un breve intervento c'è stato anche da parte del sindaco Mastella che ha salutato la presenza di due amici competenti.
Questa è materia di libertà ed affronta questioni sostanziali e bisogna essere attenti perché se al governo ci fossero i sovranisti sarebbe un vero disastro per il Paese e per l'Europa, ha concluso Mastella.

Le foto sono Antonio Caporaso per "Gazzetta di Benevento".

 

 

 

 

 

comunicato n.143269




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