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Benevento, 04-03-2010 13:49 ____
Trovano conferma le nostre indiscerzioni sugli arresti effettuati dalla Guardia di Finanza. Coinvolti personaggi di spicco
Nell'ambito di un'operazione definita "Camaleonte" sono state emesse 4 misure restrittive per truffa falso e riciclaggio a danno di disabili in un giro di più 2 milioni di euro
Redazione
  

Hanno trovato conferma le nostre indiscrezioni, pubblicate qualche ora fa in altra parte di questo giornale, circa gli arresti compiuti dalla Guardia di Finanza. Ora c'è il comunicato stampa. Eccone il testo. 

All'alba di stamani, con interventi contestuali in Benevento, Roma e Pozzuoli, militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Sant'Angelo dei Lombardi e del Nucleo di Polizia Tributaria di Benevento hanno dato corso alla fase finale di una complessa indagine, "Operazione Camaleonte", mediante l'esecuzione di quattro misure cautelari e la notifica di avvisi di garanzia nei confronti di altri quattro indagati per truffa, falso e riciclaggio. 
Nel dettaglio, le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi sono: Giuseppe Lamparelli (ordinanza di custodia cautelare in carcere), 55enne di Benevento, responsabile della filiale di un importante Istituto di Credito in Benevento; Mariantonietta Calligaro (arresti domiciliari), 50enne residente a San Giorgio del Sannio ed avvocato del Foro di Benevento; Vincenzo Lamusta (arresti domiciliari), 36enne di Roma; Tullia Bartolini (obbligo di firma), 45enne di Benevento funzionario presso la filiale di un importante Istituto di Credito in Benevento, avvocato del Foro di Benevento.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, è nata da una denuncia presentata a Sant'Angelo dei Lombardi per il mancato incasso di un assegno: il titolo bancario, infatti, risultava già riscosso da identità accertata essere falsa.  
Stante a quanto reso noto dalla Procura, gli accertamenti sviluppati dalle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare come sul conto intestato all'identità fasulla vi fossero non solo i mille euro oggetto della prima "truffa", ma anche tracce di movimentazioni di ingenti capitali, un flusso di denaro da e per altri conti, anch'essi intestati a soggetti fittizi, per un volume superiore ai 2 milioni di euro.
Per gli inquirenti la particolarità, inoltre, era costituita dal fatto che tutte le causali dei versamenti derivavano da procedure esecutive contro la Regione Campania, avviate in nome di aventi diritto al credito riconosciuto dall'articolo 26 della legge regionale n°11 del 15 marzo 1984. 
Detto tipo di credito equivale ad un contributo economico corrisposto nei confronti delle famiglie che provvedono direttamente all'assistenza di soggetti non autosufficienti portatori di handicap psico-fisici gravissimi, incapaci di provvedere ai propri bisogni primari e per i quali è necessaria un'assistenza intensa e continuativa.
Pertanto, gli obiettivi che la legge si prefigge di raggiungere sono, tra gli altri, l'alleviamento delle condizioni di vita della famiglia dell'handicappato, la predisposizione di un ambiente idoneo alla vita dell'handicappato e la copertura di spese particolari e documentate per le quali non sono previsti altri tipi di provvidenze. 
Approfondendo il filone investigativo, gli uomini della Tenenza di Sant'Angelo dei Lombardi hanno potuto appurare che un avvocato beneventano, con false procure e notizie mendaci agli assistiti, attraverso l'ausilio di altri soggetti senza scrupoli, si sostituiva ai reali aventi diritto.
In sintesi, le indagini hanno permesso di evidenziare come, dopo l'ottenimento di una pronuncia favorevole da parte del Tar con la quale è stato accertato il credito nei confronti della Regione Campania, l'avvocato proponeva uno specifico ricorso per decreto ingiuntivo, ottenendo l'ingiunzione di pagamento e l'atto di precetto che sono stati notificati in forma esecutiva alla Regione Campania.
Successivamente, una volta ottenuto l'atto di pignoramento presso terzi, il Giudice dell'Esecuzione del Tribunale di Napoli ha emesso le ordinanze di assegnazione delle somme spettanti a soddisfacimento del credito che veniva notificato al San Paolo Banco di Napoli (Tesoriere della Regione Campania).
Detto istituto di credito ha emesso per ogni ricorrente due assegni circolari di cui uno intestato direttamente all’avente diritto ed uno all’avvocato per l'onorario. Il tutto all'insaputa dei familiari dei portatori di handicap.
A questo punto, mediante falsi documenti, anche grossolanamente alterati e a volte la compiacenza di alcuni dipendenti bancari, come nel caso della filiale di un importante Istituto di Credito in Benevento, sono stati incassati i titoli di credito che, come si era scoperto fin dall'inizio, sono diventati un flusso di capitale che attraverso varie identità false sono confluite nelle tasche del sodalizio criminale. 
La Guardia di Finanza, convocati gli interessati, ha avuto modo di evidenziare come i componenti del sodalizio, per lo più avvocati beneventani, li tenessero deliberatamente all'oscuro dell'andamento della causa nei confronti della Regione Campania.
In alcuni casi addirittura ai legittimi destinatari delle somme è stato richiesto di sottoscrivere un accordo per un corrispettivo di molto inferiore rispetto a quello erogato, adducendo l'impossibilità di ottenere altro e applicando la clausola che non avrebbero più avuto null'altro a pretendere se la Regione in futuro avesse elargito ulteriori somme.
Un raggiro ai più deboli e bisognosi, dicono gli inquirenti, che ha coinvolto personaggi già benestanti ma senza scrupoli che non hanno esitato a infierire su famiglie già provate da un’esperienza difficile come quella di un handicap gravissimo, discorrendosi di poliomelite, paraplegia, meningite, sindrome di Down, sclerosi multipla, tetraparesi spatica, poliomelite, trisiomia 21, sindrome di Aicardi-igenesi parziale del corpo calloso, paresi spastica, epilessia.
In parallelo a questo tipo di attività, sviluppata nei confronti di 54 persone e per un valore totale di oltre 2,2 milioni di euro, ve ne è un'altra di identiche caratteristiche perpetrata nei confronti di altre 41 nuclei familiari: grazie all'intervento della Guardia di Finanza la truffa non è stata portata a termine, evitando così la sottrazione di ulteriori 2 milioni di euro.

comunicato n.12211




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