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Benevento, 20-01-2019 19:37 ____
L'Assemblea del Partito Democratico cittadino conferma la supremazia di Umberto Del Basso De Caro che con Maurizio Martina vince ma non stravince
Hanno votato in 465. Dobbiamo aprirci al ragionamento con gli altri altrimenti saremo destinati ad essere minoranza ed opposizione a Benevento, in provincia, alla Regione Campania ed a livello nazionale, ci ha detto Raffaele Del Vecchio
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E' andata bene, per l'aria che tira, l'Assemblea del Partito Democratico della città di Benevento chiamata ad una prima scelta che precede il grande evento del prossimo 3 marzo, allorquando si sceglierà il segretario nazionale del partito e per noi della Campania anche il segretario regionale.
Oggi i risultati sono che su 465 votanti, su circa 700 tesserati, i voti per i cinque candidati alla carica di segretario nazionale sono stati: Martina, 273; Zingaretti, 162; Giachetti, 18; Boccia, 7 e Saladino 3. Schede nulle 2.
Per quanto riguarda, invece, la segreteria regionale sempre 465 sono stati i votanti.
Questi i voti espressi: Umberto Del Basso De Caro, 302; Filippelli, 137; Annunziata, 19. Schede bianche: 5 e nulle: 2.
Il commento, a margine del risultato elettorale, è stato che a determinare la vittoria di Del Basso De Caro, che ha vinto ma non stravinto, ci sono state le tessere di Francesco De Pierro, oltre un centinaio.
Il capogruppo a Palazzo Mosti ha deciso di appoggiare la candidatura di Martina.
Avesse optato per Zingaretti, ci sarebbe stata una inversione delle forze in campo e quindi del risultato.
Questo per la scelta nazionale e regionale, s'intende.
Raffaele Del Vecchio, dirigente del Partito Democratico di Benevento ci ha detto, ragionando su temi generali e quindi senza presa di posizione di parte, che in campo ci sono state oggi diverse opzioni per il futuro del Partito Democratico.
E' di questo che stiamo parlando, ci ha detto Del Vecchio.
Quella di oggi è una fase in cui si selezioniamo i primi tre candidati.
Il senso politico di questo passaggio non sarà così importante rispetto a quello che poi avverrà con il vero e proprio Congresso che si terrà, invece, il 3 marzo.
Ho visto parecchia gente affollare quest'oggi la nostra sede, ha proseguito Del Vecchio.
A votare sono stati i nostri iscritti.
Chi immagina che rispetto al numero dei votanti debba automaticamente corrispondere un consenso che abbiamo nel corpo elettorale più in generale, dalla nostra città alla nostra provincia, non ha capito assolutamente nulla.
Quello che è successo oggi è un passaggio tecnico che viene chiesto dal nostro Congresso.
Ai fini politici non serve assolutamente a nulla.
Quello che dobbiamo fare, invece, è impegnarci da ora in poi per il 3 di marzo, per provare a sintonizzarci con un mondo che è pure di centrosinistra e che ci ha sempre seguito e che in questo momento, magari anche da non tesserato, non è stato in questa stanza.
Le centinaia di persone giunte oggi, non sono comunque rappresentative della ripresa politica del Pd, sia all'interno della città che della provincia, della regione, della nazione,.
Il grande sforzo da fare tutti insieme, immediatamente, per questo Congresso e dopo di esso, è risintonizzarci con l'opinione pubblica, il nostro elettorato e tutto un mondo che in questo momento abbiamo fatto in modo, per tante ragiolni e per responsabilità diffuse, di allontanare da noi, a cominciare dai tipici nostri alleati che stanno guardando altrove e che con alcuni esiti del Congresso potrebbero ritornare in alleanza con noi e soprattutto con il nostro blocco sociale di riferimento che in questi anni abbiamo fatto in modo, per tante ragioni, di perdere.
Possiamo urlare con i megafoni: Unità, ma verso che cosa?
Il Sindacato, il mondo della scuola, i lavoratori, l'associazionismo, il volontariato, tutta la rete di quel mondo pre-politico che concorre a determinare un bloco sociale.
Ecco verso chi ci dobbiamo rivolgere.
Se proprio devo invocare unità e pace, non lo farei tra le classi dirigenti, che non serva a niente, ma verso il nostro blocco sociale.
Solo così rinasce un campo che può essere nostro.
Infine, bisogna mettere definitivamente nel cassetto la spocchia di essere autosufficienti perché non è così ed è stato dimostrato lo scorso 4 marzo e poi in altri momenti importanti a livello nazionale e locale.
Da soli non andiamo da nessuna parte.
Dobbiamo avere l'umiltà di dire: Siamo il Partito Democratico e vogliamo caratterizzare una linea politica e programmatica ma per farlo dobbiamo necessariamente aprirci al ragionamento con altri.
Diversamente saremo destinati ad essere minoranza ed opposizione a Benevento città, in provincia, alla Regione Campania ed a livello nazionale perché non riprenderemo più il nostro spazio nel nuovo quadro politico che dopo il voto del 4 marzo si sta determinando in Italia ed in Europa.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

comunicato n.119252




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