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Benevento, 20-06-2018 19:39 ____
Oggi qui stiamo segnando l'inizio di una nuova storia accendendo i fari su un impianto che per molti anni e' stato abbandonato
Piero Ferrari ha portato all'ex Campo Scuola del Coni, oggi della Provincia, la prima Olimpiade dei dipendenti della Gesesa, in stile Coppa Cobram di fantozziana memoria ma in realta' interessava la presenza della Stampa per un nobile obiettivo
Nostro servizio
  

Chi non ricorda Paolo Villaggio nell'episodio in cui è costretto a disputare una corsa ciclistica, assieme ai suoi colleghi di lavoro, per non contrariare il suo principale?
Il direttore ereditario della Megaditta di cui Villaggio è dipendente, muore ed il suo posto viene preso dal visconte Cobram, un fanatico di ciclismo, che obbliga tutti i dipendenti a duri allenamenti in sella alla bicicletta e poi organizza una corsa ciclistica chiamata in suo onore Coppa Cobram.
La gara è durissima per tutti i partecipanti, tra cadute, temporali e difficoltà di ogni tipo...
Ed allora, con buona dose d'ironia, come poteva essere chiamata la I Olimpiade dei dipendenti di Gesesa se non "Trofeo Cobram Gesesa"?
Ovviamente di Olimpiade e di sport non c'è stato quasi nulla tranne qualche bella individualità, ma lo scopo era un altro ed è stato nobile: Accendere i fari e portare la Stampa all'ex Campo Scuola del Coni che è quasi completamente inutilizzabile per via di importanti lavori alla pista ed al contesto che dovrebbero essere stati fatti nei decenni passati quando la proprietà era, appunto, prima del Coni e poi, in epoca di Aniello Cimitile presidente, quando essa è passata alla Provincia.
Ora sembra che ci sia qualche spiraglio.
Ma veniamo alla manifestazione di Gesesa.
A presentarla, è stata Melania Russo che cura la Comunicazione dell'Azienda, la quale ha introdotto Luigi Caruso, il mitico curatore di questo spazio che egli ancora continua a portare avanti, su autorizzazione della Provincia, nella segreta speranza che prima o poi l'antico splendore torni.
Quella di Gesesa, ha detto Caruso, è una iniziativa estremamente importante.
Un'azione dall'aspetto goliardico che non è facile trovare in un'Azienda.
Questo impianto ha vissuto momenti straordinari e nei decenni passati ha anche ospitato un Campionato sociale italiano.
Proprio per questo, per le sue potenzialità, resta un'offesa continuare a tenere la struttura in queste condizioni. Mi auguro nei prossimi anni, speriamo nei prossimi mesi, di poter tornare a far svolgere gare su una pista di atletica completamente rifatta.
A seguire ha preso la parola Giovanni Zanone, consigliere comunale che ha portato anche i saluti del sindaco Mastella e del delegato allo Sport, Enzo Lauro.
Sarei venuto a prescindere, ha detto Zanone.
Per me oggi è stata una forte emozione.
Dopo 55 anni ho varcato nuovamente quel cancello.
Qui ho praticato lo sport e sono stato medaglia d'argento ai campionati studenteschi.
Facevo parte della mitica squadra Fiamma Sannita del compianto maestro Eddy Mucci.
Sono stato anche campione a squadre, titolo conquistato a Pescara.
Teo Caporaso, olimpionico, si è detto contento di essere il testimonial di questa manifestazione che in un'Azienda crea certamente aggregazione.
A chiudere la presentazione dell'evento è stato l'amministratore delegato di Gesesa, Piero Ferrari che ha voluto anche spiegare perché egli abbia preso a cuore le sorti di questa struttura.
Quindi, ha raccontato che quando giunse a Benevento, lui che è romano, chiese alla sua segretaria dove potesse andare a correre.
Gli fu risposto: Per strada, ma facendo attenzione.
Poi ci fu l'incontro con Caruso e da quel momento ha potuto correre nella struttura del Rione Libertà sotto la responsabilità diretta dello stesso Caruso.
Mi sono accorto che intorno a questa struttura comune c'è vita ed ho pensato allora che fosse corretto tentare di fare qualcosa per salvare dall'incuria questo spazio.
Abbiamo proposto già lo scorso anno il 5xMille da destinare al "Campo Coni", ma non sappiamo ancora come sia andata a finire.
Lo riproponiamo anche quest'anno.
Ovviamente per noi lo Sport, ha concluso Ferrari, è praticato da dilettanti, ma abbiamo voluto comunque lanciare un messaggio alla città perché si riappropri di questo spazio che va recuperato assolutamente.
Siamo convinti che oggi qui stiamo segnando l'inizio di una nuova storia.
A margine della presentazione dell'evento, Michelantonio Panarese, funzionario tecnico della Provincia, ha detto che per questo impianto c'è in atto una progettazione inserita nel Bando delle Periferie.
L'importo richiesto è di 1 milione di euro.
Ne serviranno 600mila solo per ripristinare la pista di atletica.
Una volta restaurato, l'impianto sportivo potrà accogliere certamente manifestazioni a carattere regionale.
Per quelli nazionali bisognerà allargare la pista e portarla da sette ad otto corsie, ma occorrono altri fondi che al momento non sono previsti.
A questo punto, sono effettivamente cominciati i giochi olimpici.
Nella "competizione", quattro le squadre formate quasi esclusivamente da dipendenti di Gesesa, maschi e femmine, secondo il concetto "Cobram".
Prima del via, Marcella Parziale, soprano, ha intonato l'Inno nazionale mentre Odette Marucci ha danzato sulla pista di atletica.
Alla manifestazione hanno preso parte i seguenti improvvisati atleti.

Squadra "Aria"
Piero Ferrari, Emilio Porcaro, Laura Sauchelli, Giovanni Tretola, Chiara Spallone, Giorgia Amato, Antonella Conte e Nicola Calabrese.

Squadra "Acqua"
Alfredo De Luca, Enrico Roccasecca, Michele Bozzi, Massimo Bosco, Alfredo Masone e Mario Sauchella.

Squadra "Fuoco"
Domenico Molinario, Emilio Manganiello, Rosanna Ferro, Antonello Petriella, Paolo Vitale, Alessandro Gnerre, Giovanni Iandolo ed Antonio Di Rubbo.

Squadra "Terra"
Felice Canonico, Annarita Spagnuolo, Armando Romano, Alfonso Masone, Pompeo Zampelli, Mario Anzalone e Pierluigi Boscia.

Chi ha vinto?
Nessuno, speriamo lo possa essere la città.
Per concludere, c'è da registrare un piccolo incidente occorso ad un "saltatore" non più ventenne che ha impattato sulla sabbia senza più la dovuta agilità.
Soccorso dagli operatori sanitari della Misericordia ha avuto bisogno solo di una busta con ghiaccio messa sul muscolo colpito (ultima foto in basso).

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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