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Benevento, 24-03-2017 21:38 ____
Il boss pentito Domenico Bidognetti sceglie l'attuale procuratore aggiunto di Benevento, Giovanni Conzo, per raccontare i suoi crimini
L'amore per la figlia e la paura che potesse intraprendere un percorso simile aveva convinto il super criminale, oggi ancora in una localita' protetta, a pentirsi. Se ne e' parlato alla presentazione de: "Il sangue non si lava. Il clan dei Casalesi"
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"L'ho vista in videconferenza, lei è una persona seria".
Così Giovanni Conzo, procuratore aggiunto della Repubblica, racconta come il boss pentito Domenico Bidognetti avesse scelto proprio lui, uno dei dieci pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che si occupava della criminalità organizzata casertana, per raccontare i crimini efferati, almeno 80 delitti, che aveva commesso.
Il volume, presentato stasera, scritto da Fabrizio Capecelatro, si intitola: "Il sangue non si lava. Il clan dei Casalesi raccontato da Domenico Bidognetti".
L'ex boss, scovato dagli inquirenti nel 1999 proprio in provincia di Benevento a Faicchio, dove si nascondeva, si era rivolto al procuratore Conzo dopo 10 anni trascorsi in cella in regime del 41 bis, per avviare la sua collaborazione con la giustizia.
L'amore per la figlia e la paura che potesse intraprendere un percorso simile aveva convinto il super criminale, oggi ancora in una località protetta, a pentirsi.
Il volume è scritto in prima persona.
E' proprio il boss casalese che parla al lettore come se si trovasse in un bar e raccontasse la terribile storia della sua vita che ne ha sconvolto tante altre: "La madre lo aveva rinnegato; gli erano stati ammazzati il fratello ed il padre che non c'entravano nulla con la camorra.
Mai avuto un minimo di pentimento per quanto fatto.
Poi il 41 bis e l'amore per la figlia cambiò tutto".
Un testo "molto duro, crudo", ha ricordato il procuratore capo Aldo Policastro: "Racconta con gli occhi la crudeltà di chi ha ucciso e poi si è pentito.
La testimonianza è molto forte".
Policastro ha poi aggiunto: "La Procura è un pezzo che si trova a metà strada.
Noi dobbiamo aiutare tutti e garantire dignità di non lasciare nesuno indietro".
Conzo ha, quindi, sottolineato: "E' vero che il sangue non si lava, ma la speranza non muore mai.
Lo Stato può vincere, ma tutti devono fare la loro parte".
Il procuratore aggiunto ha ricordato il primo interrogatorio: "Bidognetti volle che nessuno passasse alle sue spalle perché quelle presenze gli facevano venire alla mente i delitti eseguiti stringendo al collo della vittima, da dietro, una corda".
Poi ha raccontato un aneddoto: "Bidognetti ha conosciuto una donna in carcere, l'ha intenerito ed è andato a vivere con lei in una località protetta".
L'autore Fabrizio Capecelatro ha ricordato: "Bidognetti ha voluto raccontare, attraverso la sua testimonianza, come l'appartenere ad una organizzazione criminale risulti sconveniente".
L'autore ha poi raccontato: "La mattina che fu arrestato a Faicchio nella villa che aveva fittato, aveva appena saputo di aspettare un bambino dalla sua vecchia compagna".

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

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