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Benevento, 12-11-2018 20:19 ____
Va in scena lunedi' prossimo 19 novembre, al Teatro Massimo, la piece di Michele Cosentini "Come se foste a casa vostra"
Lo spettacolo e' promosso da Alt Academy Produzioni
Redazione
  

Andrà in scena lunedì prossimo, 19 novembre, alle 21.00, al Teatro Massimo di Benevento, la pièce di Michele Cosentini "Come se foste a casa vostra" con Sveva Tedeschi, Luca Ferrini, Alberto Melone, Ashay Lombardo Arop, Yonas Aregay, Paolo Roca Rey.
Lo spettacolo, promosso da Alt Academy Produzioni (con il patrocinio della Regione Lazio; del Comune di Roma per il progetto Integr-Azione; dell'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Afghanistan; dell'Ambasciata della Costa d'Avorio; dell'Ambasciata della Repubblica di Moldavia; dell'Istituto Culturale dell'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran e dell'Istituto Nazione Rom) ha debuttato a Roma il 23 luglio scorso all'interno della Rassegna "I solisti del Teatro" presso i Giardini della Filarmonica Romana per poi essere stato inserito nel cartellone di Città Spettacolo a Benevento, con replica il 30 agosto.
Da fine gennaio fino a marzo 2019 sarà al Teatro Argentina di Roma.
"In un momento storico come questo - si legge nella nota inviata alla Stampa - trattare un argomento come il razzismo diventa quasi un imperativo morale.
L'errore più grande che si sarebbe potuto commettere sarebbe stato quello di affrontare la materia in chiave "seriosa" (che è ben diverso da "seria") e melodrammatica, scelta che paradossalmente avrebbe rischiato di rendere un pessimo servizio alla causa.
Il taglio dello spettacolo è, dunque, quello della commedia e del paradosso: si ride, molto. Spesso si ride verde.
La risata sottolinea la vergogna del razzismo per contrasto.
Al contempo, l'impianto comico non resta confinato in un unico genere.
"Come se foste a casa vostra", quando meno ce lo si aspetta, quando il comico ha raggiunto il proprio acme, presenta accenti drammatici che esulano completamente dal genere della commedia: tratti da testimonianze reali, interamente recitati su musica, affrontano i temi dell'islamofobia, delle torture nei lager libici, del razzismo latente dell'italiano medio, della minaccia della chiusura dei porti, in una chiave rovesciata e allo stesso tempo complementare rispetto al resto dello spettacolo, fino allo spiazzante finale.
Uno spettacolo esilarante e commovente, divertente e struggente, un esperimento che potremmo definire un "genere non genere".

comunicato n.117506




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